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Cultura

“Petali dimenticati” in biblioteca

poesia (4)

 “Voci di poetesse e scrittrici del passato. Da Compiuta Donzella a Vittoria Colonna, Isabella Di Morra, Matilde Serao, Neera, Ada Negri, Antonia Pozzi, Amelia Rosselli.

Voci e storie di donne, ieri come donne soggiogate, ferite, ma mai domate. Donne che nella scrittura hanno trovato la libertà, donne che in questa serata fatta di buoni amici come raccolti nel tinello di casa abbiamo voluto omaggiare. Ringrazio Angela Antonacci per il lavoro certosino di ricerca e cura della serata, Mimma Laruccia per le letture, la piccola Marella che ha recitato una breve poesia di Alda Merini, Andrea Lenato che ha accompagnato con la sua chitarra i momenti di emozione. Gli ospiti venuti da fuori Turi, grazie davvero di cuore. Grazie a tutti coloro che hanno partecipato ed in primis l’Assessore alla Cultura, Lavinia Orlando”.

Sono queste le parole che hanno salutato, in conclusione, la serata dedicata alla donna, lunedì 7 marzo, presso la Biblioteca Comunale di Turi. A organizzarla, Alina Laruccia che, in coincidenza con la Giornata internazionale della Donna, ha invitato gli appassionati dei versi a “Petali Dimenticati”, un recital con poesie di oggi e di ieri, scritte da donne.

Le letture a cura di Angela Antonacci e Mimma Laruccia e accompagnate da Andrea Lenato, si sono sviluppate attraverso un percorso nel tempo, tra le pagine di autrici ai più sconosciute e che nella loro vita avevano sofferto tanto e nella scrittura avevano trovato in parte la libertà.

Parole e versi che in pochi hanno potuto apprezzare, ma sicuramente dense di emozioni e di speranze, che sono poi i desideri del tempo, del cuore, della vita di oggi, come allora.

 

Voce di donna

Io nacqui sposa di te soldato.

So che a marce e a guerre

lunghe stagioni ti divelgon da me.

Curva sul focolare aduno bragi,

sopra il tuo letto ho disteso un vessillo –

ma se ti penso all’addiaccio

piove sul mio corpo autunnale

come su un bosco tagliato.

Quando balena il cielo di settembre

e pare un’arma gigantesca sui monti,

salvie rosse mi sbocciano sul cuore:

che tu mi chiami,

che tu mi usi

con la fiducia che dai alle cose,

come acqua che versi sulle mani

o lana che ti avvolgi intorno al petto.

Sono la scarna siepe del tuo orto

che sta muta a fiorire

sotto convogli di zingare stelle.

(Antonia Pozzi)

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