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Compie 18 anni l’ultima nata a Turi

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Lo scorso 3 ottobre ha soffiato le sue 18 candeline. Un compleanno che festeggia la maggiore età di una ragazza turese, che possiamo dire, oggi, sia nelle pagine della storia del nostro Comune.
Lei è Giada Maria Petruzzi e per chi non la conoscesse, è l’ultima nata a Turi. La sua storia, o meglio, la vicenda della sua nascita, incorcia quella di un compianto medico turese, il ginecologo Leonardo Dell’Aera, che nel suo studio, con l’ausilio dell’ostetrica Isa Terrone, la porta alla luce.
Sua mamma Anna Giulia Leone, infatti, avvertite le prime contrazioni, avvertì il suo ginecologo, che le consigliò di andare al suo studio. Qui, il dottor Dell’Aera, accertò che la mamma di Giada non poteva raggiungere l’ospedale, poichè la bambina stava per partorire.
Nel giro di pochi minuti, tra le 15.30 e le 16.00, Anna Giulia abbracciò la sua secondogenita Giada Maria. Madre e figlia, in buono stato di salute, tornrono a casa, posticipando la visita ospedaliera ad una settimana dal parto. Mamma e figlia stavano bene, per loro fortuna.
Quel giorno, quel lontano 3 ottobre 1997, Anna Giulia e Giada Maria firmarono una pagina della storia del nostro paese, rimanendo ancora l’ultima nascita a Turi.
“Sono orgogliosa del paese e della sua storia, ma non di molte persone” – commenta Giada, ringraziando tanto i suoi genitori, Anna Giulia Leone e Vincenzo Petruzzi per i grandi esempi di vita che le trasmettono e le insegnano.
Soli 18 anni, ma dimostra, nella nostra chiacchierata, uno spirito che crediamo aver ereditato dalla sua famiglia. Un amore per la sua terra, per il suo paese, che si esplica nella parole di delusione per quanto spesso il lavoro, la dura fatica, l’aiuto al prossimo non siano ripagati dalla considerazione e dalla gentilezza. Per questo esprime il suo grazie anche a coloro che si impegnano con passione nei confronti del paese: “grazie a Michele Boccardi, alla grande squadra della Coldiretti e a Turi in Evidenza”. Ma il suo ringraziamento va alla terra natia: “I ciliegeti sono stati piantati dai miei genitori, quindi sono miei fratelli perché danno lavoro a me e ai miei genitori!”, sottolinena Giada, ponendo l’accento sul grande valore che il lavoro a contatto con la natura regala a chi sa apprezzarlo.

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