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La sfida per un centro storico “vivo e partecipato”

via Arco Gil Turi


Incendio in via Arco Gil, un’occasione per ritornare a parlare del futuro del ‘cuore di Turi’

Un’abitazione nel cuore del centro storico, in via Arco Gil per la precisione, brucia per cause ancora da accertare. I Vigili del Fuoco di Putignano, unitamente ai Carabinieri di Turi, intervengono tempestivamente ma si trovano a doversi far largo tra una catasta di rifiuti abbandonati, che diventano combustibile ideale per alimentare il rogo. Domate le fiamme, gli uffici competenti si mettono all’opera per rintracciare il proprietario dell’immobile – cui spetterà il compito di bonificare e mettere in sicurezza l’area.

Questa la sintesi di quanto accaduto giovedì 11 gennaio. Eppure l’incendio in via Arco Gil potrebbe aprire la riflessione ad una problematica ben più strutturata: l’abbandono e l’incuria che regna in una parte del nostro centro storico.

La reazione istintiva è incolpare l’Amministrazione, tacciandola di assenteismo. Un esercizio che, tuttavia, possiamo assecondare solo in parte. Ogni turese conosce bene gli scorci della città vecchia segnati da abitazioni, alcune anche a rischio crollo, in cui vengono stipati rifiuti di qualsiasi genere, soprattutto ingombranti. Ebbene, se esistono tali situazioni di degrado, la responsabilità è anche degli stessi cittadini. I proprietari degli immobili fatiscenti hanno il dovere di intervenire per metterli in sicurezza, senza attendere che sia un’ordinanza sindacale ad imporlo. La spazzatura in queste case qualcuno la avrà pur messa, magari anche forzando le porte d’ingresso, e dubitiamo siano stati sindaco, assessori o consiglieri.

D’altro canto, è indiscutibile che nell’attuale agenda politica non sia vista come prioritaria una strategia integrata – che non si limiti al pur encomiabile rifacimento della pavimentazione – di rivalutazione del tessuto urbano della città vecchia.

Volendo tentare una sintesi, a nostro avviso, la soluzione va trovata nel combinato disposto di rispetto della civile convivenza e seria programmazione amministrativa. Ognuno faccia la sua parte. Ai residenti si dovrà chiedere lo sforzo di continuare ad impegnarsi per essere il primo presidio in difesa del nostro centro storico, denunciando ogni situazione di degrado. L’Amministrazione, per parte sua, dovrà tentare di reperire fondi per l’attuazione di investimenti strutturali, incoraggiando, ad esempio, la nascita di botteghe artigianali o quella di punti di aggregazione sociale. L’esperienza dei Comuni limitrofi ha dimostrato che un centro storico “vivo e partecipato” diventa un deterrente contro gli atti di vandalismo molto più efficace di fototrappole, circuiti di videosorveglianza e controlli delle guardie ambientali.

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