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“Sepolti” vivi in un cimitero

Cimitero tendopoli (2)

 

Lontani dagli occhi. Lontani dal cuore. Lontani da ogni preoccupazione. Si è risolta così, l’ennesima tristissima puntata dei lavoratori stranieri a Turi. “Sepolti” vivi in un cimitero. L’importante è che ora non si vedano, per non dover girare lo sguardo tutte le volte che ‘inquinano’ di terra e sudore il fondo delle nostre fontane. L’importante è che raccolgano per bene tutte le vostre ciliegie dei vostri preziosissimi terreni. Ciascuno pensa alla propria pancia: le mie ciliegie, il mio terreno, i miei voti, la mia dignità, il decoro di una città cui ci si appella, mentre non si è capaci di potare un solo albero, coprire una misera buca o ribellarsi davanti a quel vergognoso parco sorto dalle ceneri di un ospedale costruito e poi abbattuto. E ci venite a parlare di decoro. Il decoro e la dignità li avete tolti ai turesi, che assistono inermi agli scempi e alle ruberie di Palazzo. Questo è il paradosso. Ipocriti e imbianchini di sepolcri.

E intanto, improbabili rossi e neri si contendono il ghiotto “affare”, trascinando tutto sul proprio terreno di scontro. Sciacalli e avvoltoi. IPOCRISIA: ha ragione il giovane Marco Aiello (non a caso fatto fuori dal PD assieme alla Rossi e a tanti altri troppo poco di sinistra). “È solo incapacità e irresponsabilità nella gestione di una situazione preannunciata”. Analisi, queste e altre, troppo scomode per chi non riesce a guardare oltre la propria “falce” o l’indice di un braccio teso.

Tutti hanno sempre una soluzione per tutto, a patto che si tratti della propria salute e delle proprie tasche. O che ci sia un microfono e qualche bel parolone da sfoggiare: il cohousing! A proposito, che fine ha fatto la libraia moralista? Sempre pronta a dare lezioncine a tutti, a giudicare, se è il caso pure a insultare come fa costantemente nei confronti del nostro giornale, salvo poi cibarsene più di tutti i libri che avrà venduto.

L’imperativo alla fine è: “Banlieue!”, etimologia doppia, che significa “messa al bando” (da: mettere al bando, mettere lontano dalla città) individui più poveri e ritenuti più pericolosi. Le basi ideologiche di chi ha concepito le “banlieue” parigine intendevano proprio questo: emarginare, ghettizzare. Fondamenta che nella sostanza trovano d’accordo sia i rossi che i neri, come spesso capita quando si sposano gli estremismi, facendoli passare come stili di vita politica coerenti, più che altro con la storia passata che con quella attuale e futura. Quando i democratici e i liberali e moderati di centrodestra impareranno la lezione? Ogni volta che non si è capaci di risolvere i problemi reali o non si vuole programmare l’attività amministrativa, si concede spazio e potere di ‘ricatto’ alle forze estreme. Pensate che Vendola si candidò alle politiche in coalizione con il Partito Democratico. Una volta incassata la poltrona, il suo partito è tornato “coerente” nel proprio eterno stato di incoerenza. Stesso copione accade in Comuni come Turi: si è costretti alle grandi ammucchiate pur di vincere le elezioni.

Le ammucchiate con “quelli che benpensano”, quelli che “l’imperativo è vincere”. Dopo la sciagurata soluzione, hanno già imbandito la tavola del consenso: A cena coi migranti!

E certo, prima li ghettizzano in un cimitero e poi gli preparano da mangiare. Non credo che basti una gustosa cenetta a “rifondare” la coscienza. Le ciliegie quest’anno sono amare assai. Complimenti e buon appetito a tutti!

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