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Ciliegie: i rischi dei ‘pesticidi illegali’

Ciliegie

Gentile direttore,

dai dati attualmente disponibili sembra piuttosto evidente infatti che quest’anno nell’area cerasicola del sud barese il dormex o i suoi simili importati illegalmente siano stati utilizzati in maniera abbondante (non si tratta certo scorte di dieci anni fa…). Perché? Perché, al solito, l’incapacità del comparto agricolo di fare squadra, di valorizzare i nostri prodotti, induce i produttori spesso piccoli o piccolissimi a cercare prezzi migliori presso i grossisti. E se lo scorso anno sono rimasti scottati da prezzi ridicoli dovuti ad un eccesso di produzione, quest’anno devono aver pensato: “adesso li freghiamo col dormex!”. 

Il punto è che il dormex non è vietato da due anni e solo in Italia, bensì dal 2010 in Europa, dal 2008 in Italia, dove era stato già vietato nel 2001 dopo un solo anno dalla sua introduzione. L’idrogeno cianamide è stato infatti sottoposto a molteplici test e risk assessment. L’EFSA (l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare) ha riscontrato nel 2010 che il dormex ha: 

a. Una limitata evidenza di effetti cancerogeni;
b. Rischio di danni alla fertilità;
c. Rischio di danni ai feti dei mammiferi.

Credo siano dati piuttosto allarmanti, tanto più che l’idrogeno cianamide non colpisce soltanto gli operatori con alti livelli di tossicità, ma una volta irrorato in dosi massicce, viene spostato dal vento e respirato all’interno degli abitati rurali e dei nostri paesi. Lo scorso anno l’Associazione Nazionale degli apicoltori Unaapi ha organizzato un monitoraggio dei pollini in alcune zone d’Italia. Ebbene, in aree piuttosto isolate e “incontaminate” del Parco dell’Alta Murgia è stata riscontrata nel polline delle api una elevata presenza di principi attivi come tebuconazolo (un fungicida molto usato anche sul ciliegio), dimetoato e clorpirifos metile. Tutte sostanze tossiche che evidentemente non erano irrorate sulle brulle colline del parco, ma a chilometri di distanza, e trasportate dal vento. La stessa cosa avviene quando in anni particolarmente piovosi i contadini che lottano contro la mosca olearia, fanno ampio uso di un altro prodotto, il Confidor, il cui principio attivo è un pesticida sistemico, l’imidacloprid, molto ben studiato per via degli effetti letali sulle api. Anche l’imidacloprid secondo l’EFSA ha un’alta tossicità e può causare ritardi nello sviluppo neurologico dei feti umani. Non stiamo parlando di qualche irritazione cutanea, ma del futuro dei bimbi che le nostre mogli portano in grembo. La domanda è: siamo disposti per qualche centesimo in più, per qualche oliva in più a sacrificare il futuro dei nostri figli? 

Quando parliamo di pesticidi dobbiamo quindi smetterla di pensare che il periodo di carenza degli stessi sia determinante per allontanare i rischi per la salute umana. I pesticidi finiscono nell’aria che respiriamo e noi li accumuliamo nel nostro organismo. Più se ne usano e più tossici sono, più elevati diventano i rischi per la nostra salute. 

Mi lasci infine fare una breve considerazione sull’abusata moda dell’anticipo: anticipando le produzioni per spuntare prezzi migliori non si risolve il problema della crisi del comparto agricolo. È solo una illusione piuttosto miope ingenerata dalla dipendenza dei nostri agricoltori dalle regole dettate dai grossisti. Se non cambierà la progettualità in agricoltura, se non si porrà fine all’incomprensibile individualismo del settore e al nanismo delle aziende agricole, non potremo avere alcuna crescita per il territorio, alcuna riconoscibilità internazionale dei prodotti. Produrremo piuttosto prodotti di scarsa qualità, ignorando i rischi per la salute degli operatori e di tutti coloro che vivono in questo territorio, continueremo soltanto ad avvelenarci e non dovremo meravigliarci per le alte incidenze di tumori, di infertilità e via dicendo. Sono tutti effetti combinati dell’accumulo di sostanze tossiche nei nostri organismi. 

Cordialmente,

Francesco Colafemmina
Rivista Nazionale di Apicoltura – Apinsieme

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