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Politica

‘Cade’ pure l’antenna. Sigilli in Via Mola

Antenna di via Mola


Dopo il ponte, cade un altro simbolo di un regime politico allo sbaraglio


Prima il ponte di Via Conversano. Ora esplode definitivamente la grana dell’antenna di Via Mola. I mostri di questa amministrazione allo sbaraglio stanno venendo tutti quanti giù, come i simboli di un regime da smantellare, per non lasciarne più traccia. Questa volta è toccato ai Carabinieri porre fine, almeno provvisoriamente, allo scempio che si stava perpetrando in Via Mola. Grazie però ai residenti cittadini, a Carmine Catalano e ai consiglieri Laera e Tundo.

Martedì 10 maggio i militari del NOE (Nucleo Operativo Ecologico) di Bari, guidati dal maggiore Angelo Colacicco e coadiuvati dai colleghi turesi del maresciallo capo Giovanni Sacchetti, hanno messo i sigilli. Ponendo fine, in parte, alla pagliacciata e al balletto di scaricabarile: il sindaco Coppi e l’assessore Camposeo un mese fa dicevano che davanti al silenzio-assenso non si potrebbe fare nulla, un mese dopo la consigliera Arianna Gasparro li sbugiarda clamorosamente.

Le dichiarazioni del sindaco rese pubbliche nell’ultimo Consiglio comunale contrastano con quanto dichiarò meno di un mese fa, e rivelano una triste verità: questa amministrazione è totalmente incapace di assumersi le proprie responsabilità e di controllare o ‘indirizzare’ politicamente i tecnici, liberi di devastare il paese con errori e opere pubbliche che sarebbero indegne e irrispettose per i soldi pubblici, lo sarebbero pure in un paese dove tutti quanti evadono le tasse. E Camposeo la spunterà anche stavolta? E il dirigente che in Consiglio diceva che era tutto sotto controllo? In Italia tutti sono sindaci, presidenti e ingegneri, ma nessuno è responsabile.

 

L’ombra di un antenna e di un conflitto di interessi

Sequestro Antenna di via Mola

Sulle rovine del pasticcio ora appare il cartello dei NOE: “Attività edilizia e area sottoposti a sequestro preventivo d’urgenza, a disposizione della Procura della Repubblica c/o il Tribunale di Bari”. Sullo sfondo una corona di grossi bulloni troneggia orfana della sua lunga asta, un’ombra inquieta in meno, per fortuna, e che doveva confondersi tra le tante sagome di ferro e cemento che sovrastano il panorama turese.

L’antenna giace lì, da montare, sezionata in tre lunghi tronconi. Ci resterà finché non saranno concluse le indagini e non si giungerà a un verdetto. Il corso della giustizia lo lasciamo fare agli esperti; sarà il giudice a stabilire il grado di responsabilità dell’Ente, e quello dei tecnici. Tuttavia un verdetto era già scritto, e solo per arroganza e supponenza, oltre che ignoranza in materia, non si è voluto ascoltare: il parere dei cittadini. Questa amministrazione non ha rispetto per i cittadini turesi. Questi tecnici e politici passano sopra tutto e tutti pensando di poter piantare antenne come fossero bandierine su un terreno di conquista, o sui sandwich di un aperitivo.

Il sindaco è caduto nuovamente nella trappola, inciampando sull’antenna e sulle sue stesse dichiarazioni che ora lo inchiodano. E forse inciampando anche su qualche conflitto: il proprietario terriero che doveva ospitare l’antenna è amico e sostenitore del sindaco. Senza un chiaro regolamento comunale, si corre il rischio di favorire gli interessi di privati e amici: l’antenna avrebbe fatto guadagnare fior di quattrini all’amico. Coppi è inciampato pure sul PIC (Piano di Installazione Comunale) per redigere il quale l’amministrazione Resta stanziò 15 mila euro. Forse non legge i giornali? Non se lo ricorda?

Il ponte di Via Conversano è ‘crollato’ lasciando per terra le rovine di questa amministrazione. L’antenna è la spada che trafigge, dando il colpo di grazia.

 

È tutto in regola!

Il 6 maggio, in Consiglio, Laera chiedeva soluzioni. Tundo proponeva lo spostamento dell’antenna ad almeno uno o due chilometri da centro abitato, e ad appena cento metri. Ancora prima, i cittadini lamentavano: “Quel basamento e il traliccio sono in un’area che il PUG indica come zona a rischio! Perché distruggere una lama, forse la più importante, per un impianto di telefonia? Perché difendere un’installazione che non è effettivamente regolare? Perché l’ingegnere comunale si è limitato a considerare solo il parere (non concessione) dell’Arpa?

“È tutto in regola” – dichiarava l’ingegnere comunale, sostenuto dall’assessore Camposeo, sicuri della regolarità dei permessi e delle autorizzazioni in merito. Nel frattempo un quartiere era in rivolta. Solo e sempre chiacchiere da bar.

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