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Coppi ammette: “Quel ponte è una SCHIFEZZA!”

Coppi scoppia. Il ponte fa schifo e io stesso vado alla Corte dei Conti

Carmine Catalano esplode dalla platea e rischia l'espulsione

L’amministrazione Coppi affiderà il caso a un tecnico esterno, una specie di arbitro che – assicura il sindaco – sarà individuato con regolare procedura. Come sarà ingaggiato e quanto ci costerà non è ancora chiaro. L’unica certezza è che gli errori clamorosi del ponticello di lama Giotta – di questa vergognosa “opera d’arte” (sul gergo tecnico ironizza perfino Coppi) – finora li stanno pagando e continueranno a pagarli solo gli innocenti turesi.

L’assessore Camposeo e l’architetto Susca, messi alle strette dai consiglieri Laera e Tundo (gli unici che fanno veramente opposizione), dribblano le contestazione; di chiedere scusa alla città non se ne parla. Questo è in sintesi il Consiglio Comunale celebratosi martedì 19 aprile. Un Consiglio per certi aspetti surreale: Camposeo ha avuto la sfacciataggine di difendersi dal pressing di Tundo rispondendo a muso duro, scaricando tutte le colpe nuovamente sui tecnici, davanti all’incredulità del pubblico (Gravinese in prima fila) e dell’ex assessore Tardi; quest’ultimo si è pure dovuto sorbire la ramanzina della Susca che pubblicamente, e in evidente difficoltà, lo redarguisce così: “Francamente questa domanda, consigliere, poteva evitarla!”. È stato un rincorrersi e uno scaricarsi continuo di colpe presenti e passate, con una maggioranza inseguita dai solitari Laera-Tundo, che si è concluso con uno sprint in volata del primo cittadino che ha ammesso: “Quella strada non piace nemmeno a me. È una SCHIFEZZA!”.

L'assessore Pedone prova a replicare alle interrogazioniL’ANTENNA DI VIA MOLA. PER SFORTUNA… NON C’È PIC!

 

L’attacco dell’opposizione comincia con il consigliere Rocco Birardi, che squarcia il velo dell’ipocrisia dietro cui si nasconde l’inerzia di questa amministrazione. La maggioranza è sulle difensive e lì ci resterà fino alla sfuriata finale del primo cittadino. Ogni questione irrisolta è sempre colpa delle precedenti amministrazioni. Il copione è sempre quello. Così, quando Birardi porta all’attenzione della pubblica assise il problema dell’antenna di Via Mola, facendo notare che i residenti sono inferociti, dato che nessuno li ha mai coinvolti, Camposeo si difenderà ricordando che nel cassetto non c’è alcuna bozza di PIC (Piano di Installazione Comunale) ereditato dalla precedente amministrazione. Ma in questi due anni l’assessore ha dormito, perché siamo ancora alle promesse: “L’anno scorso stanziammo una cifra per la progettazione del PIC. Politicamente ci assumiamo le responsabilità del ritardo”. Dunque, Camposeo la butta in politica (responsabilità politiche!), quelle tecniche, proprio lui che è tecnico, le scarica sempre agli altri. A questo punto, dato che nonostante i disastri si ostina nel non volersi dimettere, almeno ceda lo stipendio.

“Laera dribbla alla Messi”
Turi senza regole e nelle mani dei predoni

 

Camposeo è in evidente difficoltà, perché Tundo e Birardi chiedono una soluzione alternativa, dato che i cittadini protestano. Gli viene in soccorso il sindaco Coppi, che ribadisce: “Nel cassetto non c’era nulla quando siamo arrivati, ma ci sono i 40 mila € da spalmare in 2 anni per fare il PIC. Diamo quanto prima l’incarico per redigerlo… la dott.ssa Zaccheo a riguardo sta pressando molto”. “Ma si può revocare la concessione? Si può trovare una soluzione?” – insiste Tundo. Risposta: ARRANGIATEVI! “La concessione non potrà essere tolta!” – è categorico Camposeo, che neppure immagina alla possibilità di convocare un tavolo con i gestori dell’antenna, o tentare una strada alternativa. Niente. L’ingegnere comunale Di Bonaventura ha semplicemente eseguito da tecnico (le autorizzazioni ci sono tutte, compreso il parere dell’Arpa), ma sembra quasi che le colpe siano sue, quando in realtà è mancato l’indirizzo politico, si è dormito sul PIC. Il sindaco Coppi infatti si difende così: “Laera dribbla alla Messi… non sa che l’autorizzazione è un atto gestionale. Io non posso dare un indirizzo politico senza rispettare le leggi. La legge è legge”. Ma il sindaco continua a glissare sul vero problema: se ci fosse il PIP o uno straccio di regolamento, tutto ciò non sarebbe accaduto, e non saremmo nelle mani di un PUG (quello redatto dall’amministrazione Gigantelli), che consente di installare antenne su qualsiasi terreno agricolo, senza distinzione o vicinanza al centro abitato, così in modo sin troppo generico.

