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Pagano benedice Menino e giunta

Ubaldo Pagano (2)

Ora è ufficiale: domenica 29 novembre i pugliesi saranno invitati alle elezioni primarie per la scelta del nuovo segretario regionale del Partito Democratico di Puglia. Entro il 15 ottobre si potranno presentare le candidature per succedere all’attuale segretario regionale, Michele Emiliano, nonché governatore della Puglia eletto alle consultazione regionali della primavera 2015.

Tra l’elenco dei candidati non dovrebbe figurare il nome del segretario provinciale del PD, Ubaldo Pagano. Egli stesso ha risposto alle nostre domande dopo aver così chiarito:

“Non nascondo che la candidatura a segretario regionale mi è stata proposta, il presidente ha pensato anche a me, ma non è il mio momento. Faccio già il segretario provinciale e mi basta e mi avanza. E non sarebbe neppure utile, dovrei interrompere il mio lavoro provinciale, si aprirebbero ulteriori fibrillazioni… ognuno fa il suo lavoro”.

Segretario, ma si arriverà a una posizione unitaria, o si andrà incontro a divisioni, proprio come avviene a livello nazionale?
“Non siamo un partito in perenne guerra tra bande, ma una comunità articolata e plurale che non porta il cervello all’ammasso. Ecco perché trovo fisiologico che il confronto tra personalità autentiche e di grande qualità sviluppi un dibattito che in tempi di ‘turbo politica’ possa essere percepito come una rissa continua. È evidente che tutti siamo impegnati alla costruzione di un quadro unitario che ci possa permettere di avere una nuova guida che lavori in sinergia con il nostro governo regionale, ma non necessariamente questo potrebbe significare l’assenza di candidature alternative e quindi le primarie per la scelta, perché se coartassimo le legittime aspirazioni in campo potremmo solo rendere più povera la nostra offerta politica ed invece non dobbiamo mai temere il giudizio del popolo. Il pensiero unico appartiene alla storia della destra italiana, noi siamo il centrosinistra”.

Assistiamo a uno scontro tra Renzi e Michele Emiliano, finito nella black list del premier. Secondo lei questo scontro avrà ricadute negative sulla Puglia? Rilancerà Emiliano verso un futuro da premier?
“Emiliano è stato eletto per amministrare la Puglia per i prossimi 5 anni. Conosco Michele e vi assicuro che prende molto sul serio gli impegni presi, anche perché le questioni che abbiamo da risolvere sono già abbastanza impegnative. La giunta Emiliano, il PD e tutto il centrosinistra lavorerà con il Governo Renzi per affrontare le tante questioni dinanzi a noi, in un rapporto leale e sapendo di poter contare sul Presidente del Consiglio. Non credo alla vulgata secondo cui Renzi sarebbe impegnato nella compilazione di liste di proscrizione, anche perché ho molta stima di Lui e credo sia cosciente del fatto che non ci sia nessuna ragione politica per confliggere nel breve e medio periodo con Emiliano, ed anzi insieme possano fare un gran lavoro di squadra per il riscatto del Mezzogiorno, ciascuno nell’alveo delle proprie responsabilità istituzionali”.

Entriamo nei dettagli delle segreterie locali. Quali sono i paesi della provincia di Bari un po’ critici, dove il PD ha bisogno di una “cura”? Quali sono invece i paesi dove il PD sta facendo bene? Come intende agire?
“Non mi faccia fare classifiche di alcun tipo perché sarebbe ingeneroso per tutti quei militanti che tra tante difficoltà stanno tenendo viva la comunità democratica. Anche perché spesso da una potenziale criticità e debolezza si ottengono le soddisfazioni più belle; ed in tal senso mi piace citare i casi più recenti di Molfetta e Turi. È evidente che ci concentreremo nei prossimi mesi su quei circoli le cui cittadine sono chiamate a rinnovo amministrativo nella prossima primavera. Ma non per imporre scelte calate dall’alto ma per facilitare la lettura dei processi locali e garantire la sintesi del pluralismo interno”.

A proposito di Turi, si parla di rimpasto di giunta. Qualcuno lo chiede, altri rimandano. E intanto si è aperta una crisi di maggioranza. Qual è la soluzione?
“Sinceramente trovo surreale il dibattito che si sta sviluppando a Turi sulla composizione degli organi di governo locale. I maligni dicono che sia bastato un PD finalmente forte e strutturato ad aver messo in crisi vecchie rendite di posizione, io penso che i patti si rispettano, e mettere in discussione continuamente le scadenze date finisce per distrarre una buona giunta ed un ottimo Sindaco dalle tante opportunità da cogliere per la città”.

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