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Don Francesco Aversa ricorda le vittime di femminicidio

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Ogni anno, l’8 marzo,  puntualmente si consuma il solito rituale: mimose, concerti, auguri e frasi che inneggiano la donna e la sua femminilità. Una femminilità spesso offuscata da stereotipi  che inducono a contemplare la donna come un oggetto. La triste verità è che questo non è un mondo per donne. Non questo in cui viviamo, dove all’affermazione professionale femminile corrisponde per contrappasso un’impennata di violenza sessuale. Non questo dove la donna è spesso vittima di datati cliché maschilisti e dove le donne sono spesso ombre degli uomini. Quelle ombre che nella celebrazione eucaristica della Parrocchia “Maria SS. Ausiliatrice” , delle ore 19.00, di martedì 8 marzo , Don Francesco Aversa ha voluto ricordare partendo dalla lettura di alcuni versi della Genesi sino al simbolico lancio, in cielo, di quindici lanterne.

“Leggendo attentamente la Bibbia deduciamo come la libertà femminile e la dignità della donna hanno il loro fondamento nel Creatore. Dio pose la donna al culmine della sua creazione: fu l’ultima sua opera. Il suo capolavoro”.  Con queste parole Don Francesco Aversa ha evidenziato la parità di genere che Dio ha attribuito alle sue creature. Una parità che si evince nel racconto genesiaco della creazione dove si legge: “Dio il Signore formò l’uomo dalla polvere della terra, gli soffiò nelle narici un alito vitale e l’uomo divenne un’anima vivente. Poi Dio il Signore disse: ‘Non è bene che l’uomo sia solo; io gli farò un aiuto che sia adatto a lui”.

Oggi, tuttavia , rimane un disinteresse generalizzato verso le donne che subiscono violenze o che sono costrette alla prostituzione. La violenza sulle donne, che in alcuni casi si spinge fino all’omicidio definito per la prima volta «femminicidio» da una sentenza del 2009, non è una collezione di fatti privati: è una tragedia che parla a tutti. ” Sappiamo che non sarà un appello, una nuova Carta dei diritti, non saranno uno spettacolo, un documentario, un’inchiesta o un libro a fermare la strage delle donne; neanche le migliori leggi – pur necessarie – basteranno. Eppure parlarne, qui in chiesa, quest’oggi ci serve ad accrescere la consapevolezza dell’essere Donna”. La celebrazione eucaristica si è conclusa con la visione di tre video significativi e con il lancio di quindici lanterne preceduto dalla lettura, da parte di Don Francesco Aversa, di alcuni nomi di donne vittime di femminicidio.

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