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Cronaca

Carcere di Turi, ancora aggressioni a poliziotti

carcere

 

Ancora un aggressione a poliziotti penitenziari in servizio nelle carceri pugliesi, questa volta è toccata ad alcuni agenti in servizio presso la casa di reclusione di Turi.

Tutto è iniziato verso le ore 18 circa del 27 Luglio, quando un detenuto di origine barese, durante una visita medica, tentava di aggredire il sanitario di turno. Prontamente intervenuti gli agenti in servizio riuscivano a bloccare il detenuto, senza che lo stesso riuscisse a colpire il medico. A seguito di ciò il responsabile del servizio, provvedeva a dividere il detenuto in questione dagli altri, in attesa che si calmasse. Mentre veniva accompagnato in un’altra stanza, lo stesso in maniera improvvisa si scagliava contro i poliziotti penitenziari, procurando una distorsione ad una spalla guaribile in 20 giorni ad un agente, e lesioni guaribili in 5-6 giorni per gli altri.

Nonostante ciò, i poliziotti riuscivano a rinchiudere il detenuto che continuava ad inveire anche una volta entrato nella stanza. Subito dopo lo stesso scagliava il letto in ferro contro il muro, provocando un foro che finiva nella stanza adiacente. Dopo un po’ lo stesso si calmava, ed i poliziotti venivano accompagnati al pronto soccorso più vicino.

Il SAPPE, sindacato autonomo polizia penitenziaria, sa benissimo che il carcere non è un convento, per cui i comportamenti violenti fanno parte dell’ordinaria amministrazione, però non può non denunciare l’aumento drammatico delle aggressioni a poliziotti che in questi primi sette mesi, ha già superato quelli avvenuti lo scorso anno.

Inoltre si deve segnalare, cosa ancora più preoccupante, che durante il turno di servizio erano al lavoro circa 7 poliziotti per l’intero carcere, di cui 4 coinvolti nei fatti sopradescritti. Peraltro ci viene segnalato che dopo l’aggressione, un detenuto ristretto nella sezione detentiva, si è sentito male per cui è stato chiamato il 118 che ne ha disposto il ricovero in ospedale, che ha richiesto l’impiego di altre due unità di scorta a quest’ultimo.

Fortunatamente sia il comandante che alcuni poliziotti liberi dal servizio prontamente allertati, si sono immediatamente recati nel carcere, evitando con ciò, ulteriori disagi o conseguenze. Il SAPPE si chiede cosa sarebbe accaduto se non ci fosse stata la disponibilità di questi poliziotti? Il carcere sarebbe rimasto completamente sguarnito con 1 sola unità a vigilare sull’intero penitenziario, con tutti i detenuti aperti, in ossequio “alla vigilanza dinamica”.

Il SAPPE ritiene che questa situazione sia inaccettabile per cui chiede all’amministrazione penitenziaria di prendere i dovuti provvedimenti affinché il personale di polizia penitenziaria sia messo in condizione di lavorare con un minimo di sicurezza e serenità, altrimenti se non ci saranno risposte concrete, si valuteranno iniziative di protesta anche molto dure, poiché i poliziotti penitenziari, non possono continuare ad essere gli agnelli sacrificali e venire picchiati in continuazione, per causa di un’amministrazione penitenziaria completamente assente.

Ci chiediamo infine, dove siano i garantisti che gridano alla tortura anche se ad un detenuto viene toccata un unghia, mentre sono assenti in questi casi. Non vogliamo credere che queste persone considerino la polizia penitenziaria come carne da macello, e che sia giusto che debba lavorare in condizioni altamente massacranti e stressanti.

Il segretario Nazionale
Federico Pilagatti

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