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Cronaca

Furto di rame della linea dell’energia elettrica

sequestro di rame

Ancora rame. Ancora furti. Questa volta non si tratta della tanto discussa linea ferroviaria delle F SE piuttosto dei cavi che trasportano energia elettrica a privati e aziende del territorio.

è accaduto nella tarda mattinata di lunedì scorso, 8 febbraio, quando, nella zona di via Rutigliano, intorno alle ore 12.00 la corrente elettrica è saltata.

Dopo ripetute segnalazioni all’azienda fornitrice del servizio, la stessa ha confermato che si è trattato di un furto dei cavi di rame.

Come denuncia l’Osservatorio Nazionale del Ministero dell’Interno, dipartimento di Pubblica Sicurezza (maggio 2015), “in alcune regioni, quali Sicilia, Puglia, Lazio si è registrato un aumento del fenomeno, mentre si è accertata una diminuzione nella Lombardia, Campania, Toscana, Veneto, Calabria e Sardegna tra le principali”. Si specifica nello stesso, dal punto di vista normativo, che “la Direzione Centrale della Polizia Criminale il 7 gennaio 2014 ha formulato una proposta di modifica normativa del Codice dell’Ambiente con riguardo alla tracciabilità del metallo, in modo da creare un circuito virtuoso che, senza costi eccessivi per le imprese, permetta di agevolare il contrasto alla ricettazione del materiale trafugato”. Inoltre, “Il 13 ottobre 2014 è stata presentata alla Camera dei Deputati una proposta di legge concernente modifiche del codice penale e del codice di procedura penale in materia di furto di materiale appartenente a infrastrutture destinate all’erogazione di energia, di servizi di trasporto, di telecomunicazioni e di altri servizi pubblici. La stessa, in sintesi, intende prefigurare un’autonoma fattispecie di reato, in luogo della circostanza aggravante attualmente vigente. Inoltre, in presenza di un reato associativo finalizzato a commettere taluno dei delitti di cui al nuovo art. 624 ter c.p. (Furti in danno di infrastrutture energetiche e di comunicazione) ed all’art. 648 c.p. (Ricettazione) è prevista una sanzione più grave (reclusione da 3 a 8 anni) come risulta dall’integrazione di un ultimo comma all’art. 416 c.p.. La proposta interviene altresì sul Codice di procedura penale e realizza un coordinamento delle norme previgenti”.

A quanto pare, però, la legge e le pene non riescono a frenare il desiderio di illecito nei confronti di questo materiale, ma ci auguriamo che presto anche questi trafugatori vengano fermati e i servizi non trovino nuovi freni. 

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