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Turi nella Grande Guerra

ISONZO

Sono già passati i primi 40 giorni di conflitto. La 1° Battaglia dell’Isonzo si è conclusa il 7 luglio.
La grande mobilitazione messa in atto dal Governo ha portato alla costituzione di 4 Armate per un totale di oltre 1.000.000 di uomini, di 216.000 quadrupedi, di 3.300 automezzi, di 930.000 fucili, di 620 mitragliatrici e oltre 2.150 pezzi di artiglieria dislocati su circa 650 km. di confine che partendo dal Garda, arriva fino a Gorizia passando per lo Stelvio, la val Cismon, il Cadore, la Carnia e lungo il percorso dell’Isonzo. La tattica predisposta dal Comando Supremo italiano prevedeva un massiccio cannoneggiamento iniziale delle linee nemiche e il successivo attacco in massa delle fanterie che, non essendo ben supportate, sia per incomprensione che per i ritardi con cui venivano diramati gli ordini, costò il sacrificio di innumerevoli uomini per q383 PLAVAla conquista di Monfalcone, di Plava, del Monte Nero. I ritardi con cui giungevano i rifornimenti e soprattutto le munizioni per i cannoni, permise agli austriaci di poter ricevere ulteriori rinforzi e consolidare alcune posizioni strategiche, grazie anche alla conformazione del terreno che formava delle fortezze naturali e alla trincerazione con l’uso del filo spinato. Questa tattica largamente sperimentata sul fronte francese aveva già dimostrato la sua inefficacia ma, il gen. Cadorna, convinto che il nostro fronte avrebbe ceduto, non si preoccupò minimamente della vita dei suoi uomini. Dopo 11 giorni di sosta e preparativi, la II Armata ricevette l’ordine di impegnare il nemico sull’Alto Isonzo con azioni diversive mentre, la III Armata al comando del gen. Duca d’Aosta, attaccava le linee austriache con lo scopo di conquistare il Monte San Michele e il monte Cosich. Le prime località interessate dall’attacco sono state Bosco Cappuccio, Bosco Lancia e Bosco Triangolare con le quote 140, 170 e 275.  I combattimenti furono molto aspri e spesso portati alla “baionetta”, con i soldati italiani falcidiati dalle mitragliatrici nemiche ben appostate dall’alto. Pensiamo che il solo 10° RGT Regina in soli 5 giorni, dal 18 al 22 luglio, riporterà la perdita di 36 ufficiali e 1233 uomini di truppa e tra questi, dobbiamo registrare il sacrificio sulla q. 170, del sergente classe 1891 Lonardo Zaccheo, figlio del carpentiere Vito Lorenzo e del soldato cl. 1894 Vito Grazio Giuliani, figlio del contadino Vitangelo. Un altro dei cruenti combattimenti della 2° Battaglia dell’Isonzo si è avuto dal 22 al 26 luglio nella zona di Bosco Cappuccio, dove la Brigata Bari riporterà la morte di 45 ufficiali e ben 1588 uomini di truppa. Anche qui dobbiamo riportare il sacrificio di altri 2 soldati turesi entrambi dati per dispersi: il caporale cl. 1890 del 139° RGT Angelo Gasparro, figlio di Paolo e del sergente del 140° RGT, decorato con medaglia d’argento al Valor Militare, Giovanni Cistulli, figlio di Vincenzo il beccaio.  Questo alto numero di uomini sacrificati in un’autentica carneficina, portò il gen. Cadorna a sospendere, il 3 agosto, l’avanzata e porre fine così alla 2° Battaglia dell’Isonzo chiamata anche Battaglia del San Michele.

— 2— continua
                                        Alberto Lenato
                                    Presidente ANB Turi

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