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Cultura

Icone e Sacralità

I relatori della serata


Un appuntamento con il Lions Club di Turi


La Madonna, il Cristo, la Trinità. Sono tra i primi simboli religiosi che un cristiano conosce nella sua formazione. Le icone… sono queste il tema della serata di venerdì 9 dicembre presso il Centro Studi di Storia e Cultura “Matteo Pugliese”.

È nella volontà del Lions Club Turi parlare e approfondire il tema verso il quale in tanti esprimono la loro curiosità e attenzione. “L’icona non si dipinge, si scrive” – ha stigmatizzato l’Architetto Caterina Arnò, relatrice della serata.

L'intervento di Pierangelo Pugliese

A dare il benvenuto, il presidente del Centro Studi e Cerimoniere del Lions, prof. Domenico Resta, che presto ha dato la parola al vicepresidente del Lions Club Turi, Pierangelo Pugliese, dopo i saluti e i ringraziamenti all’Architetto Arnò, di Manduria. “Avremmo potuto usare la nostra sede consueta, ma per questo incontro abbiamo preferito un posto più centrale, per dare maggiore possibilità a tutti di parteciparvi, considerata la valenza dell’argomento” – ha commentato il vicepresidente. “Personalmente sono sempre stato affascinato dalle icone e grazie ad una mia esperienza sono riuscito a comprenderle negli anni. L’icona nasce dopo un momento di contemplazione! Non è solo un atto artistico” – conclude il vice presidente, passando la parola all’Architetto Arnò.

Sono le slide che accompagnano la sua spiegazione e il suo percorso all’interno delle Icone “che hanno le stesse valenze dei Testi Sacri”.

La lezione dell'architetto Caterina Arnò

Ma cosa sono le icone? “Sono parole impresse in immagini dai monaci ortodossi, di Dio e dei Santi”. La parola ‘icona’ deriva dal greco ‘eikon’ e significa immagine”. Nei primi secoli dopo Cristo era tipica la raffigurazione della Madonna, del Cristo o dei Santi, eseguita con una particolare tecnica di pittura su legno e resa preziosa dallo sfondo: un sottile strato d’oro. L’icona non è però un semplice quadro. Ogni parte del dipinto insegna le verità cristiane: dalla disposizione delle figure alle scritte, dalla posizione delle parti del corpo ai colori dei vestiti.

L’iconografo, oggi come nel passato, si prepara con la preghiera e il digiuno prima di dipingere un’icona e deve rispettare severe regole di comportamento, custodite e tramandate dai Padri della Chiesa. Su queste pitture, infine, non appaiono le firme degli artisti o le date di esecuzione, in quanto le immagini non devono suscitare emozioni umane ma far percepire la realtà divina.

L’icona è un’immagine sacra tipica di tutto l’Oriente cristiano, dalla Russia ai Balcani, dalla Grecia alla Palestina, rimasta immutata nei suoi modi espressivi praticamente dai primi secoli del Cristianesimo fino ad oggi. Le icone sono anche utilizzate nelle case per la preghiera familiare, collocate nell’angolo orientale della stanza e ornate con candele. Esse formano un piccolo santuario domestico chiamato dai russi “angolo bello o prezioso”. Le più famose sono: “le icone del Salvatore”, “le icone di Maria con Gesù Bambino” e “l’icona della SS. Trinità”.

L’icona di Gesù più diffusa e più nota è il “Cristo Pantocrator”, cioè “Colui che è l’Onnipotente”. La troviamo in diverse forme ma vi sono elementi che rimangono invariati come: la mano destra che benedice, il libro delle Scritture tenuto con la mano sinistra e che può essere aperto e chiuso, l’espressione del volto severa o, a volte, più benigna.

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