“Siete degli incoerenti – tuona Birardi – per alcuni settori fate le battaglie, questa storia del PIC invece ve la fate scivolare addosso”. E Laera, giustamente precisa: “L’antenna non è stata autorizzata… è stata installata a causa del vostro silenzio-assenso. Ciascun ‘predatore’ senza un PIC, può fare quello che vuole”.

L’AMMINISTRAZIONE INGAGGIA UN ‘ARBITRO ESTERNO’

“CAMPOSEO, LEI MI HA DELUSO, LEI SI DIMETTA ORA”

Sandro Laera il 'guerriero'“Mi viene da piangere alla sue parole. Lei fa scarica barile”. È al minuto 54 che Tundo scoppia, esplode e si scatena, davanti all’impassibilità e alla sfrontatezza irritante dell’assessore Camposeo. L’apogeo arriva dopo un confronto sereno con l’assessore Caldararo che risponde alle interrogazioni di Laera, e dopo il caos calmo durante il dibattito su Via Schumann, Via Cozzolongo e le periferie abbandonate di Turi.

Camposeo si lascia scivolare tutto con il broncio. “Assessore, lei si deve dimettere. Dei due anni del suo operato non c’è un solo progetto. Sul ponte di Via Conversano lei ha fallito. Lei fa scaricabarile. Lei mi ha deluso. Lei si dimetta ora! Presto, cambiate gli assessori!”.

Laera ci mette quel pizzico di cattiveria politica che rompe il silenzio irreale che segue dopo le mitragliate di Tundo: “Volete che vi tempesti ancora di richieste dato che non rispondete?”. E si scopre pure che quando i residenti affrontano di petto alcuni esponenti di questa amministrazione, questi rispondono di prendersela col Comune. Come se parte politica e tecnica fossero due mondi che viaggiano paralleli. “Nessuno controlla le aziende che fanno i lavori pubblici” – denuncia Laera – “anche se queste vengono pagate profumatamente. Non c’è nessuno controllo”.

La tregua offerta dall’intervento tranquillo della Volpicella non basta. Quando alla fine crolla l’impianto difensivo, crollano le maschere, non si sa più a chi scaricare patate bollenti e cerini nelle mani, la colpa è del personale carente. Il sindaco Coppi ricorda a Laera i tempi della gioventù, ma il gioco del diavolo che ti accarezza non attacca più. Qui si rompe quel filo d’Arianna che ha sempre legato il sindaco Menino Coppi ai vari Camposeo e Lenato. Coppi si è stancato di assumere il ruolo di Pilato o di difensore. Camposeo è indifendibile.

Coppi ammette

“Quel ponte mi fa SCHIFO!”

 

Incassato lo schiaffo del Ministero (umiliazione cui incomprensibilmente si è sottoposta l’amministrazione), qual è la soluzione? Lo dicevamo in apertura: l’amministrazione affiderà tutto a una sorta di arbitro esterno, un tecnico che farà dei collaudi e darà delle prescrizioni che si tradurranno in opere e migliorie da fare. Ciò significa che passeranno altri mesi e faremo ancora ridere il mondo intero, causando ancora disagi alla viabilità con quel percorso alternativo pure pericoloso. Disagi anche per l’economia, quindi per i trasporti e per la circolazione.

E alle risposte di Camposeo che il sindaco scoppierà. L’assessore ai Lavori Pubblici, esperto ingegnere, a un certo punto si difende, fuggendo dalla responsabilità: “Una verifica della sicurezza di quel ponte non è stata fatta da nessuno”. E ancora, dice: “Queste valutazioni le fa chi ha competenza tecnica” (che in teoria potrebbe essere lui). Ma non finisce qui: “Noi per primi abbiamo rilevato le anomalie”. Stupore dalla platea. Non è tutto: “Sta venendo meno il rapporto di fiducia col direttore dei lavori Tomacelli”. Arci Ohibò! Non ci avevamo pensato a Tomacelli. Quindi? Cosa accadrà adesso? Risposta: “Non si sa… dipende dalla fase del collaudo tecnico. Dobbiamo poi rideterminare il quadro economico sulla base delle prescrizioni da fare”. Birardi giustamente osserva: “Se il collaudatore dice che non va bene, buttiamo 1 milione di euro? Quel ponte ha delle criticità tali che probabilmente non avrà manco il collaudo ufficiale, perché nessuno si assumerà alcuna responsabilità per i pericoli cui andranno incontro i cittadini”.

Il sindaco Coppi a questo punto scoppia e smentisce lo stesso Camposeo. “C’è qualcosa che non va nella comunicazione. Siamo cauti – chiarisce Coppi – ma non confusi. Il ponte non piace a voi, e non piace nemmeno a me. Anzi, volete saperlo, È UNA SCHIFEZZA! Quel ponte può essere funzionante ma non funzionale. Ci sono dubbi anche sui conti? Bene, nessun problema. A questo punto le mando io le carte alla Corte dei Conti. Non c’è bisogno che lo facciate voi. Lo farò io, perché io non ho da nascondere nulla!”.


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