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Breve manuale per capire lo “Ius soli”

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Tante persone mi fermano per strada per chiedermi che cosa sia lo “Ius soli”. Purtroppo è proprio sulla mancanza di conoscenza del provvedimento che sperano di far leva quelli del PD. Quindi prima di tutto è nostro dovere informare. Proverò ad essere il più chiaro possibile.

Attualmente per diventare cittadini italiani bisogna risiedere da 10 anni in Italia, non aver compiuto reati gravi, conoscere la lingua italiana (questo in teoria, ci sono tantissimi casi in cui viene data la cittadinanza a persone che non parlano nemmeno una parola di italiano e non riescono nemmeno a leggere la formula di rito, ma così dice la legge) e farne richiesta. Inoltre esistono ulteriori modalità, tra le quali le più semplici sono sposare un(a) cittadino(a) italiano(a) oppure dimostrare di avere un antenato italiano.
L’Italia attualmente è uno dei paesi in cui è più facile ottenere la cittadinanza e ciò si vede dal numero di cittadinanze che vengono concesse annualmente (oltre 100.000 all’anno con la punta di 205.000 nel 2016).

Le novità della Riforma

Con la riforma del PD verranno introdotti due concetti nuovi: lo “Ius soli” e lo “Ius culturae”.
Partiamo dall’ultimo: lo Ius culturae. Questo articolo della nuova legge prevede che chiunque abbia compiuto almeno un ciclo minimo di studi (che in Italia è di tre anni, derogabile a due per certi corsi) può avere la cittadinanza. Per fare un esempio: un corso professionale riconosciuto dallo Stato di due anni darebbe in automatico la cittadinanza. Non riesco a non pensare a tutti i sedicenti profughi che non fanno nulla nelle caserme, cui il governo potrebbe mandare degli insegnanti per “fargli imparare un mestiere” (con la scusa “ormai sono qua, è giusto che imparino a lavorare) e per far avere a tutti la cittadinanza (e il ricongiungimento familiare con le decine di fratelli, genitori, mogli).

Poi c’è lo Ius Soli: ogni persona nata sul territorio italiano avrebbe la cittadinanza italiana in automatico (con ovviamente il diritto al ricongiungimento a tutti i familiari). Questa legge esiste nei paesi americani, dove vista la grandezza dei territori e la scarsezza della densità abitativa volevano più persone per popolare gli stati. Lo scopo della legge era avere tanti immigrati in più (e ha sempre funzionato da quel punto di vista). Esiste in Canada, esiste negli Usa, esiste in quasi tutti i paesi del Sudamerica. In Europa l’automatismo non esiste da nessuna parte (e nemmeno nel resto del mondo, tranne la Tunisia e il Pakistan). Esisteva in Francia, ma con le leggi del 1994 e 1998 (legge Guigou) l’automatismo è stato tolto e hanno limitato le possibilità di utilizzo. Ad ogni modo esiste una versione molto blanda dello “Ius soli” in 3 paesi su 27 dell’Unione Europea (Francia, Germania e Irlanda). La versione italiana non esiste da nessuna parte. In Italia, sebbene lo chiamino propagandisticamente “Ius soli temperato”, avremmo una delle versioni più ampie del mondo (considerando anche lo “Ius culturae”). L’Italia diventerà il paese dove sarà più facile diventare cittadini. Come se fosse un deserto da popolare e non fossimo uno dei paesi con più alta concentrazione di abitanti.

Quali saranno gli effetti dello Ius soli / Ius culturae sull’Italia?

In primis un milione di cittadini italiani in più da subito, e altri 150.000 all’anno in più a parità di condizioni attuali. Ma non ci sarà più la parità di condizioni attuali, perché la cittadinanza italiana vale anche come cittadinanza europea, e quindi tutti gli africani, asiatici ecc. che vorranno risiedere in Europa, verranno a far nascere i propri figli in Italia (basterà che uno dei genitori, nella versione adesso in votazione al Senato, abbia il permesso di soggiorno UE di lungo periodo per averne il diritto, uno qualsiasi degli stati UE). Un numero di quanti verranno a fare “turismo di nascite” ad oggi non è quantificabile, ma è facile ipotizzare cifre a tanti zeri. Una cosa è facilmente intuibile però. Questo fatto evidentemente porterà al collasso delle nostre strutture ospedaliere. Da poca natalità, l’Italia diventerà il paese con più natalità d’Europa.

Tanti poi non si fermeranno in tantissimi in Italia, nasceranno e se ne andranno in altri paesi d’Europa (i genitori del cittadino italiano dovranno pur lavorare, e qua lavoro come si sa non c’è), ma l’Italia dopo aver affrontato le spese ospedaliere e di asilo per il neocittadino italiano non potrà più dimenticarli. Facciamo un ipotesi: il giovane neoitaliano va a lavorare in Gran Bretagna, compie un reato e viene espulso nel paese d’origine. Dove? In Italia ovviamente. Tutti i nati in Italia espulsi dai paesi di residenza verranno espulsi non in Pakistan, Afghanistan o Colombia, ma in Italia. E i terroristi o sospetti tali? Idem. Oltre che l’Italia dovrà provvedere alle spese consolari, di ambasciata e assistenza per loro. In cambio coloro che resteranno in Italia godranno del diritto al ricongiungimento dei familiari (che non diventeranno cittadini, ma residenti) e cioè per ogni nato in Italia potranno arrivare qua tutti i parenti. Per ogni uno nato altri 10 fratelli e sorelle, genitori, nonni ecc. Ai nonni pagheremo le pensioni, ai genitori l’assistenza sociale se non lavoreranno e ai figli scuola e asili. A tutti l’assistenza sanitaria. I costi di tutta l’operazione sono ancora inimmaginabili, ma incredibilmente alti.

Tutto questo perché viene fatto se è così evidente che sia una follia? Per un motivo molto semplice: hanno fatto le prove generali a Prato un anno fa. Un seggio elettorale per soli stranieri (ovviamente non valido legalmente, all’epoca): l’85% ha votato PD. E al PD un milione di voti subito (che vale il 5%) e centinaia di migliaia di voti all’anno in più fa comodissimo. Gli italiani non vogliono più il PD? E il PD cambia gli italiani. Semplicissimo.

Ora c’è una cosa sola da fare contro questa specie di colpo di stato mascherato: lotta dura con ogni mezzo legale. A partire dal referendum abrogativo.

Sandro Laera

Fratelli d’Italia – Turi

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