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Cultura

Le categorie gramsciane e il presente

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“Prospettiva Gramsci. Dialoghi tra il presente e un classico del Novecento”: è questo il titolo di una raccolta di saggi presentata lo scorso mercoledì 27 aprile presso la Sala conferenze del Chiostro delle Clarisse in piazza Gonnelli a Turi, in occasione del 79° anniversario della morte di Antonio Gramsci. A presentare il libro (curato dal dott. Alfredo Ferrara) dopo un breve saluto da parte del sindaco Coppi, sono intervenuti la prof.ssa Lea Durante di IGS Italia e il dott. Enrico Consoli, co-autore del testo.

“Prospettiva Gramsci” è stato definito un “libro particolare” perché “particolare il modo in cui è nato”, ovvero dall’esperienza di alcuni giovani studiosi che “nell’epoca della precarietà della ricerca, nell’epoca della precarietà della fusione intellettuale nella società, nelle università e nella vita politica, hanno deciso di porsi delle domande sul presente attraverso le lenti e l’aiuto di Gramsci”.

Fin da subito, infatti, l’obiettivo di questo progetto non è stato tanto quello di riunire filologi gramsciani, piuttosto quello di creare un collettivo di studiosi, provenienti da diverse branche del sapere, dalla sociologia alle scienze politiche fino alla linguistica, per capire cosa succede nel presente, facendo ricorso al grande intellettuale. E Gramsci è un autore che si presa particolarmente bene a questo tipo di discorso, perché ha dato una serie di categorie interpretative della realtà, che ben si adattano alle diverse situazioni che si vogliono analizzare.

I saggi presenti all’interno del libro analizzano dunque il presente, oltrepassando anche i confini nazionali. Interessante è stato l’intervento del dott. Consoli, autore del Saggio sul Cesarismo, il quale ha cercato di comprendere la realtà politica odierna, partendo dall’ascesa di Craxi, passando per il momento berlusconiano fino ad arrivare a Matteo Renzi, utilizzando la categoria gramsciana del Cesarismo, quando i soggetti della mediazione politica vengono meno ed emerge un solo uomo al comando, giungendo così alla personalizzazione della politica.

Il libro è stato edito da Caratteri Mobili, una scelta fatta non a caso. Anche questa casa editrice, infatti, “fa parte di questo esperimento di analisi generazionale, proprio perché i suoi fondatori fanno parte della stessa generazione degli autori dei saggi, e sono giovani studiosi che hanno deciso di impegnarsi nei vari campi del lavoro culturale”. Questo “perché, gramscianamente, è solo impegnandosi nei vari campi del lavoro culturale – quelle che Gramsci avrebbe chiamato le ‘Case matte’, cioè i giornali, l’editoria, la scuola e tutti i luoghi della formazione – è possibile intervenire capillarmente nella società”. 

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