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Politica

Referendum: “Votare è importante!”

Valery De Grisantis ed Enrico Susca

Trivelle, trivelle, trivelle. Questo termine, fin troppo abusato, rimbalza da una parte all’altra tra giornali, TV e social network. Davvero sappiamo, però, per cosa andremo a votare domenica 17 aprile? Davvero ci siamo informati su cosa si deciderà, oppure esprimeremo la nostra preferenza per partito preso?

Procederemo nei prossimi due numeri con un’analisi della questione referendum, finalizzata a capire se davvero ci si stia attivando nella maniera giusta o se si stia prendendo con troppa leggerezza un’occasione di esercitare uno strumento democratico importantissimo. Ricordiamo, per dovere di cronaca, che la votazione riguarderà l’abrogazione di una legge inerente le piattaforme per l’estrazione di gas e petrolio, già presenti entro le 12 miglia marine (circa 20 chilometri). Il provvedimento del governo Renzi, cioè la norma inserita nella Legge di Stabilità, prevede che anche quando il periodo concesso finisca, l’attività estrattiva possa continuare fino a che il giacimento non si esaurisca. I referendari chiedono che questa novità sia cancellata e si ripristini il vincolo della scadenza “naturale” delle concessioni.

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Siamo voluti partire in questa indagine dai giovani che, a dirla tutta, sembrano “sentire” l’appuntamento con il referendum in modo maggiore rispetto agli elettori un po’ più attempati. Abbiamo intervistato Enrico Susca, portavoce dell’associazione Post.It, e Valery De Grisantis, segretario turese dei Giovani Democratici e, anche lui, portavoce di Post.It.

I giovani sembrano prendere spesso e volentieri sottogamba le questioni politiche. Secondo voi quanto ne sanno effettivamente su questo referendum?

Valery: “In ogni occasione di voto, politica o referendaria, è importante parlare alla gente e far capire il motivo per cosa si sta votando. Secondo me i giovani sono in questo caso avvantaggiati, anche grazie al maggior  utilizzo di internet e dei social che li conduce prima alle informazioni rispetto agli elettori più anziani. Importante e fondamentale è  comunque cercare di approfondire la tematica(in questo caso referendaria) in modo tale da avere un quadro più lucido e consapevole al momento del voto .

Enrico: “I giovani hanno una concezione del referendum piuttosto superficiale. Per quanto ho sentito, per molti è una presa di posizione orgogliosa in difesa di una regione, la Puglia, proiettata al turismo. Effettivamente però non ci si va poi a informare, lasciandosi influenzare troppo dai social, dal marketing e dal passaparola. Io penso che i giovani non abbiano acquisito la consapevolezza in primis dello strumento del referendum, e lo dimostreranno con l’astensionismo.”

Come si dovrebbe cercare di sensibilizzare la popolazione?

E: “Siamo in un periodo delicato in cui bisogna evitare di prendere posizioni schierate da una parte o dall’altra, in qualità di membri di Post.it. Quello che l’associazione si propone di fare è sensibilizzare e incentivare il dibattito, senza contrasto ma confrontandoci. Lo faremo con un evento che attiri i giovani turesi, facendogli scoprire la realtà del confronto verbale e sociale, permettendo loro di uscire dal gruppo venendo al contatto con la realtà del paese nel contesto di un tema molto importante e vicino a noi tutti. Il nostro ruolo è quello di sensibilizzare la cittadinanza facendo capire l’importanza del referendum, a prescindere da ciò che si vota”.

V: “Sono d’accordo con Enrico per quanto riguarda Post.it, tuttavia posso dirti che con i Giovani Democratici la posizione è senza dubbio quella diretta verso il SI, in contraddizione con le logiche del Premier Renzi. Noi siamo il partito delle primarie, e non possiamo e non dobbiamo chiuderci nella logica del non voto, il PD che mi piace è quello che crede nella partecipazione attiva e non quello che invita al silenzio  e a starsene a casa ecco perché ci manteniamo sulla linea del Presidente della Regione Puglia Michele  Emiliano, che ha espresso la volontà di impegnarsi per il SI”.

Perché un cittadino dovrebbe votare Sì il 17 aprile? E cosa diresti a chi è fermamente convinto del suo No?

V: “Innanzitutto è opportuno fare chiarezza sul quesito referendario. Nel quesito si chiede: “Volete che, quando scadranno le concessioni, vengano fermati i giacimenti in attività nelle acque territoriali italiane anche se c’è ancora gas o petrolio?”. Il quesito riguarda solo la durata delle trivellazioni già in atto entro le 12 miglia dalla costa, e non riguarda le attività petrolifere sulla terraferma, né quelle in mare che si trovano a una distanza superiore alle 12 miglia dalla costa (22,2 chilometri). Se vincerà il sì, sarà abrogato l’articolo 6 comma 17 del codice dell’ambiente, dove si prevede che le trivellazioni continuino fino a quando il giacimento lo consente. La vittoria del sì bloccherà tutte le concessioni per estrarre il petrolio entro le 12 miglia dalla costa italiana, quando scadranno i contratti. Per la Puglia poi, che è una regione a vocazione turistica, è impensabile agevolare questa pratica che va a deturpare uno dei nostri tesori più belli e cioè il mare,che tra l’altro è anche importante  a livello economico. Già è stato un errore aprirle queste piattaforme petrolifere, infatti il momento più delicato, è proprio la chiusura, con i maggiori esborsi delle aziende petrolifere e un pericolo nel meccanismo della stessa. Quindi sarebbe opportuno chiudere questo discorso una volta per tutte, ricordando che l’Italia è uno dei primi Paesi per quanto concerne  l’utilizzo delle energie rinnovabili, che andrebbero sfruttate maggiormente”.

Sono molte le polemiche, più che sul Sì e sul No, riguardo l’esistenza stessa del referendum. Spreco di soldi o strumento di scelta per i cittadini?

V: “La problematica sul sì e sul no non deve esserci. Il vero problema è chi si astiene, perciò l’invito più adatto è quello di andare alle urne. Sicuramente  il referendum è una possibilità di confronto con il cittadino e quindi sotto questo profilo non può mai essere definito uno spreco di soldi. Casomai fosse stato abbinato alle prossime elezioni amministrative ci sarebbe stato un notevole risparmio in termini economici”.

E: “Per quanto riguarda Post.it, è una realtà astratta in quanto associazione ed io in quanto rappresentante non posso schierarmi. Il referendum alla fine non può mai essere definito uno spreco di soldi, perché è l’ultimo baluardo del potere del popolo, a maggior ragione se la causa è importante come questa. Ciò che oggettivamente abbiamo riscontrato è la scarsa informazione, se questa avesse lasciato meno falle, il referendum sarebbe stato pienamente utile. Il piccolo grande difetto di questo referendum è la scarsa informazione”.

Quindi siamo tutti invitati al vostro evento.

E: “Certamente. Domenica presso il Boschetto Zaccheo, dalle 15.00 alle 24.00 organizzeremo questo evento con musica dal vivo, dj set, stand enogastronomici, writer con disegni a tema e soprattutto quel confronto sociale che, effettivamente, non è mai stato proposto concretamente ai giovani turesi. Un vero e proprio melting pot culturale, finalizzato allo scambio di idee al di là del sì, del no, della politica e del singolo. Venite a vedere e scoprirete di cosa si tratta”.

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