Cristina Bossi a “Les Mots”
“Volevo ringraziare tutte le persone che mi hanno sostenuto in questa bella avventura chiamata ‘Les Mots’. Tutti i vostri messaggi pieni di complimenti mi hanno riempito il cuore. Andare dall’altro capo dell’Italia, conoscere una natura meravigliosa, essere intervistata alla Rai, vedere il mio nome e quello del mio libro sui manifesti, su schermi giganti, scrivere autografi… E chi se lo aspettava? Grazie!”. È questo il commento finale della scrittrice turese Cristina Bossi, all’indomani del suo ritorno in quel di Turi dopo la parentesi “Les Mots”, Festival della Parola in Valle d’Aosta.
Cristina, con la sua semplicità e delicatezza, ha presentato al Festival il suo “Iris e il Castello Incantato”, immortalato dalle telecamere della Rai ed andato in onda lo scorso 22 aprile, in diretta, su Rai tre.
“Iris Forest, undici anni, capelli biondi come l’oro e occhi verdi smeraldo, non avrebbe mai creduto che tutta la sua vita sarebbe stata sconvolta da un meraviglioso castello delle bambole che il signor Leonida aveva messo, bene in vista, nella festosa vetrina del suo negozio di giocattoli. Il desiderio di Iris di possedere quella miniatura perfetta era a dir poco esorbitante, ma non poteva sapere che nel castello si celava un terribile segreto. La piccola sarebbe stata disposta a conoscere la verità? Chi la stava cercando? “Iris e il castello incantato” è una favola esuberante, sfavillante, energica e naturalmente magica. Un libro pieno di disegni, ritratti, caratteri scoppiettanti e personaggi fuori dal comune. La parte più bella dell’opera sono i disegni che ci accompagnano per tutto il tragitto e allietano la favolosa lettura. Il libro si apre con il pigro gatto Xabat che cerca di addormentarsi tra le centinaia di orologi che incuranti ticchettano, scandendo a modo loro il tempo. La fortunata padrona di Xabat è Gabra Strix, una strega che da 500 anni è alla ricerca di una pozione che la rendesse più bella ed ora, ormai sconfortata, di una pozione che la rendesse, almeno, più giovane”. “Sono le pagine della scrittrice J. K. Rowling e i sette volumi di Harry Potter ad avermi ispirata” – ha confessato l’autrice, che ammette le difficoltà di una giovane scrittrice di entrare nel panorama letterario italiano e la grande fortuna che la stessa riconosce e per la quale ringrazia.
Il Festival Les Mots abita la piazza Chanoux per oltre quindici giorni, con i suoi suoni, le musiche, i colori, le parole dei libri e degli scrittori. Offre la possibilità di partecipare ad un grande racconto in cui la cultura popolare e la ricerca letteraria trovano una sintesi di gioia e di cittadinanza attiva. Da Pino Insegno a Federico Moccia, da Gene Gnocchi a Maria Rita Parsi, a Diego De Silva a Marcello Fois, alla musica e alla produzione italiana, francese, in patois.
Fedeli alle precedenti tradizioni del Festival, anche l’edizione del 2016 è un incontro di cittadini, l’appuntamento sociale, il rito di famiglie, ragazze e ragazzi, uomini e donne che nella splendida struttura di “Les Mots” trovano quei motivi di approfondimento e di spensieratezza che rendono la vita sociale un’occasione di comune crescita. La grande sfida è la misura dei sogni e dei valori di un territorio e di una comunità. La sfida per l’autonomia e per un’identità inclusiva e libera è il segno più forte di una tradizione che ha fatto e fa della Valle d’Aosta un modello di cittadinanza europea.