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I sette grandi della finanza a Bari..

Assemblea organizzativa della manifestazione No G7 (foto ANSA)

Tra l’11 e il 13 di Maggio a Bari si terrà il summit finanza delle sette superpotenze del mondo, incontrandosi per discutere di occupazione, economia e sviluppo. I setti Paesi che vedranno impegnati i rispettivi ministri dell’economia e finanza e i governatori delle banche centrali, con circa quattrocento delegati, sono gli Stati Uniti, l’Italia, il Giappone, la Francia, la Germania, il Canada e la Gran Bretagna. Insieme a questi parteciperanno il governatore della Banca Centrale Europea (BCE) Mario Draghi, il Commissario Pierre Moscovici e il presidente dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem, oltre ai rappresentanti delle istituzioni finanziarie internazionali come il Fondo Monetario Internazionale (FMI). Questi si riuniranno per discutere ‘nell’alto’ della politica dell’economia mondiale intorno alle disuguaglianze e all’occupazione, «la sicurezza come bene pubblico globale», la tassazione internazionale e il coordinamento delle istituzioni finanziarie. L’evento sarà a porte chiuse e si svolgerà tra le mura del castello Svevo. La prefettura e la questura, oltre che il sindaco, ha apportato misure di sicurezza speciale tenendo la città di Bari presidiata militarmente ed impedendo l’accesso ai non residenti per un’area che comprende parte del quartiere Madonnella, del Murattiano e tutta Bari Vecchia.

Negli stessi giorni, diverse organizzazioni sociali e politiche, oltre al neo costituito Comitato G7 a Bari No Grazie, svolgeranno diversi iniziative, tra cui un corteo il 13 Maggio da parco 2 Giugno e un forum dal titolo «l’Altro vertice, molti più di sette». Iniziative che avranno, oltre alla discussione e al confronto, la pratica della contestazione dell’evento e dei suoi partecipanti, responsabili dichiarati delle politiche economiche che hanno prodotto la crisi e delle «soluzioni lacrime e sangue», come denunciato dagli attivisti dei movimenti. Le politiche che hanno apportato la liberalizzazione dei servizi pubblici e la loro riduzione, l’aumento delle tasse e lo sgravio alle fasce sociali con maggiore reddito, l’acuirsi delle diseguaglianze e l’aumento della disoccupazione, soprattutto tra i giovani e l’aumento delle politiche securitarie e degli armamenti degli stati nazionali impegnati ad oggi in diversi conflitti.

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