‘Questione Migranti’. La proposta del Movimento Azione Popolare
Cari concittadini,
alcuni di Voi hanno criticato il nostro precedente articolo, che trattava della tendopoli estiva realizzata per gli immigrati. Prima di tutto ringraziamo tutti quelli che nel Paese ci fermano e condividono con Noi quanto scriviamo, per Noi creare un dibattito era uno degli obiettivi che ci eravamo prefissati con il compianto Angelo Genghi, infatti non abbiamo mai preteso di aver ragione su tutto quello che facciamo pubblicare sui nostri giornali locali, sono opinioni e come tali servono per confrontarci e darci tutti quanti una svegliata per cambiare le cose di questo paese, rispettando la volontà dei più. Tornando alla questione tendopoli, Noi del Movimento non siamo contro l’accoglienza di questi lavoratori extra comunitari, ma siamo contro coloro che dovrebbero gestire queste cose e lo fanno quando oramai mancano pochi giorni all’inizio del periodo di raccolta delle ciliegie.
Come ormai è ben risaputo, l’anno scorso sono stati impiegati ben € 11.468 per realizzare una tendopoli di emergenza per ospitare i lavoratori e dargli un minimo di servizi e assistenza sanitaria. Cioè è stata allestita una tendopoli che ha offerto a buona parte di immigrati un alloggio, l’altra parte invece ha cercato soluzioni bivaccando in diversi angoli del paese. Di conseguenza, la tendopoli è stata sufficiente ad ospitare una percentuale degli immigrati e quindi per l’anno prossimo probabilmente si spenderanno altri soldi, forse di più. La domanda, a questo punto, sorge spontanea, perché questi soldi invece di spenderli in strutture temporanee non si usano per realizzare una struttura permanente, da utilizzare anche per altri scopi?
Forse, secondo Noi, bisogna trattare il problema da un punto di vista diverso, non più come una emergenza ma come una esigenza, poiché è ormai una realtà che appartiene e apparterrà a questo paese.
La Regione stanzia molti soldi ogni anno per la realizzazione di tendopoli invece di trovare soluzioni definitive, creando, a detta degli stessi operatori e volontari che fanno assistenza a queste risorse, tra l’altro non composte solo da immigrati, emarginazione e veri e propri ghetti dove accade di tutto.
Di conseguenza, ci siamo chiesti perché ogni volta le cose nel nostro Paese devono essere gestite in emergenza e non con una pianificazione? Perché non si ha l’umiltà, visto l’incompetenza mostrata in questi anni, di interpellare i produttori per trovare una soluzione ideale che non scontenti nessuno, compreso il resto della cittadinanza? Perché, attraverso un attento controllo, non si cerca di dare lavoro solo a quelli in regola e, al limite, a quelli con il permesso di soggiorno?
Molto probabilmente un progetto più ampio potrebbe prevedere anche soluzioni di integrazione di questi immigrati come è già accaduto per gli oltre 522 nostri concittadini provenienti da ogni angolo del mondo e ormai ben in sintonia con la cultura e le tradizioni turesi.
Continuiamo ospitando nel nostro articolo un estratto di una lettera scritta da un lavoratore extra comunitario al Sindaco di Nardò, da dove si evince che chi viene per lavorare di solito ha anche in fondo all’anima il senso civico che spesso noi stessi turesi non abbiamo:
«[…]Vorremmo a nome di tutta la comunità dei lavoratori, dedicare un ringraziamento speciale a dei ragazzi di Nardò che sono stati i primi a darci assistenza morale e materiale, dedicando il loro tempo per la nostra integrazione creando una scuola di italiano.
Abbiamo trovato una città che sta cercando di perseguire il suo stesso emblema: quello dell’Accoglienza.
Signor Sindaco, con molto rispetto e stima che abbiamo verso di Lei, constatiamo purtroppo che anche quest’anno siamo stati isolati dalla popolazione di Nardò, perché non vogliamo creare un ghetto che provochi disordini, sporcizia e illegalità; come dice un proverbio francese “c’est le millieu qui determine l’individue” che vuol dire è l’ambiente che determina l’individuo.
Vogliamo far capire alla popolazione che vorremmo essere come loro, imparando il loro stile di vita, rispettando la legge, l’ambiente e le norme di convivenza civile. Vorremmo Signor Sindaco proporre di far partecipare anche noi, o chi abiterà dentro il campo, al costo della tendopoli con un piccolo contributo. Inoltre per mantenere il campo pulito e in ordine sarebbe utile responsabilizzare o incaricare qualcuno fra noi per gestione gli spazi comuni».
Dopo aver partecipato al tavolo tecnico, vorremmo permetterci di avanzare delle proposte per migliorare il piano per l’accoglienza che sarà predisposto dall’Amministrazione. Da quello che abbiamo ascoltato, sarà allestita una tendopoli completamente priva di ombra. Vorremmo chiederle di individuare un’altra area con la presenza di alberi o con zone d’ombra per poter riposare la notte dopo tante ore di lavoro sotto il sole e non correre rischi per la salute di noi tutti. Noi lavoratori migranti del Comitato No Cap ci auguriamo che le nostre richieste siano prese in considerazione».
Questa lettera sta a significare che forse parlare anche con loro, potrebbe essere utile.
Movimento Civico Azione Popolare “Angelo Genghi”