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Gravinese declina proposte di matrimonio. Si sposa fra tre anni!

Giuseppe Gravinese

Turi ha segnato la terzultima peggiore affluenza nella provincia di Bari. Il referendum di domenica 17 aprile ha interessato solo il 37,42% dei turesi, appena 3.937 votanti sui 10.520 che ne hanno diritto. Altre roccaforti del PD come Polignano, che si è ribellata alla linea di Renzi, hanno superato il quorum. In quel di Polignano, il sindaco Domenico Vitto si è mobilitato chiedendo direttamente ai cittadini di recarsi alle urne, e i cittadini hanno risposto. A Turi, invece, si sono mobilitati in tanti, esponenti e forze politiche, ma la cittadinanza non ha risposto. Che sia una bocciatura alla politica e all’amministrazione Coppi?

Commentiamo questi dati e affrontiamo altri argomenti di attualità con il segretario del Partito Democratico di Turi, Giuseppe Gravinese.

Segretario, l’affluenza di Turi è stata tra le peggiori nel Sud Est di Bari. Va tutto bene? Chiacchiere da bar? O dovete seriamente meditare sul risultato?

“Non mi dica che a Turi la parodia “piove, governo ladro” debba essere rivista in “piove, partito democratico ladro”…

Se questa domanda fosse posta al presidente del consiglio dei ministri la visione sarebbe, ad esempio, opposta alla sua.

Io ho votato convintamente per il SI, abbiamo fatto per primi la battaglia contro le precedenti disposizioni relative alle trivellazioni e, fortunatamente, grazie anche ad un ordine del giorno approvato all’unanimità in tantissimi consigli comunali (oltre il nostro ovviamente) siamo riusciti ad evitare che si potesse continuare a trivellare nei nostri mari. Rimasto in piedi questo unico quesito referendario, i nostri territori hanno comunque voluto lanciare un segnale al governo, il risultato però era prevedibile.

Detto questo mi pare davvero smodato sostenere che l’astensione a Turi debba essere addirittura addebitata all’amministrazione comunale, suvvia!

Sul risultato si deve obbligatoriamente riflettere, tutti (e a tutti i livelli) devono farlo seriamente”.

Ma il dato è tanto peggio se si considera che tutti i partiti di centro-sinistra turese si sono mobilitati per il referendum. È una bocciatura per questa amministrazione, per questa maggioranza. Almeno in parte condivide? O i turesi sono felici di come state amministrando?

“A questa domanda ho appena risposto, aggiungo, solo per ricordarlo a me stesso, il fatto che anche partiti, ed esponenti in consiglio, di opposizione hanno condiviso e invitato a votare SI.

Se i turesi siano o meno felici di come questa maggioranza stia amministrando è un problema nettamente distinto dalla partecipazione al voto sul rinnovo delle attuali licenze in tema di trivellazioni”.

Il PD turese sembra andar bene quando si muovono altre forze, storicamente e ideologicamente lontane. Le ultime elezioni regionali ne sono la prova. Giannini tenne testa alla corrente turese di Lacarra. Che significa? Questo dato cosa indica per il futuro? Cosa dovrà fare il centro-sinistra per vincere?

“Dovevamo chiedere a Giannini e Lacarra di fare comizi in occasione del referendum forse… Per il futuro ricorderemo questo consiglio e chiederemo loro di aiutare il PD turese a vincere, questo è quello che posso sperare”.

Perciò ci domandiamo, come intende riorganizzare il PD e il centrosinistra turese?

“La riorganizzazione del Partito Democratico di Turi è iniziata da appena un anno ed è sotto gli occhi di tutti… almeno di chi la vuole vedere. 

Il partito, pieno di forze nuove e giovani, si sta dando una identità e si sta formando un carattere che gli permetterà di diventare punto di riferimento per la politica e per la gente di Turi.

Questo nuovo e bellissimo gruppo pieno di professionalità ed esperienza ha un entusiasmo ed una coesione che consentiranno al partito di essere sempre presente con la sua struttura e con le sue iniziative.

Questo non è un gruppo nato solo con scopi elettorali… noi vogliamo fare politica, da qualunque prospettiva e dialogando con tutti quelli che qui a Turi vorranno impegnarsi come noi, sul serio e non solo per eleggere tizio o caio.

