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Cultura

A spasso tra sogno e realtà

Da sinistra, Lavinia Orlando, Dacia Maraini e Alina Laruccia

 

“La bambina e il sognatore”, tra le pagine del nuovo romanzo di Dacia Maraini


“Provengo da una famiglia molto povera. Nel dopoguerra non c’era molto… vestivo il cappotto di mio nonno con i risvolti alle maniche; mangiavamo sempre patate; avevamo pochissimi soldi… ma una cosa non è mai mancata in casa nostra: i libri! Facevano parte della mia famiglia e da qui è nata la mia passione”. Prima di essere una scrittrice, una delle più grandi della nostra epoca e candidata al Nobel per la letteratura, Dacia Maraini è una lettrice. Ha amato Jane Austen, ne è rimasta colpita, sorpresa, affascinata e, dalla sua adolescenza, la accompagna nella sua vita.

Una sala conferenze che avrebbe dovuto permettere il doppio della capienza, ha accolto la grandissima scrittrice contemporanea Dacia Maraini, che ha inaugurato la stagione letteraria nata dalla sinergia tra la “Casa delle Idee” e “Didiario”, nella serata del 4 dicembre.

Straordinaria nella sua raffinatezza, coinvolgente ed appassionate nelle sue parole, l’autrice ha presentato “La bambina e il sognatore”, la sua ultima fatica letteraria che promette, sin dalle prime battute, di lasciare tutti col fiato sospeso fino all’ultimo rigo.

Dacia Maraini a Turi (2)

Dopo i ringraziamenti e la presentazione del neo nato progetto culturale turese e dei suoi obiettivi, ad accompagnare le parole della scrittrice, la voce e le riflessioni del giornalista Vito Catucci, con intermezzi di lettura di Angela Antonacci e un sottofondo musicale di un’allieva dell’insegnante Margherita Dipierro.

Una trama avvincente e una narrazione che ispira alla riflessione su temi di attualità, senza dimenticare i sentimenti e le emozioni. Dacia Maraini, con delicatezza e sensibilità, e con una scrittura intensa e coinvolgente, confeziona un romanzo toccante, che sa appassionare la lettrice e il lettore per la trama, i riferimenti letterari, le emozioni e le riflessioni sulle brutture del mondo in cui viviamo e su quello che ciascuna e ciascuno di noi fa per cambiarlo.

Il sogno è il centro da cui si dipana la vicenda che, per la prima volta nel romanzo della Maraini, ha per protagonista un uomo, il maestro. “Il sogno è sempre stato importante. Sin dall’antichità sono considerati profetici, potevano decidere le sorti di un popolo. Così è anche nel libro… Il maestro sogna la scomparsa di una bambina, come se facesse un salto nel mondo delle ombre cercando sua figlia morta di leucemia. Un po’ come Orfeo ed Euridice” – richiama l’autrice. Una bambina scompare, un maestro ne sogna la scomparsa già prima della denuncia e, dopo nove mesi di ricerche, il caso viene archiviato; ma il maestro prosegue nell’intento di ritrovarla e coinvolge i suoi alunni.

Dacia Maraini a Turi pubblico (2)

Vicenda narrata e vicende quotidiane si intrecciano nelle pagine della Maraini, invitando inevitabilmente il lettore a riflettere su situazioni che spesso si ascoltano, ma che non si conoscono personalmente. Come affrontare la leucemia… Cosa significa desiderio di paternità? “Ho riletto Pinocchio e ho rivisto in Geppetto il desiderio di essere padre e il suo amore riesce a trasformare un pezzo di legno in un bambino. La nostra cultura ha censurato il nostro desiderio di paternità, come se fosse prerogativa della sola donna. E invece no!” – ha commentato la Maraini.

Il maestro, mosso dal suo amore nei confronti dell’idea della famiglia, resta solo. Muore sua figlia, la moglie va via perché non sopporta di restare in quel luogo che per anni le ha regalato sorrisi, vive in una solitudine familiare che cerca di ripiegare e riscattare nella scuola. “La scuola è oggi uno dei luoghi in cui si vive la multiculturalità – interviene Catucci – e nel libro, per bocca di un bambino musulmano, vengono pronunciate parole molto forti. Si intreccia tra le righe il dramma dell’educazione che oggi vive la scuola per superare delle differenze culturali”. “La religione musulmana è una religione bellissima. Il terrorismo è una malattia della società, in cui la morte vince sulla vita. Tanatos vince sull’eros, nella loro cultura. Nella storia ci sono molte religioni che sono votate verso un dio che chiede sacrificio, sangue… gli islamici sono vittime come noi e forse noi non ce ne rendiamo conto. Sbagliamo a pensare che ci sia una guerra tra culture e religioni. L’esempio è Malala, sparata perché voleva studiare. Il terrorismo, si rivolge verso i suoi stessi membri, che però non accettano l’estremismo”.

Dacia Maraini a Turi pubblico

Espressione del terrorismo, delle guerre civili, della povertà e della paura, è l’immigrazione e l’arrivo di tanti bambini soli, bambine che spesso poi cadono nella trappola della prostituzione. “Viene a mancare la sacralità dell’essere umano. Spesso costrette ad essere schiave. Mi sciocca e ritengo orrendo, ascoltare episodi di ragazzine che si svendono per pochi spiccioli, per un paio di ricariche, come accadde qualche anno fa al Parioli di Roma!” – ha aggiunto Dacia Maraini.

È sulla visione del rapporto bambino insegnate che si chiude la presentazione della serata, sulla rivalutazione del mestiere più bello del mondo oggi trattato malissimo: la scuola ha poco prestigio; gli insegnanti vengono aggrediti dagli insegnanti. Quello che riesce a fare il maestro Nenni è costruire un rapporto con i suoi bambini: prendere da loro, non solo insegnare, facendo errori e, nel dolore, crescere tutti insieme.

Commenti, dubbi e parole di stima hanno salutato la scrittrice, che non ha lesinato sorrisi e autografi ai presenti, ancora affascinati dal suo dire e dalla sua gentilezza, ironizzando sul premio a Bob Dylan, pregiato del Nobel alla letteratura. “Dovrebbero farne una categoria apposita!”.

 

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