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Politica

Una ‘cannonata’ e vola via!

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Un discorso deludente, fiacco, di una banalità retorica disarmante. L’intervento del sindaco Menino Coppi per la cerimonia del 25 aprile (Festa della Liberazione dal nazifascismo) è il termometro politico di quanto accade all’ombra di Via XX settembre, con un Palazzo ormai allo sbando, senza un’idea di futuro per la nostra Comunità martoriata e presa in giro sia dagli uffici tecnici comunali che dai politicanti locali.

Dal punto di vista politico e intellettuale, il discorso di Coppi è stato dello stesso spessore di una sottiletta, che al caldo poi si scioglie, e quasi scompare, senza lasciare traccia. Anzi, lascia un appiccicoso senso di fastidio e di rabbia per come è trattata questa comunità, senza che nessuno da Bari a dagli organi pubblici (Prefettura in primis) ci venga a salvare da questo inaccettabile immobilismo e menefreghismo della cosa pubblica (il ‘parco’ di Via Conversano è una vergogna pubblica, e non solo quello!).

Il primo cittadino ha raccontato la storia del nazifascismo con uno stile da sussidiario di scuola elementare, ormai fuori catalogazione, e senza gettare mai un solo sguardo all’attualità, al futuro che si prospetta. Perché la verità è che Menino è già in pensione… politica. Non guarda più al futuro, non lo ha mai fatto in questo mandato, e diciamoci la verità, neppure in campagna elettorale aveva un programma ambizioso, ideale e di idee. Era tutta propria, l’ambizione.

Menino Coppi incarna quel passato dal quale i giovani dovevano liberarci (la Liberazione è un concetto metaforico), e invece ne sono rimasti schiacciati e fagocitati da quel passato che torna, da quello stile politico da Prima Repubblica. Dei giovani politici di questa maggioranza purtroppo non resterà traccia, sono stati bruciati da un sindaco irresponsabile, sacrificati in questa specie di guerra civile. Anche la liberazione dell’Italia purtroppo ha richiesto tanto sacrificio, di vincitori e vinti, tutti hanno pagato un prezzo alto, il prezzo di chi si ostina a un governo illiberale, senza idee e progetti, senza visioni e senza futuro.

I giovani dovevano essere il futuro, e invece ora sono già vecchi, e non tanto per colpa loro, ed è quello che tanto più lascia il rammarico.

Il caso del migrante morto di meningite.

L’ultimo dramma politico si è consumato in quella che poteva essere una tragicomica se fosse stata scritta da Pirandello: parliamo del migrante morto di meningite a Trani, nello stesso centro in cui vi erano altri migranti che poi sono stati ospiti a Turi. Si bada come al solito alla forma e alla veridicità delle notizie, senza considerare che i rischi sono reali e che bisogna attrezzarsi. Mentre gli altri si preoccupano di scattarsi selfie per nutrire la retorica buonista (senza aiutare di fatto i migranti), la vicesindaco Lavinia Orlando è rimasta intrappolata dal solito atteggiamento pilatesco e letale del sindaco Coppi che da tre anni ci propina il solito mantra: Tutte chiacchiere da bar!

Ancora una volta, il suo incredibile silenzio, il suo continuo lavarsi le mani, va a spese della maggioranza e dell’esecutivo, dei giovani politici turesi così bruciati; una gioventù bruciata.

Ci vuole una bella ‘cannonata’ a questo modi di fare politica. Buona fortuna Turi, il famoso ‘giardino’ ormai dimenticato della provincia, che da tanto tempo ormai attende il suo prossimo 25 aprile.  

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