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“STOP CETA”. Sinistra Italiana incontra i cittadini

Palmisano convegno CETA

 

Venerdì 21 Giugno si è tenuto presso la Biblioteca Comunale di Turi un incontro dibattito sul tema STOP CETA. Il CETA, Comprehensive Economic and Trade Agreement (letteralmente “Accordo economico e commerciale globale”) è un trattato di libero scambio tra Canada e Unione europea.
L’incontro, promosso da Sinistra Italiana, circolo A. Gramsci di Turi, si è tenuto alla presenza del Segretario cittadino di Sinistra Italiana Dott. Fabrizio Resta, del Dott. Nigro della Coldiretti, dalla Dott.ssa Anna Lepore, segretaria provinciale di FLAI CGIL e dal Dott. Antonello Palmisano, assessore all’Agricoltura del Comune di Turi. Il dibattito è stato moderato dal Dott. Nico Catalano, dirigente AIAB.

Il tema, attualissimo, rappresenterebbe, se approvato, un danno economico per tutto il Made in Italy ma soprattutto un attentato alla salute dei cittadini italiani. Nonostante queste premesse il CETA sta scivolando verso l’approvazione da parte del Senato, tra la totale disinformazione dei media.
L’Unione europea ha già approvato il Trattato, seppure a maggioranza, ma necessita dell’approvazione degli stati membri perché entri in vigore. Il 4 Agosto il trattato sarà portato in Senato per l’approvazione definitiva. Ad esso si oppongono le Regioni, tra cui la Puglia, e tante Amministrazioni Comunali, tra cui anche quella di Turi ha fatto sentire il proprio disappunto.

La posizione della Coldiretti espressa dal dott. Nigro è chiara: Il CETA è un grande regalo alle grandi lobby industriali che nel comparto alimentare puntano all’omologazione e al livellamento verso il basso della qualità. Nei trattati – ha sottolineato il Dott. Nigro – va riservata all’agroalimentare una specificità che tuteli i dati distintivi della produzione e possa garantire la tutela della salute, la protezione dell’ambiente e della libertà di scelta dei consumatori. Solo per fare un esempio – ha continuato Nigro – i produttori canadesi potranno utilizzare il termine Parmesan, ma anche produrre e vendere Gorgonzola, Asiago e Fontina, mantenendo una situazione di ambiguità che renderà difficile ai consumatori distinguere il prodotto originale, ottenuto nel rispetto di un preciso disciplinare di produzione, dall’imitazione di bassa qualità. Ma soprattutto si crea una concorrenza sleale nei confronti del vero Made in Italy in cui perde l’agricoltura italiana che – conclude Moncalvo – ha fondato sulla qualità la propria capacità di competere.

La FLAI CGIL, attraverso la dott.sa Lepore, pone l’accento sul fatto che nel Trattato non si faccia alcun riferimento ai diritti del lavoro, nonché alla tutela dei consumatori e dell’ambiente. Dato che lo scopo di un accordo di libero scambio è promuovere l’accesso al mercato per le imprese straniere e intensificare la concorrenza, deve essere esplicita l’attenzione volta a garantire che tale concorrenza non abbia ripercussioni negative per i lavoratori e i cittadini, in una epoca che vede ormai i diritti dei lavoratori, frutto di anni e anni di lotte ,già sono rivisti al ribasso
Il rispetto delle norme sociali e ambientali, nonché l’impatto sociale ed ecologico di un dato accordo, devono essere monitorati con la partecipazione obbligatoria delle parti sociali e della società civile. Dovrebbe essere impiegato un meccanismo vincolante per la soluzione di una controversia nel momento in cui le norme sociali ed ecologiche vengono violate: esso deve seguire le stesse modalità previste per il meccanismo generale di denuncia e di risoluzione delle controversie tra Stati applicabile alle altre parti dell’accordo.
Gli accordi commerciali firmati dalla UE includono di frequente disposizioni sui diritti del lavoro e norme sulla tutela ambientale introdotte nel cosiddetto capitolo sulla sostenibilità. L’accordo CETA contiene un capitolo sul commercio e lo sviluppo sostenibile ma con un solo sotto capitolo sul commercio e il lavoro senza che le norme previste siano formulate in maniera vincolante.

Il dott. Palmisano invece ha ribadito la volontà del Comune di Turi ad opporsi a questo Trattato che non tutelerebbe la specificità del nostro prodotto per eccellenza, la ciliegia Ferrovia, già oggi oggetto di speculazioni da parte della grosse catene di distribuzione che, per motivi di profitto, non tutelano a sufficienza la provenienza del prodotto, spesso mescolando ciliegia nostrana con altre di provenienza estera.

L’AIAB, con il dott. Catalano, ha posto l’accento sull’applicazione del principio di equivalenza delle misure sanitarie e fitosanitarie. Questo consente tra le parti, Canadà e Unione Europea, di ottenere il mutuo riconoscimento di un prodotto – e, quindi, evitare nuovi controlli nel paese in cui verrà venduto – dimostrandone l’equivalenza con quelli commercializzati dalla controparte.
I guai per la salute dei consumatori nascono proprio da questo principio apparentemente innocuo in quanto, facendo l’esempio del grano, permetterebbe l’importazione di prodotti a base di grano trattati con glifosati sostanza bollata dalla Organizzazione Mondiale della Sanità come altamente cancerogena, ma permessa in Canada per accelerare la maturazione e aumentare il livello proteico del grano.
In Canada viene utilizzato un numero rilevante di sostanze attive vietate nella UE. Gran parte di queste sono molecole risalenti agli anni ’70 vietate nella UE da circa 20 anni .Tra queste ci sono l’Acefato, il Carbaryl, il Carbendazim, il Fenbutatin oxide, il Paraquat,l’Acido solforico per i quali, oltre all’elevata tossicità riscontrata, sono comprovati o comunque non sono esclusi effetti neurotossici, cancerogeni, sulla riproduzione e, più in generale, sugli ecosistemi. In Canada, inoltre, è consentito l’uso della streptomicina usata per la lotta alle batteriosi delle colture, mentre in Italia l’uso di antibiotici in agricoltura è vietato sin dal 1971. Analogamente in Canada vi è un diffuso impiego di ormoni negli allevamenti vietato in Italia.

Di qui, a conclusione, l’invito del dott. Resta, segretario cittadino di Sinistra Italiana, a tutti i cittadini, senza alcuna distinzione di appartenenza politica, a vigilare sull’approvazione di questo Trattato che favorisce la speculazione finanziaria che non ha a cuore il Bene Comune ma solo i propri interessi economici.

Sinistra Italiana
Circolo “A. Gramsci” Turi

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