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Giovanni Ventrella: il ‘valore umano’ della Protezione Civile

protezione civile turi


Il nuovo coordinatore turese invita i cittadini
ad avvicinarsi al volontariato


Come abbiamo riportato sulle pagine dello scorso numero, c’è stato un cambio di testimone ai vertici della Protezione Civile di Turi. I volontari hanno infatti eletto come nuovo coordinatore dell’organizzazione Giovanni Ventrella, uno dei pilastri portanti della sezione turese. Il nuovo coordinatore ha accettato di rilasciare un’intervista per La Voce del Paese, consentendoci di approfondire le meccaniche della Protezione Civile e lo spirito che anima i volontari.

 

Giovanni Ventrella

Signor Giovanni, è stato eletto coordinatore della Protezione Civile di Turi: come si è arrivati a questo cambio e perché?
“La Protezione Civile è presente a Turi dalla bellezza di sei anni e, come da regolamento, ogni due anni ci sono le elezioni, portate avanti in modo democratico. Tutti sono candidabili, ma di fatto si preferisce dare la “precedenza” a quei candidati che fanno o hanno fatto parte delle forze dell’ordine e altre istituzioni e ai membri più anziani. Ogni due anni scade il mandato del coordinatore e se ne elegge uno nuovo; per quanto riguarda queste ultime votazioni, il coordinatore uscente Marco Di Pinto non voleva candidarsi così da consentire un ricambio generazionale all’organizzazione, nonostante ciò è comunque stato votato, ma è rimasto fermo nelle sue decisioni”.

 

Parliamo un po’ dell’organizzazione stessa. Quali sono i compiti e le mansioni della Protezione Civilie a Turi?
“In primis collaboriamo con la Polizia Municipale – perché, in un certo senso, c’è una fisiologica correlazione fra le due realtà – in quanto il primo responsabile della Protezione Civile è il sindaco stesso e noi cooperiamo con loro in casi di necessità, che vanno dal gestire semplici manifestazioni a casi di calamità o persone scomparse. Ad esempio dal 15 giugno comincia la campagna per gli incendi boschivi a cui partecipiamo per il terzo anno. In questo caso dipendiamo anche dalla Sala Operativa regionale della Protezione Civile, che ci permette di estendere il nostro impegno fino ad un raggio d’azione di 50 km e perciò anche fuori paese. L’anno scorso ad esempio ci è capitato di intervenire a Sammichele e lungo la Conversano-Castellana. Questo sarà il problema da tenere d’occhio nei prossimi mesi”.

 

Per quanto riguarda l’entrare a far parte della Protezione Civile, qual è l’iter da seguire?
“Qui tocchiamo un tasto dolente! È un periodo di “stand-by”: esclusi due nuovi volontari, non si è avvicinato nessuno. Soprattutto la fascia giovane della cittadinanza sembra essere lontana dal voler entrare a far parte di questa organizzazione. Noi siamo aperti a tutti, dai 18 ai 65 anni; bisogna solo compilare una domanda di iscrizione. Non sappiamo spiegarci quale sia il motivo dietro a questo periodo di carenza di volontari, tuttavia sono già 3-4 anni che ci troviamo a dover fronteggiare questo problema”.

 

Cosa comprende la formazione di un volontario?
“Inizialmente si entra come aspiranti volontari, poi se si raggiunge un numero di aspiranti considerevoli, viene fatta una domanda al Comune, che organizza il corso a sue spese nel caso in cui si dovesse trovare un luogo adatto ad ospitarlo. Si possono anche accorpare gli aspiranti della Protezione Civile di più comuni, ma in quel caso è la sede regionale che coordina il tutto. Il corso base di formazione dura dai 2 ai 3 mesi, si tiene una volta a settimana e comprende un programma diviso in più punti, dai principi base di Protezione Civile – cos’è, soprattutto – fino ad arrivare al primo soccorso, al ripristino dello stato di calamità, rischio idrogeologico e boschivo, ricerca di persone scomparse e altro ancora. L’anno scorso abbiamo inoltre tenuto un corso di aggiornamento con i colleghi del gruppo di Gioia, con cui abbiamo un buon rapporto di collaborazione, organizzando un campo di due giorni focalizzato sul montaggio tende e uso delle attrezzature, ma anche sulla lettura della cartografia e altre cose interessanti. In sintesi si ha un’infarinatura generale su tutti questi fronti”.

 

Quindi ogni gruppo di Protezione Civile è più specializzato in una di queste categorie?
“Diciamo che tutti sono ugualmente specializzati in tutto. Ciò non ci impedisce però, in casi eccezionali e previa richiesta, di spingerci anche molto lontano per eventuali interventi”.

 

Di quali mezzi dispone il gruppo di Turi per gli interventi?
“Disponiamo di un pickup attrezzato per il modulo anti-incendio, che usiamo più di frequente per gli incendi boschivi in estate e in inverno per quelli provocati gettando cenere di braciere nei cassonetti. Abbiamo anche un carrello con idrovora da 2000 l/min, un generatore, una torre faro e flabelli per gli incendi boschivi”.

 

Parlando di finanziamenti, da dove provengono le vostre risorse?
“Essendo un gruppo comunale i nostri finanziamenti sono gestiti dal Comune. Noi, come un normale ufficio comunale – gestito da volontari – possiamo solo effettuare richieste presso il Comune, che poi “smista” i vari finanziamenti. Tutte le nostre risorse provengono dall’amministrazione locale, senza interventi di capitale proprio dei volontari o di terzi. L’unico rimborso che noi abbiamo proviene dalla campagna anti-incendio, che viene remunerata con 5mila euro depositati direttamente alla tesoreria del Comune”.

 

Chiudiamo con un invito alla popolazione. Perché quella da volontari della Protezione Civile è un’esperienza da fare?
“Premetto che stiamo cercando di progettare qualche manifestazione per promuovere l’azione della Protezione Civile, così da portare l’organizzazione direttamente sotto gli occhi della gente. Ancora una volta ricordiamo che siamo aperti a tutti per eventuali informazioni. L’impegno non è troppo: come ci dicevano al corso, viene dopo il lavoro e la famiglia; ed infatti secondo il regolamento bisogna essere attivi solo 52 ore all’anno. Da qui non si guadagna niente sotto il profilo economico, ma molto sul livello umano”.

 

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