90 anni di Università di Bari. Turi c’è!
Turi, appena 13mila abitanti, piccolo comune, tuttavia può vantare diversi illustri concittadini del presente e del passato. Ce ne sono diversi e in svariati campi: dal professionismo all’imprenditoria, dalla politica all’arte e alla cultura. Lunedì 28 settembre a Bari, in occasione delle celebrazioni dei 90 anni dell’Università di Bari, “I suoi rettori, la sua storia”, combinazione e storia hanno voluto che Turi fosse rappresentata in questo amarcord da un illustre del passato – il prof. Raffaele Resta (ex rettore dell’Ateneo) – e da un illustre del presente – il direttore turese Michele Cellaro, che a fine dibattito, in serata ha diretto il Concerto dell’Orchestra della Città Metropolitana di Bari.
Il programma ha avuto inizio alle ore 9:30 nell’Aula Magna ‘Aldo Cossu’ del Palazzo Ateneo. Il giornalista Rai Giancarlo Fiume ha moderato numerosi interventi di ex rettori dell’Università di Bari e testimoni viventi di rettori del lontano passato. Tra questi, è stato invitato anche il prof. Onofrio Resta, nipote di Raffaele Resta, rettore a Bari dal 1947 al 1951. Giurista e politico democristiano, è stato parlamentare della prima legislatura repubblicana, quella che si insediò nel 1948, dopo le prime elezioni politiche del dopoguerra.
Nato a Turi nel 1905, morì nel 1973; nel mezzo una carriera brillante, densa di attività ma mai frenetica o posseduta, sempre al passo con i principi morali e la fede religiosa, ma soprattutto i tempi, lo studio, la disciplina e tutti i rigori che il dopoguerra imponevano prima ancora che agli italiani, soprattutto a chi doveva rappresentare le Istituzioni. Altri tempi.
La sua memoria resta impressa anche nell’etere. Da Wikipedia: “Professore universitario, avvocato, uomo politico, il prof. Raffaele Resta nasceva a Turi (Bari) il 21 settembre 1905 da Giuseppe Resta, medico condotto, e da Geltrude Pignataro, insegnante elementare del piccolo centro rurale. Il padre, prestando l’assistenza sanitaria presso il locale Penitenziario nel quale all’epoca erano fatti confluire i “politici”, fu il medico di Gramsci e di Pertini, entrambi ivi detenuti: nel suo libro di memorie, Pertini gli dedica un ricordo affettuoso”.
Con un velo di nostalgia lo ricorda il prof. Onofrio Resta quando viene invitato dai rettori a portare la sua testimonianza. In assemblea si fa attento il senatore Gaetano Quagliariello, coordinatore nazionale di Ncd, invitato a raccontarci di suo padre Ernesto, rettore dal 1970 al 1977.
“Mio zio fu presente in Parlamento per tre legislatore successive, dal 1948 al 1963, ma la politica non è stata la ragione di vita” – ha precisato l’ex sindaco Resta, forse pensando con una punta di amarezza ai carrieristi della politica nostrana.
“Per suo volere – ricorda Resta – quando è morto, non volle politici, né chiese la commemorazione di politici”.
Del rettore turese resta a memoria una targa per le vie della sua amata Turi, ma soprattutto l’opera e la dedizione.
“È stato il rettore della rinascita – riconosce il nipote – Uomo intelligentissimo tanto da guadagnarsi più volte l’incarico di sottosegretario al governo, oltre che un grande suffragio. Era un uomo libero e liberale, tanto da aver avuto qualche problema con Aldo Moro… Mio zio e Moro erano due ferventi cattolici, tuttavia si stimavano ma non si capivano. Pur proseguendo strade lontane da Moro, il prof. Resta non mai generato scontri o divisioni. Forse perché tutto quello che faceva e gli impegni che prendeva dovevano essere guidati dalla luce fulgida di Maria Santissima. Il suo pensiero era ben oltre. Non caso considerava Gesù Cristo il primo vero rivoluzionario della storia”.