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Cultura

Il pop di Dante

Da sinistra, il prof Gargano, Tina Ottavino e il prof. Buonaccino

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Coinvolgente, appassionante, critico, pungente. Ha saputo raccontare la Divina Commedia con un’oratoria che in pochi possono vantare. È riuscito a strappare applausi a ragazzi del quarto e quinto anno, come raramente è accaduto.

È il professor Trifone Gargano con il suo Dante pop, ospitato presso l’Ites “Pertini” di Turi in un appuntamento organizzato da Tina Ottavino.

È un Dante che non ti aspetti, quello portato a lezione dal professor Gargano, un padre della letteratura che non smette mai di raccontare e farsi raccontare. “Ho conosciuto il professore sempre qui a Turi, in un evento organizzato in un’altra location dalla signora Ottavino” – ha aperto il professor Buonaccino, dando il benvenuto all’autore. È ai ragazzi che si preparano alla Maturità, è agli studenti degli ultimi anni che gli organizzatori si rivolgono con una “provocazione culturale” che sicuramente farà parlare anche fuori dalla scuola, dove più facilmente la musica incontra le attenzioni dei ragazzi. È con la musica, con i grandi autori del panorama artistico musicale che si presenta il professor Gargano che, spaziando dagli anni ‘70 ad oggi racconta e ricerca – “perché questo lavoro prosegue ancora oggi” – il Dante della Commedia.

Un momento della lezione del prof Gargano

Da De Andrè a Venditti, dai Negramaro passando per Jovanotti, Vinicio Capossela, Caparezza, Ligabue, lo Zecchino D’oro o Pierdavide Carone, i versi della Divina Commedia trovano spazio nella musica di tutti i giorni. Inconsapevolmente, ognuno di noi li canta. Una contaminazione artistica che il dantista di Adelfia ha ricercato per diversi anni e ancora oggi continua a cercare.

L'esibizione di uno degli studenti del Pertini

Ripercorrendo le discografie dei più grandi cantautori italiani dell’ultimo cinquantennio, il professor Gargano ha sottolineato e commentato tutti i riferimenti alla Divina Commedia, presenti nei testi delle canzoni. Lo ha fatto accattivando l’interesse della giovane platea che ha ascoltato e cantato versi danteschi, seguendo le didascalie irriverenti di Gargano.
“Mi sono chiesto – ha spiegato ai ragazzi – come mai nei romanzi moderni ci fossero così pochi riferimenti alla Divina Commedia. Poi ho scoperto che, al contrario, nella musica i riferimenti fossero innumerevoli e allora ho iniziato la mia attività di catalogazione che è tuttora in corso e in continuo aggiornamento”.

Si passa da citazioni più esplicite come in “Filippo Argenti” di Caparezza, a riproposizioni più dibattute come in “Dolente Pia” di Gianna Nannini. Dalle note eversive di Fabrizio De André in “Un bombarolo”, al racconto critico degli anni tra i banchi di scuola affidato alle ballate di Antonello Venditti. Ogni autore, ogni verso trasposto sulle basi musicali, si fa veicolo di un inferno terreno, con patimenti terreni; gli stessi descritti da Dante nella prima cantica.
“Ma raramente i cantanti italiani – chiarisce Gargano – hanno preso spunto dai versi del Paradiso, perché è materia più ostica da comprendere rispetto all’Inferno, a tal punto da non consentirne l’immedesimazione che ispira i cantautori”.

È con l’interpretazione di uno studente che la platea si anima maggiormente dimostrando come la musica è il linguaggio universale attraverso la quale affrontare qualsiasi lezione, sia essa di letteratura, di filosofia, di politica, di sociologia.

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