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Cronaca

Infiltrazioni mafiose nel gioco d’azzardo, Da Reggio a Bari la musica non cambia

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Quanti soldi ruotano intorno al mercato del gioco d’azzardo legale? E quanti intorno all’illegale? Tanti, tantissimi. Se per il gioco legale possiamo parlare di una raccolta pari agli 84,4 miliardi di euro, per il lato oscuro del gambling ci risulta difficile fornire delle stime precise. Da questa discordanza emerge però un elemento in comune, ovvero entrambi fanno gola ai clan della malavita organizzata. La scorsa estate, un’operazione antimafia messa a segno dalla DIA di Reggio Calabria, aveva portato al sequestro di beni per 25 milioni di euro ad una holding del crimine che si fondava sulla collaborazione di alcune ‘ndrine del reggino con il gotha della finanza maltese. Questa operazione ha avuto anche degli strascichi, con un secondo blitz messo a segno il settembre scorso, che oltre al sequestro di due milioni di euro, ha messo in risalto le ramificazione con il Lazio e alcuni paradisi fiscali noti per l’attività di pulizia di denaro sporco.

Da Reggio Calabria a Bari, la musica non cambio. Lo scorso 15 settembre la Direzione Investigativa Antimafia di Bari ha confiscato beni per un valore di 500 mila euro ad un pregiudicato di Gravina di Puglia. Il decreto di confisca ha riguardato due attività di internet point, sale giochi e scommesse, una a Gravina ed una a Irsina (MT), autovetture, appartamenti e conti correnti. Questa è l’ultima di una serie di operazioni messe a segno dalle forze dell’ordine nel Tavoliere, segno che come nel Lazio e nella Calabria uno dei business chiave per i clan è senza dubbio quello del gioco d’azzardo.

Vendola

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L’allarme era stato lanciato qualche mese fa da Epifani, consigliere regionale PD, che durante una seduta del consiglio regionale presieduto da Nicky Vendola, aveva dichiarato come il gioco d’azzardo non autorizzato sia in aumento e di come sia gestito dalla malavita organizzata. A confermare la tesi di Epifani un report pubblicato dalle forze dell’ordine, che evidenzia come nel Tavoliere siano presenti oltre 1500 sale irregolari, dato quasi due volte superiore al numero di sale legali.

Eppure la Puglia è stata una delle prime regioni in Italia a dotarsi di una legge anti Gap, per tutelare i consumatori dal gioco d’azzardo patologico e regolare la distribuzione e diffusione delle sale dedicate al gambling sul territorio. La disparità è legata essenzialmente alla concessione delle licenze. Le limitate dimensioni dei centri urbani fanno sì che l’apertura di esercizi regolamenti sia pressoché impossibile per questioni legate al rispetto delle distanze da luoghi sensibili. Diverso, invece, è il discorso per i Centri Trasmissioni Dati (Ctd) non regolamentati AAMS che hanno la possibilità di proliferare in qualsiasi area delle città senza limiti di sorta. A ciò, come anticipato in precendenza, si aggiunge l’interesse dei clan verso attività estremamente utili per ripulire il denaro sporco. La sanatoria prevista dalla nuova legge di stabilità potrebbe essere utile per diminuire il numero di esercizi illegali, ma per combattere la criminalità organizzata è necessario che le forze dell’ordine e gli operatori di gambling instaurino una cooperazione a 360° in modo che le mafie non possano impossessarsi anche delle’ennesimo settore dell’industria italiana.

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