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Carceri, le promesse non mantenute della Regione

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Ogni tanto il Consiglio Regionale della Puglia vota degli ordini del giorno con cui si impegna a mettere in campo iniziative che interessano il sistema penitenziario pugliese, che soffre di un drammatico sovraffollamento di detenuti, tra i più alti della nazione (3500 presenze a fronte di 2400 posti disponibili), a cui si contrappone la carenza di poliziotti penitenziari di almeno 500 unità

Iniziative ed impegni che nulla possono di fronte alla politica penitenziaria nazionale, vedi sfollamento od interventi normativi che sono di competenza del governo nazionale. 

Quando poi la Regione Puglia è stata investita per cose serie e concrete come la costruzione di un nuovo “penitenziario modello” a Bari, per cui erano stati stanziati 45 milioni di Euro, abbiamo avuto l’ex governatore Vendola che si è fermamente e fieramente  opposto, nonostante il parere favorevole del presidente della provincia e del sindaco della città di Bari Emiliano.

Detto ciò la Regione Puglia ha competenza sui penitenziari pugliesi per alcune questioni tra cui la sanità ed i trasporti.

Per quanto riguarda i trasporti, il SAPPE, sindacato autonomo polizia penitenziaria, maggior sindacato di categoria, grazie all’interessamento del Movimento 5 Stelle, nei mesi scorsi  fu ascoltato dall’apposita commissione regionale al fine di prevedere l’apertura di un posto fisso presso l’aeroporto di Bari, considerato il flusso di traduzioni aeree con i detenuti che vengono poi smistati nelle carceri della Puglia e della Basilicata.

Da anni sia l’amministrazione penitenziaria che la prefettura di Bari per motivi di sicurezza hanno chiesto ai Dirigenti di Aeroporti di Puglia un piccolo spazio attrezzato per custodire i detenuti in arrivo o in partenza, che negli anni sono aumentati a dismisura.

Che la richiesta si corretta ed importante lo si rileva da un intervento del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica che, negli anni scorsi, invitò i dirigenti degli aeroporti di Puglia a trovare lo spazio richiesto.

Nonostante ciò i dirigenti hanno sempre negato tale spazio con motivazioni non corrette, a partire dal numero degli aeroporti che sul territorio nazionale prevedono un posto fisso per la polizia penitenziaria, poiché, secondo loro, sarebbero quasi inesistenti, mentre il SAPPE ha affermato invece che ve ne sono molti (Lamezia Terme, Napoli, Bologna, Roma, Milano Linate, Malpensa, Palermo, Catania, Venezia, Treviso), più altri autorizzati ma non operanti. 

Nonostante ciò la commissione regionale prendendo per buoni i dati dei loro dipendenti ha chiuso la vicenda, non tenendo in considerazione le argomentazioni del SAPPE, dell’amministrazione penitenziaria, degli organi di governo che si interessano di sicurezza.

Quella sicurezza che si è molto attenuata da quando la cura dei detenuti è passata dall’amministrazione penitenziaria a quella regionale.

Infatti da allora sono esplosi i ricoveri e le visite specialistiche presso le strutture ospedaliere da parte di  centinaia di detenuti anche pericolosissimi, che giornalmente escono dalle carceri per patologie che potrebbero essere ben curate in carcere.

In questo caso abbiamo chiesto più volte al Presidente della commissione sanità consigliere Romano di essere ascoltati per affrontare la criticità sanitaria e per proporre dei rimedi, ma inutilmente.

Il consigliere Romano ci ha sempre promesso la convocazione che non è mai arrivata, nonostante la delicatezza e la complessità della problematica.

Eppure se la Regione Puglia lo volesse qualcosa si potrebbe fare da subito, poiché a Lecce è stato firmato un protocollo tra la Dirigente Generale dott.ssa Melli e il Dirigente del Carcere dott.ssa Russo che viene incontro alle esigenze di coniugare una migliore assistenza sanitaria ai detenuti, con i problemi di sicurezza inerenti l’uscita dei detenuti dal carcere per essere accompagnati presso le strutture ospedaliere.

Bastava estendere il protocollo firmato a Lecce alle altre ASL della Regione; questo avremo voluto dire al consigliere Romano e che vogliamo ora chiedere al Presidente Emiliano.

Se invece di prendere posizioni di facciata, che nulla possono produrre, ci si sforzasse di raccogliere i suggerimenti degli addetti ai lavori, si farebbe un servizio migliore alla comunità e si tutelerebbe meglio il bene e la sicurezza pubblica.

Il Segretario Nazionale

FEDERICO PILAGATTI

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