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Inaugurato a Turi il “Comitato per il Sì”

inaugurazione comitato referendum Gravinese De Grisantis


De Grisantis: dalla diminuzione dei costi della politica al superamento del meccanismo della ‘navetta’ delle leggi tra Camera e Senato

 

In occasione del referendum costituzionale del 2016, in tutta Italia si sono formate varie associazioni a favore e contro la riforma Renzi-Boschi. A livello nazionale, le campagne elettorali per il sì sono state organizzate da un comitato principale, che si pone come coordinatore di una vasta rete di comitati locali. Tutto il coordinamento è supervisionato principalmente da Maria Elena Boschi, mentre il modello di campagna elettorale – basato sulla diffusione capillare sul territorio di piccoli comitati – è stato ideato da Jim Messina, noto consulente politico statunitense appositamente ingaggiato da Renzi nel gennaio 2016, che in precedenza aveva sperimentato con successo tale strategia per le campagne presidenziali di Barack Obama. Così il Comitato per il sì sbarca anche a Turi, inaugurato il 12 giugno scorso in via Maggiore Orlandi.

comitato referendum costituzione sede

A scendere in campo anche i Giovani Democratici di Turi. “Accanto alla sezione locale del Pd di Turi – ci ha spiegato il segretario Valery De Grisantis – anche noi siamo impegnati nella sensibilizzazione dei cittadini sulla tematica referendaria della riforma della Costituzione, che ci terrà impegnati il prossimo Ottobre. A questo proposito domenica scorsa abbiamo inaugurato il Comitato ‘Basta un Sì, Turi Democratica’ con la partecipazione del consigliere regionale del Pd Donato Pentassuglia e il segretario provinciale del Partito Democratico Ubaldo Pagano. Comitato, che ci darà la possibilità nei prossimi mesi di promuovere delle iniziative per spiegare al meglio la riforma che abolirà il bicameralismo perfetto, superando il meccanismo della ‘navetta’ delle leggi tra Camera e Senato che ha fin qui generato molti ritardi e sovrapposizioni”.

“Inoltre – prosegue De Grisantis – se il referendum andrà a buon fine ci sarà una notevole riduzione dei costi della politica, grazie alla diminuzione del numero dei parlamentari, con la riduzione dei senatori da 315 a 100, con forti risparmi sulle indennità attualmente corrisposte. Ancora, nella riforma è prevista una limitazione del ricorso ai decreti legge, espediente di cui un po’ tutti i governi hanno abusato con la giustificazione della necessità e dell’urgenza dei provvedimenti. Questi sono alcuni dei motivi per cui abbiamo scelto di impegnarci per il sì. Per noi questo referendum non sarà solo importante per la tanto acclamata ‘fiducia popolare’ al Governo Renzi, ma sarà soprattutto un voto volto a modificare la Costituzione in base alle necessità di cambiamento che la stessa Repubblica richiede dopo 70 anni”.

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