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Politica

Brucia il falò con il ‘fantoccio’ dell’amministrazione

Il post della vicesindaco

Il falò rappresenta, tra l’altro, un rituale di purificazione; il fuoco che brucia il passato e i cattivi ricordi. Un nuovo inizio. Il nucleo caldo di una nuova famiglia. In alcune comunità è sormontato da un fantoccio che si lascia avvolgere dalle fiamme, fino a tornare cenere per scomparire. Quanto è accaduto a Turi in occasione del falò di San Giuseppe è la plastica rappresentazione di uno stato di malessere che affligge la comunità. L’amministrazione Coppi, inconsistente com’è (in conflitto con la società civile, con se stessa e non più rappresentativa dell’intera comunità turese) è la metafora di quel fantoccio che brucia solitario, e non aspetta altro che la fine. Le ceneri. L’amministrazione Coppi si sta bruciando da sola, come il polpo si cucina nella sua stessa acqua. Ma intanto, sta bruciando tutto ciò che di buono è rimasto attorno, a cominciare dalle relazioni con i rappresentanti della società civile.

Il post Facebook pubblicato dalla vicesindaco Lavina Orlando è una dichiarazione di guerra alla storica associazione Pro Loco, l’ennesima bugia del sindaco Coppi che si nasconde dietro le divergenze interne alla maggioranza, che proprio per questo non rappresenta più la comunità, ma è causa di una sorta di guerra civile.

Non entriamo tanto nel merito dell’infelice evento di domenica scorsa; c’era un deserto attorno al falò di Largo Pozzi. La colpa non è dell’associazione delle Mule. Il flop dell’evento è la punta di un iceberg che nasconde bugie e incompetenze di questa amministrazione.

Vincenzo Verdoni

La testimonianza di Verdoni.

Per questo contattiamo Vincenzo Verdoni della Pro Loco, un ex dipendente comunale in pensione che conosce uffici e politici locali come le sue tasche. E cosa scopriamo? Sotto la cenere del flop di domenica ci sono le solite bugie e le evidenti incompetenze. In sostanza, l’amministrazione dimostra una scarsa capacità di programmazione di eventi che dovrebbero essere il fiore all’occhiello di un paese dell’entroterra, di conseguenza si manifesta l’incapacità organizzativa, e il conflitto con le associazioni e gli operatori economici e culturali che organizzano, e che andrebbero messi nelle condizioni di lavorare e operare; è grazie a loro se una comunità è viva, animata, e apprezzata dai forestieri.

 

Mancata programmazione.

Polignano a Mare, Monopoli, Rutigliano stanno facendo scuola nell’organizzazione di eventi. Le amministrazione elargiscono fior di contributi comunali, perché sono investimenti fruttuosi, che tornano moltiplicati nelle casse delle attività e dei cittadini che lavorano. Non sono costi, ma utili! Soprattutto quando l’evento è un’offerta programmata, un contenitore ricco. Voi vi chiederete: ma la Pro Loco voleva 1.500 € (1.500 misere euro!) per un falò? Non è così. La Pro Loco (vedi paragrafo “i retroscena”) aveva in mente ben altro, ed è stata tenuta in campana per mesi a causa dei conflitti interni alla maggioranza e delle incompetenze clamorose; ne deriva che questa amministrazione è dannosa per l’economia e la cultura della comunità turese, perciò la Orlando, dopo quel post e dopo l’ennesimo fallimento di domenica, in quanto assessore alla cultura dovrebbe dimettersi. E invece controbatte e litiga con un’associazione, lei che dovrebbe essere super partes!

Giusto per cronaca, Polignano (paese di mare e poco invernale) domenica scorsa con due falò in centro e qualche stand degustativo, era strapiena. 1.500 € sarebbe una cifra ridicola per un comune economicamente più precario rispetto a quello di Turi. A Noci le associazioni, sostenute e incentivate dall’amministrazione comunale (è questo il compito di un assessore!) organizzano e programmano eventi un anno prima (vedi Bacco nelle gnostre) e raccolgono palate di soldi di pubblicità e di prodotti venduti negli stand.


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