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Impianto di depurazione di contrada Lama Rossa: approvato il progetto definitivo

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Il 22 giugno segna una svolta fondamentale sulla questione dei lavori relativi all’”Impianto di depurazione di Turi – recapito finale manutenzione straordinaria” su un sito di contrada Lama Rossa: giunge al Comune di Turi – finalmente – la copia della determinazione n. 124 del 18 giugno, con cui l’Autorità Idrica Pugliese ne approva il progetto definitivo e dichiara di pubblica utilità l’opera, la cui efficacia è subordinata all’apposizione del vincolo preordinato all’esproprio a cura del Comune di Turi.
Questo passo in avanti porta il sindaco Coppi a convocare il consiglio comunale di martedì scorso, per approvare, ai soli fini della variante urbanistica, il progetto dei lavori di ”Impianto di depurazione di Turi – recapito finale manutenzione straordinaria” dell’importo complessivo di 205.377 euro. L’approvazione del Progetto Definitivo da parte del Consiglio Comunale costituisce l’avvio del procedimento di adozione della variante urbanistica e l’apposizione del vincolo preordinato all’esproprio.
Ricordiamo brevemente come si è arrivati a questa situazione onerosa per le tasche comunali. Nel 2007, constatata l’insufficienza delle vasche alla depurazione e il pericolo di sversamento delle acque nei terreni vicini – come era già accaduto – e di un grave danno ambientale, il capo settore dei lavori pubblici decide di prendere in affitto per sei mesi questo terreno, unica area adiacente e non coltivata, perché questo arco di tempo sarebbe servito a costruire, su quel suolo, una serpentina a servizio dell’impianto di depurazione. E l’affitto per questo terreno viene determinato, come dicevamo, a 1000 euro al mese. Terminati i sei mesi, il comune di Turi smette di pagare l’affitto, ritenendo che a quel punto fosse responsabilità dell’Acquedotto, che gestisce tutto l’impianto: tra i due ne nasce un contenzioso. Nel frattempo passano otto anni e la proprietaria del terreno pretende che le vengano pagati tutti i mesi di affitto successivi ai sei già pagati dal Comune. Mille euro per ogni mese trascorso, per un terreno che ne varrebbe circa 5.500. L’unica soluzione per il Comune di Turi è quella di procedere all’esproprio. Ma per far ciò, occorre che l’Acquedotto Pugliese, riconosciuta la necessità dell’uso serpentine in aiuto alle vasche di depurazione dell’impianto, predisponga un progetto preliminare dei lavori necessari per rifunzionalizzare le serpentine ed uno studio di fattibilità per l’acquisizione dell’area adiacente all’area attualmente occupata dalle vasche e dalle serpentine, da utilizzare per aumentare la superficie drenante e per garantire un funzionamento discontinuo delle trincee attuali, rendendo possibile la periodica manutenzione delle stesse.

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