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In Giappone per il 23° Jamboree

Il reparto Don Tonino Bello appena giunto a Kirara-Hama. L'inno nazionale italiano ha suonato anche per loro.

Li avevamo lasciati in procinto di partire, con un bagaglio di attese e di sogni, con un desiderio di sperimentare, conoscere e raccontare.
Sono i ragazzi turesi, Stefania Perfido e Stefano Di Donna che dallo scorso 28 luglio e fino all’8 agosto hanno partecipato al 23° World Scout Jamboree in Giappone.
Decine di migliaia di scout di diverse età, dai 14 ai 17 anni, che si sono ritrovati nella terra orientale, conoscendo le città Kirara-Hama, Yamaguchi City, ad Ovest di Honshu per confrontarsi su “WA: a Spirit of Unity”: unità, armonia, cooperazione, amicizia e pace. WA è l’essenza della cultura giapponese. Il logo del Jamboree è un nodo Mizuhiki fatto con una speciale corda di carta di riso, ed è utilizzato per ricorrenze come nascite e matrimoni. I tre colori con cui è rappresentato significano: energia, ovvero l’energia degli scout di tutto il mondo, il dinamismo del movimento scout e il coinvolgimento in diversi ambiti; innovazione, l’esperienza del Jamboree è conoscere culture, tradizioni e differenti modi di pensare; armonia: gli scout, pur di differente cultura, religione ed esperienza, rappresentano una cultura di pace, vivendo insieme, rispettandosi e aiutandosi. Emozionati e entusiasti i ragazzi turesi, ambasciatori di un’esperienza di cui hanno raccontato, con un diario di viaggio, le due settimane giapponesi. Il 23° Jamboree ha avuto un forte collegamento anche con il tema della pace poichè durante il loro periodo di permanenza hanno ricordato il 70° anniversario della bomba su Hiroshima. “Il giorno della partenza non sono riuscita a dormire per tutto il viaggio” – ci racconta ancora emozionata Stefania.
Accolti ed ospitati dalle famiglie giapponesi, i giovani scout provenienti da tutto il mondo hanno presto messo a confronto le loro tradizioni e la loro cultura, molto diversa da quella nipponica, ma così ricca di particolari da necessitare conoscenza; da suscitare curiosità. “I padroni di casa si sono dimostrati gentili e simpatici e, nonostante alcuni di loro avessero difficoltà con l’inglese, siamo riusciti a comprenderci. Abbiamo stretto forti legami di amicizia tanto che le famiglie hanno provato profondo rammarico nel salutarci”. Ma per i tantissimi scuot non si trattava di una vacanza, perchè lasciati i confort e le comodità, hanno messo in campo il loro spirito e avviato le sette attività per le quali erano partiti: Peace; Global Development Village, che li ha sensibilizzati a problemi come la fame nel mondo; Science; Community volto ad affinare la conoscenza della cultura e lingua giapponese; Water; Nature; Faith And Belifes attraverso il quale hanno conosciuto le altre religioni. “Questa esperienza mi ha resa fiera di essere Italiana, di essere Pugliese, di essere Turese. Sentivo crescere l’orgoglio per la mia terra quando incontravo gente di altri Paesi che diceva di adorare l’Italia e provava a dire qualche parola in Italiano (anche se era frequente che dicessero “Italia, pizza e mafia)” – aggiunge infine e con un velo di rammarico Stefania Perfido, consapevole però di un’esperienza che ha segnato lei, assieme a tutti gli scuot, per tutta la vita.
Il primo World Scout Jamboree nacque nel 1920 e vide la partecipazione di 8000 partecipanti provenienti da 34 nazioni che si incontrarono ad Olympia e Londra, nel Regno Unito. Da allora, con intervalli di 4 o 5 anni, si sussegue e permette l’incontro dei gruppi scout di tutto il mondo in diverse terre, come avvenuto nel 2015 in Giappone.
Il prossimo Jamboree si realizzerà nel 2019, quando i giovani scout si ritroveranno a condividere lo spirito dello scoutismo a Summit Bechtel Family National Scout Reserve, Contea di Fayette (Virginia Occidentale), negli USA.

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