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Autosvezzamento o svezzamento?

Un momento della presentazione

Cibo per bambini o cibo per tutti? Svezzare secondo le pratiche comuni o procedere seguendo le curiosità dei bambini? Aiutare i piccoli ad avvicinarsi al mondo del cibo dei grandi o usare un’alimentazione differente che li aiuti a diventare grandi?

È questo, in sintesi, il frutto della chiacchierata che martedì 23 maggio, presso la Libreria Odusia di Rutigliano, ha visto la consigliera e medico Arianna Gasparro, confrontarsi dinanzi ad un pubblico di parenti, curiosi e futuri genitori con Andrea Re, autore del libro “Autosvezzamento per tutti” e “La questione cibo”. Un’interessante e piacevole chiacchierata sul rapporto bimbi e cibo, al di là delle credenze consolidate e dei comuni retaggi culturali, che ha messo in chiaro come spesso paure, limitazioni, imposizioni, pratiche culinarie, sono solo frutto di una pratica che in molti stanno abbandonando, lasciando al piccolo la possibilità di sperimentare, curiosare, apprezzare i sapori.

“Ci sono tanti libri sullo svezzamento – dice Andrea Re – ma ne mancava uno che esaminasse cos’è il baby food senza lasciarsi influenzare dal messaggio pubblicitario che i produttori fanno arrivare al grande pubblico”. “Mentre effettuavo le mie ricerche – continua l’autore – mi sono reso conto di come fosse impossibile comprendere la logica che sta dietro al baby food senza capire come viene regolamentato il cibo per adulti, biologico e convenzionale, e cosa ci possiamo aspettare di trovare nei nostri piatti”.

“Autosvezzamento è – spiega l’autore nei suoi libri – il termine inesatto ma semplice e immediato per indicare l’alimentazione complementare a richiesta: il più naturale, sano e rispettoso modo per una naturale evoluzione dell’alimentazione dei bambini dall’allattamento ai solidi, guidandoli attraverso il lento e graduale passaggio da una dieta a base di solo latte materno o artificiale all’universo dei cibi “dei grandi” per uno svezzamento senza traumi. Autosvezzamento è mangiare tutti più sano: per condividere il pasto con il proprio bambino ed essere certi di offrirgli la cosa giusta, i genitori vengono stimolati a cucinare sano, per se stessi e quindi per i loro figli, e offrire pasti bilanciati. Autosvezzamento è rispetto del bambino, delle sue scelte, dei suoi gusti, della sua sazietà e dei suoi no. Rispetto della tranquillità dei pasti, dei genitori e quindi dei figli. Niente pianti perché “non mi mangia”, perché non vuole questo o non vuole quello. Niente stress perché “non ha finito la sua pappa, come farà a reggersi in piedi?”. Niente improbabili scenette per tentare di fargli aprire la bocca e mangiare. I bambini hanno la capacità di autoregolarsi e dobbiamo solo imparare a rispettarli e dare loro fiducia. Autosvezzamento è lasciare ogni cosa a suo tempo: per introdurlo al mondo dei solidi, lascia che tuo figlio abbia innanzitutto perso il riflesso di estrusione (ovvero quello che fa tirare fuori la lingua se si stimola la bocca, necessario per la suzione al seno, e che molti confondono con l’abitudine al cucchiaino”), che sia capace di stare seduto senza aiuto e che mostri interesse verso quello che i grandi fanno a tavola durante i pasti. Questi sono i segnali che indicano che i bambini sono pronti ad affacciarsi al mondo dei solidi. Ciò avviene di norma attorno ai 6 mesi, a volte poco prima, in molti casi dopo. L’alimento principale, la base della dieta del bambino, rimane il latte. Ecco perché si parla di alimentazione complementare. Ma mentre tuo figlio continuerà ad assumere dal latte tutto ciò che al suo organismo risulta necessario, imparerà a conoscere i cibi. Forme, odori, sapori, consistenze”.

È una corrente di pensiero, ovviamente ogni mamma o genitore è libero di seguire il percorso che ritiene più opportuno. Sia il timore di sbagliare; sia la sicurezza fornita dall’alimento preparato per i piccoli; sia perché si ritiene il classico svezzamento il metodo migliore per indirizzare il bambino al consumo di un pasto “da grandi”, la fase del passaggio dal solo latte (materno o artificiale che sia) rappresenta un passaggio importante nella vita quotidiana di una famiglia. Fondamentale, in questa fase, è sicuramente osservare il bambino. Avvicinarlo al cibo è un momento decisivo per la sua crescita, quindi è utile che sia sereno e goda di buona salute. Se il bambino sta soffrendo per la dentizione, è stato appena vaccinato o malato, lasciate che si riprenda serenamente e solo in seguito proponetegli i nuovi alimenti.

Non bisogna mai forzare il bambino a mangiare. Se il bambino rifiuta il cibo perché non lo gradisce o non ha appetito non bisogna insistere. Il cibo deve essere sempre offerto e mai imposto. Inoltre i bambini hanno una straordinaria capacità di autoregolarsi. Se rifiutano il cibo è senz’altro per un motivo, quindi rispettiamo la loro volontà.

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