Archivio Turiweb

La Voce del Paese – un network di idee

Politica

Il ponticello delle lacrime

vignetta ponte

“Di dieci cose fatte te ne è riuscita mezza, e dove c’è uno strappo non metti mai una pezza”. Questo celebre ritornello sembra cucito addosso alla dirigente comunale Susca e ai pasticci che gli uffici comunali di Turi continuano a regalarci. A Turi sembra davvero impossibile realizzare un’opera pubblica. Questa amministrazione è fallita sotto tutti i profili: la trasparenza e la gestione di queste “segrete” stanze. La dimostrazione la si è avuta nel corso dell’ultima scandalosissima Commissione di Controllo di venerdì 29 gennaio sul caso del ponticello di via Conversano che sintetizziamo e analizziamo di seguito, punto su punto, per restituire all’opinione pubblica indignata. Ponticello non più dei sospiri. Lo ribattezzo ponticello delle lacrime: come per Largo Pozzi, anche in questo caso si sono versate lacrime di coccodrillo. Più che un pozzo, Turi è ridotta a una valle di lacrime. 

La ricostruzione e gli interrogativi

  1. Siamo agli inizi del 2012. L’Amministrazione in carica fa capo a Gigantelli. Siamo nella fase primordiale, quella del finanziamento regionale e dell’approvazione dell’opera, quindi del progetto esecutivo. Costo: circa 900mila €.
  2. Settembre 2013: ad amministrare c’è Resta. C’è il bando di gara e l’opera si avvia alla cantierizzazione. In questa fase il ponticello non è ancora interessato: il progetto esecutivo riguardava solo la lama.
  3. Febbraio 2015: Arriva la famigerata perizia di variante, così il progetto, da interessare solo la lama, include anche il ponticello. Ma allora perché è stata fatta? Ricordiamo che precedentemente non era prevista la ristrutturazione del ponte.
  4. Intanto, la perizia non è stata portata in giunta o in Consiglio. Come mai? Eppure questa perizia incide sull’assetto del territorio. Non è ininfluente, tanto è vero che ha prodotto solo guai.
  5. La variante ha inevitabilmente inciso anche sulla qualità e sulla distribuzione delle risorse economiche dell’intero progetto, modificandone la qualità. Quel capitolo di spese inizialmente prevedeva una cosa, poi ne ha previste altre. Ma allora è cambiato il costo dell’opera? Quanti, come e dove sono stati spesi altri soldi?
  6. Di conseguenza ci domandiamo: è stato chiesto un preventivo controllo a chi finanziava l’opera? Quindi, è stata effettuata una verifica da parte della Regione?
  7. Questa variante è rimasta prerogativa degli uffici comunali (non essendo stata portata né in giunta, né in consiglio). Ma allora chi è l’interlocutore per conto del comune? L’assessore Camposeo si è interessato? Cosa ha fatto Camposeo essendo l’unico interlocutore? Comunque sia, è un esperto in materia.
  8. Il capitolo trasparenza ci lascia ancora più perplessi. Cominciamo da questo interrogativo chiave: dove è finita la perizia di variante vecchia addirittura di un anno? Come mai non risulta reperibile sul sito istituzionale, in barba alla legge sulla trasparenza? Ancora più grave è un altro interrogativo: come mai questa perizia non è stata presentata in sede di Commissione di Controllo (vedi servizio sul resoconto di Laera) tenutasi venerdì 29 gennaio?
  9. BANCHINA SPARITA! La Commissione di Controllo lascia sgomenti e increduli. Della variante si sa solamente che è sparita la banchina della carreggiata, e che pertanto è stata peggiorativa rispetto al progetto esecutivo iniziale. Essendo questo progetto esecutivo un po’ vecchiotto (del 2012), non sarebbe stato logico approvare una variante migliorativa? Che senso ha?
  10. Proseguiamo con l’analisi e con gli interrogativi. Sono note alle nostre cronache le clamorose figuracce incassate dall’UTC nelle opere pubbliche turesi (vedi Largo Pozzi). Non sarebbe stato meglio aprire gli occhi su questo progetto, alla luce dei casi precedenti?
  11. Cosa accadrà adesso? Quanto durerà ancora un blocco che paralizza il traffico da oltre un anno? Che costringe chi entra e chi esce da Turi a percorrere una stradina laterale pericolosissima e priva di segnaletica stradale.

 Concludiamo in lacrime.

Cosa è accaduto esattamente in quella Commissione di Controllo di venerdì? Raccogliamo qualche indiscrezione e proviamo a ricostruire, per quanto assurdo. L’assessore Camposeo avrebbe dichiarato inizialmente di non conoscere il progetto. A quel punto il consigliere Sandro Laera chiede di mettere a verbale quanto sostenuto. La Susca fa un gesto di stizza e Camposeo avrebbe così dichiarato: “Il progetto non mi è stato sottoposto, ma dire che non l’ho visto sarebbe falso!”. Immaginate lo stupore: Sandro Laera chiede quanto avrebbe incassato di bonus la Susca, che a quel punto scoppia in lacrime. È un ponte ‘romantico’, commuove certo, ma sono lacrime di coccodrillo.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *