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“Mi vergogno per i miei concittadini”

Lavinia Orlando insieme a Zakari

A Turi, ad onta di ogni messaggio di pace e di speranza che a Pasqua dovrebbe dominare, è scoppiata una violenta ondata di razzismo che, come una piccola scintilla che ha acceso un enorme rogo, è nata da una voce, una notizia neppure ufficiale che parla di nuovi sessanta immigrati in arrivo a Turi.

Abbiamo chiesto numi circa la questione al vicesindaco Lavinia Orlando, che ci fa sapere: «Circa la notizia dell’arrivo dei 60 immigrati, in verità non vi è nulla di ufficiale anche perché è un qualcosa che viene gestito dalla Prefettura in cui il Comune non entra. È una voce che si è sparsa in paese, ma non me la sento di  confermarla».

Chiediamo anche alla Orlando una sua opinione circa le vergognose manifestazioni di razzismo via social che alcuni turesi continuano a postare in questi giorni. «Dobbiamo metterci in testa che per ragioni che esulano dalla volontà dei singoli, gli Stati occidentali molto hanno fatto per lasciare queste terre nello stato in cui stanno e gli Stati occidentali hanno dunque la loro colpa: nel momento in cui queste persone si spostano, l’accoglienza è assolutamente doverosa» – esordisce Lavinia Orlando che poi attacca l’ipocrisia di quei turesi che si dichiarano cattolici praticanti ma la fratellanza e la carità non sanno nemmeno cosa siano: «Poi magari quelle stesse persone che rifiutano l’idea stessa dell’accoglienza vanno in Chiesa, ti mandano gli auguri delle Palme con tanto di immagini di colombe che inneggiano alla pace».

La Orlando continua dicendosi costernata per quanto letto su Facebook: «Mi vergogno per le cose che i miei concittadini hanno scritto, dando sfoggio del peggio di sé. Io vorrei far parlare questa gente con gli ospiti del centro in Via Casamassima perché si renderebbero conto delle storie di queste persone, di cosa hanno vissuto. Così come molti di noi non hanno voglia di andare via da Turi, anche loro probabilmente non avevano nessuna voglia di scappare dal proprio paese d’origine. Per arrivare in Italia ne hanno passate di tutti i colori, hanno attraversato il deserto, sono stati sfruttati, le donne sono state violentate: mesi e mesi per arrivare in Italia con la speranza di una vita migliore».

Il vicesindaco fa una riflessione su come l’arrivo dei 30 migranti attualmente ospiti nella struttura di Via Casamassima abbia avuto effetti positivi sull’economia turese: «L’arrivo dei trenta migranti ha avuto su Turi dei riscontri positivi sull’economia: per l’Holiday residence, per i fornitori che lavorano, come  ad esempio il panificio turese che fornisce i propri prodotti. All’Holiday residence, inoltre, lavorano due giovani neolaureate: la prima  insegna italiano e l’altra svolge il ruolo di educatrice. Quindi vi sono stati vantaggi anche a livello occupazionale».

Stesso discorso per l’aspetto culturale: interfacciarsi con persone appartenenti a culture tanto diverse dalla nostra non può che essere un motivo di arricchimento: «Lo scambio culturale è rilevante: ho imparato più parlando con gli ospiti del centro che leggendo dieci libri. Conoscere un’altra cultura, un altro modo di intendere la vita, ti fa crescere molto».

Dichiarazioni, quelle della Orlando, davvero condivisibili: dunque unanime deve essere la condanna di qualsivoglia forma di razzismo, soprattutto quando viene strumentalmente giustificato in nome della difesa dei diritti dei cittadini turesi. Un linea di pensiero – tanto contagiosa quanto comoda – che ha come unico risultato quello di innescare la proverbiale “guerra tra poveri”, alla fine della quale ne usciamo tutti un po’ più miseri. Non è certo respingendo un gruppo di migranti che si risolveranno i disagi sociali che tanti turesi quotidianamente vivono. 

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