Sull’intero centrosinistra non credo di potermi sbilanciare, è un processo che alla pari, va condiviso con le altre forze”. 

Sarà discusso un bilancio con un avanzo di ben 2,3 milioni di €. Non solo non arrivano finanziamenti, gli uffici non funzionano, le opere sono un disastro, e l’amministrazione è ferma. Ma con un avanzo così, significa che non riuscite neppure a spendere i soldi?

“Iniziamo col dire che abbiamo preso un finanziamento di oltre 300 mila € per la ristrutturazione degli alloggi ERP, nel 2015 poi l’Amministrazione ha goduto di altri finanziamenti in ambito culturale e so che sono pronti progetti per partecipare ad altre misure.

Passando all’avanzo di cui mi chiede segnalo che la cifra risulta così considerevole poiché non tutta di competenza del 2015, parte cospicua di essa rinviene dall’accertamento dei residui, dagli accantonamenti al fondo pluriennale vincolato e a quello per i crediti di dubbia esigibilità.

Premesso questo, e considerato quindi che l’avanzo vero e proprio è cifra assai lontana dai 2,3 milioni, devo convenire con lei che vi è una difficoltà di spesa. Non possiamo certamente permetterci di avere avanzi in presenza di numerose necessità della collettività.

I due aspetti di cui lei mi chiede, la partecipazione ai finanziamenti e la capacità di spesa, non sono certamente imputabili esclusivamente agli amministratori.

Abbiamo, ormai da qualche tempo, già sottolineato la necessità di coordinare meglio la parte politica, a cui – non mi stancherò mai di ripeterlo – spetta solo l’indirizzo, e gli uffici che devono fare di tutto per porre in essere le attività prodromiche e necessarie all’impegno e poi alla relativa realizzazione delle opere e quindi della spesa vera e propria”.

 Vuole lanciare un appello (o ultimatum) per il rimpasto? 

“Il rimpasto non è fra le priorità di questa amministrazione, per come la vedo io non sono fondamentali i soli rappresentanti in giunta. La squadra deve lavorare insieme e deve collaborare, tutta, alla riuscita non solo del progetto ma anche alla riuscita delle piccole cose… il detto tutti per uno ed uno per tutti rappresenta l’idea”.

 

Le piace la squadra ideale proposta da Topputi nella nostra intervista? Le piace, o sarà solo un sogno?

“Fabio Topputi è un amico, non per questo dico che è persona onesta e positiva… lo penso davvero.

Devo però doverosamente declinare il suo (vostro) invito all’unione civile e anche a quella politica, si sa in amore e in politica in tre anni succede sempre di tutto.

Ci tengo solo a precisare che io sono il segretario del Partito Democratico, come ho già detto prima il mio ruolo è questo e per questo devo dare il massimo, probabilmente se avessi voluto fare il sindaco avrei potuto (come sostengono i soliti politologi) stare alla finestra e guardare dall’esterno la gente “bruciarsi”.

Mi piacerebbe che la politica turese voltasse definitivamente pagina su alcuni modi di fare e su alcune tattiche appartenenti davvero a quei tempi di cui forse oggi ne paghiamo le conseguenze. 

Non abbiamo più bisogno di menti che da sole decidono le sorti di questa o quella amministrazione o squadra di persone, non abbiamo più bisogno di politici che per vedere accolte le proprie ragioni infangano quelle dei loro oppositori (ritenuti per troppo tempo nemici), non abbiamo più bisogno di soggetti che in assoluta autoreferenzialità si permettono di (sperare di) condizionare le sorti di questo paese.

Bene, il mio compito dunque è fare il segretario e garantire al mio partito la legittimità e il ruolo che la stessa Carta Costituzionale gli garantisce: la rappresentanza dei cittadini.

Mi sono dilungato non per sfuggire alla sua domanda ma per sottolineare che per qualunque persona, meglio ancora se giovane, che decide di impegnarsi in politica noi dovremmo essere tutti, amici e oppositori, fieri e felici di accoglierla in questa che fin’ora era un’arena per coraggiosi e litigiosi. 

Dobbiamo, anche grazie all’innesto di nuove leve, staccarci dal vecchio modo di fare politica di cui parlavo prima e darci tutti una nuova prospettiva, non più un’arena dove competere con qualsiasi arma ma un luogo nuovo dove alla fine non ci sono vincitori e vinti ma idee buone ed idee meno buone”.

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