Archivio Turiweb

La Voce del Paese – un network di idee

Cultura

Raffaele Valentini al Libro Possibile

19693432_10209813271783643_4117627466447070747_o

“Ci sarà tempo per chiedermi”; ci sarà sicuramente tempo per tuffarsi nella nostra storia.

È Raffaele Valentini che ancora una volta porta a casa la bellissima soddisfazione di aver regalato la sua penna e la sua anima ad un caloroso pubblico, stretto attorno al suo più recente lavoro letterario, presentato nella serata di giovedì 6 luglio nel Vico Porto Raguseo durante il Festival “Il Libro Possibile”.

Ad accompagnare le sue pagine, dense di memoria e di emozioni, Mara Sansonetti. “Non smetterò mai di ringraziare il pubblico numeroso di Polignano, come di ogni altra mia presentazione. Come la sensibilità di Mara Sansonetti, così vicina alle mie parole possibili. Dopo ogni incontro capisco sempre di più e meglio la storia che ho scritto, scoprendo insieme a chi legge tanti aspetti nascosti, o che inconsciamente pensavo ininfluenti. Un insieme di sorprese scivolate via dalla mia penna con discrezione. Allontanatesi da me in punta di piedi. E che invece tornano a sorprendermi piacevolmente, quasi ripagate, accanto ad ogni persona curiosa che adesso siede ad ascoltare”.

Punti di sospensione a far scorrere le righe di questo passato che ritorna, con i suoi momenti di purezza e fanciullezza, nel lavoro di Valentini, edito da Il Papavero. Ma cosa ci sarà tempo di chiedersi?… Dalla biografia di un intero paese, perduto, ritrovato insieme al tempo, si scatena una ricerca interiore per amarlo e per sfuggirgli. “Ci sarà tempo per chiedermi” è la vicenda di un’eredità contesa, emersa durante i giorni della festa del Santo Patrono, che rivela dettagli taciuti, racconti di separazioni e d’amore. Amore per le storie di tutti, per i gesti, per le cose, per le parole e i silenzi. Per le diverse appartenenze. “L’amore non l’ho mai risolto, o non l’ho mai saputo capire. È sempre durato molto poco, grazie a me. Non l’ho mai saputo ricambiare. Un filo di fumo che volava subito via attraverso una finestrella lasciata sempre aperta alle mie spalle. Sono rimasti solo mozziconi di cera a illuminare tutte le cose dalla mia ultima bugia.

Quella luce non basta, non riesce mai a cacciare completamente il buio dalla mia stanza ogni sera, poco prima di chiudere gli occhi e chiedere perdono”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *