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TURI nella Grande Guerra

Ascoli com'era: "la Grande Guerra", il soldato e il bambino (~1916)

Per rendervi partecipi della realtà di quel tempo e delle condizioni in cui i nostri soldati vivevano e lottavano per il loro ideale di Patria e per l’ingegno e la rapidità d’esecuzione con cui costruivano gallerie e ricoveri, vi invito a visionare i filmati “teatri di guerra” su YOUTUBE. In questi video, un fante toscano dal nome straniero Suckert, divenuto famoso come Curzio Malaparte, spiega come la gran parte dei soldati-contadini non soltanto non sapesse, ma neppure fosse interessato a conoscere le ragioni per cui la guerra era combattuta: “l’essenziale era questo: bisognava farla, se no…..”. Così si spiega, in parte, perché durante i primi scontri e assalti, i nostri fanti, dovevano essere addirittura frenati dai loro comandanti. Immaginavano la guerra così come la si combatteva e la si rappresentava nel Risorgimento, con tanto di spiegamento di bandiere e fanfara al seguito e che, dopo alcune battaglie, la guerra sarebbe finita. Intanto continuavano, lungo tutto il fronte, brevi ma importanti scontri che permettevano alle nostre truppe di consolidare e rafforzare le posizione raggiunte ed al contempo rintuzzare e respingere i contrattacchi nemici. Gli italiani in questi loro avanzamenti riuscivano anche a far bottino di armamenti e munizioni abbandonate e di molti prigionieri. Il periodo estivo portava poi, i combattimenti a quote mai raggiunte prima. – [ E’ proprio di questi giorni la notizia del ritrovamento di un baraccamento austriaco a quota 3.850, sul Gran Zerbù, a cui si accedeva da una galleria sotterranea ] – . I nostri alpini a costo di immani sforzi e sacrifici riuscirono nella conquista del Col di Lana, del Monte Cristallo, del Tonale e delle impervie vette del massiccio dell’Adamello. Anche l’aviazione, seppur con meno di 100 velivoli ed un’industria non ancora pronta per supportare un’azione bellica di tale entità, cominciava ad avere un ruolo importante nel conflitto. Le ricognizioni effettuate sul territorio nemico danno importanti indicazioni alla nostra artiglieria e alcuni raid compiuti su Trieste infondevano coraggio e stimolavano i cittadini alla riunificazione. Questo il testo del volantino lanciato il 7 agosto da D’Annunzio: “Coraggio, fratelli! Coraggio e costanza! Per liberarvi più presto combattiamo senza respiro”.  Allo stesso tempo non esisteva ancora una efficiente rete per mettere in allarme da incursioni aeree nemiche e di questo ne faranno le spese i porti, le installazioni militari e le città poste sulle coste dell’Adriatico. Anche la Puglia in questi primi mesi di conflitto subirà degli attacchi aerei: Bari, Barletta, Mola di Bari, Molfetta, Monopoli e Polignano a Mare vedranno volteggiare sui loro cieli dei biplani austriaci che, forse aiutati da complici che segnalavano gli obiettivi, lanciavano bombe sulle stazioni e serbatoi di petrolio provocando la morte di una giovane donna a Monopoli e di un bambino che dormiva sul marciapiede a Bari. Invece Turi vedrà cadere il soldato della 9° compagnia del 140° RGT della Brigata Bari DELL’AERA NICOLA, cl. 1891, di Vito Cosimo e Palma Pascalicchio che, ferito in combattimento a S. Martino del Carso dallo scoppio di una granata, il 30 agosto morirà nella 28° sezione di sanità posta nella Villa Alimondi di Sagrado. Il Dell’Aera era sposato dal 18 gennaio 1914 con Maria Felicia Pascalicchio. L’estate sta finendo e…..…..il Comando italiano sta preparando i piani che porteranno allo svolgimento nel prossimo autunno della 3° e 4° Battaglia dell’Isonzo.

— 3— continua
                                        Alberto Lenato                                    

Presidente ANB Turi   

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