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Cultura

Del Bene e Salice per rappresentare la lingua turese

Le Pro Loco di Peucetia si raccontano attraverso la cucina (3)

Domenico Del Bene recita la preghiera U Pargolette (1)

Una giornata tutta dedicata alla tradizione, alla cultura popolare, al volgo, che distingue, caratterizza, indica e si tramanda, di generazione in generazione, in una comunità cittadina. È il suo dialetto, la sua origine e la sua carta d’identità. È quella lingua di tutti, che tutti comprendono e che per sempre li accompagnerà nel mondo. E quest’anno, è la Pro Loco “Curtomartino” di Acquaviva delle Fonti ad aver organizzato la “Giornata Nazionale dei Dialetti e delle Lingue Locali” organizzata nell’ambito del SAC Peucetia e Gal Sud Est Barese, insieme alle Pro Loco di Casamassima, Gioia del Colle, Sammichele di Bari e Turi.

Pietro Salice legge  la preghiera U repère de l'àneme (3)

Tutta la giornata di domenica 17 gennaio è stata impregnata di questo importante riconoscimento, culminato in serata, presso la Sala C. Colafemmina, con “Ogne iune disce lo sò”, serata celebrativa delle lingue locali dei 5 comuni.

Due rappresentanti della lingua locale hanno portato in scena il turese, accompagnando così la rinnovata Pro Loco di Turi: Domenico Del Bene che ha recitato la preghiera “U Pargolette” e Pietro Salice che ha letto la preghiera “U repere de l’àneme” tratta da Turi Chiesa Madre 1973.

Il pubblico della Peucetia presente in sala (2)

Tema della seconda edizione della “Giornata Nazionale dei Dialetti e delle Lingue Locali” è stato “Il Sacro nel quotidiano”: tradizioni usanze e costumi nei giorni in cui si festeggiano i santi patroni e le festività religiose.

“Ai nostri rappresentanti vanno i più calorosi ringraziamenti per aver dato prestigio al nostro paese” – commentano dalla Pro Loco di Turi.

Al termine della serata, un grande momento di condivisione è stato offerto dalle numerose leccornie che ogni Pro Loco della Peucetia ha portato in tavola per raccontarsi e farsi gustare. Perché la cultura e la tradizione passano anche dalla tavola e, su quella turese, non poteva non distinguersi la fragranza dei tronère e la prelibatezza della faldacchea.

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