Archivio Turiweb

La Voce del Paese – un network di idee

Attualità

Centro di accoglienza in via Ginestre: il vicinato insorge

Il cortile dell'asilo di via Ginestre


Gli abitanti della zona mostrano il loro malcontento sui social e con una raccolta firme


La realtà di un microcosmo rispecchia sempre il macrocosmo in cui è inserita: se in un macchinario c’è un problema, il problema parte dal fondo, dal più piccolo ingranaggio. L’ingranaggio in questione è proprio la nostra Turi, specchio di una situazione controversa che da tempo attanaglia l’Italia: quella dell’immigrazione.

Come da un po’ di anni a questa parte accade nel periodo di punta del business cerasicolo, un gran numero di lavoratori “a stagione”, provenienti da diverse parti del mondo, si riunisce nel nostro paese per lavorare nei campi per quei due mesetti di raccolta, spesso e volentieri senza le adeguate certificazioni e permessi. Quest’ultima non voleva essere né un’accusa né una denuncia, ma semplicemente una constatazione di una circostanza che si ripete anno dopo anno. Pur essendo questo un problema, passa in secondo piano rispetto a un’altra questione, ovvero quella dei centri di accoglienza che andrebbero allestiti nel paese per ospitare questi lavoratori. Negli scorsi anni la situazione di disagio ha raggiunto picchi inimmaginabili, con gente letteralmente accampata nei posti più disparati, tra cui spiccavano le “baraccopoli” a Largo Pozzi e quelle presso la villetta di fronte al Palazzo Marchesale.

I lavori di pulizia di via Ginestre

Quest’anno – forse per prevenire il venirsi a creare dello stesso spettacolo indecoroso e di sicuro poco civile – si è pensato di allestire centri di accoglienza più funzionali e ospitali per questi lavoratori stagionali. Tuttavia un vecchio proverbio invita a non fare i conti senza l’oste; ed infatti gran parte dei cittadini non vede di buon occhio questa misura di previdenza sociale e lo dice a voce alta.

Alcune voci di paese (che così infondate non sembrano) vogliono il vecchio asilo di via Ginestre come uno dei possibili siti da attrezzare a centro di accoglienza; a conferma di ciò un abitante della zona ha postato delle foto su Facebook che ritrarrebbero la ditta designata mentre svolge i lavori preparativi in data 6 maggio. I problemi sollevati di fronte a questa ipotetica scelta sarebbero l’inagibilità dichiarata della stessa area e il fatto che le barriere che separano il vicinato dal “campo profughi” sarebbero facilmente oltrepassabili. Inoltre si chiede, sempre nel post sul social network, ad Amministrazione e Sindaco perché non siano state considerate per la stessa funzione altre zone come il Boschetto Zaccheo, l’ex canile, il campo comunale o il vecchio cimitero. Insomma, i residenti non ci stanno ed organizzano anche una raccolta firme per persuade il governo locale a valutare soluzioni logistiche più adeguate.

Sicuramente la questione e la polemica si protrarrà nelle prossime settimane, chissà se quest’anno si arriverà ad una risoluzione o se per le strade di Turi si assisterà all’ennesima replica estiva del peggior esempio di politica di inclusione.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *