Turi chiede lo stato di calamità
È datata 26 maggio 2015, la richiesta che il sindaco Coppi ha inviato al dott. Nardoni, ex Assessore Regionale alle Risorse Agroalimentari e Agricoltura, in merito al riconoscimento dello stato di calamità naturale che ha colpito le colture cerasicole nel periodo 19/05 – 24/05/2015.
Ne riportiamo un ampio estratto: “A seguito delle eccezionali avversità atmosferiche, verificatesi nel periodo compreso dal giorno 19 maggio al giorno 24 maggio 2015, quali persistenti piogge intervallate da violenti grandinate, con notevoli sbalzi di temperatura durante le ore notturne e diurne, si è venuta a determinare una situazione eccezionale che ha prodotto ingenti danni alle produzioni agricole, in particolare a quella cerasicola che ha provocato la formazione del cosiddetto cracking (spacco dei frutti) e l’ammaccatura delle drupe dovuta alle percosse da grandine. Gli eventi calamitosi verificatisi incidono non solo sulla produzione principale che è stata gravemente danneggiata ed in molti casi definitivamente compromessa ma anche sull’economia del nostro Comune che poggia sulla cerasicoltura e che risulta determinante per la nostra popolazione in quanto prevalente fonte di reddito e di benessere diffuso. Alla luce di quanto sopra rappresentato si richiede a codesto Assessorato Regionale di attivare le procedure per ogni utile intervento da parte del Ministero delle Politiche agricole in ordine all’applicazione delle normative nazionali e comunitarie vigenti e all’adozione di tutte le iniziative a favore degli imprenditori agricoli locali utili a risolvere le situazioni come innanzi specificate, con la conseguente emanazione anche del decreto che fissa lo stato di crisi per gli eventi calamitosi, Pagina 1 come previsto dal D.Lgs. 29 marzo 2004 n. 102 e s.m.i. al fine di poter fronteggiare le emergenze ed i disagi verificatisi nelle imprese agricole del nostro territorio.”
“Al contempo – ci spiega il consigliere delegato all’agricoltura, Antonello Palmisano – stiamo valutando di far richiesta alla Regione per la calamità dovuta ai freddi che sono durati più delle medie stagionali e che hanno portato ad un accorciamento dei tempi di maturazione delle ciliegie, che sono rimaste piccoline, quindi incommerciabili”. Il freddo duraturo e poi il caldo improvviso, avrebbe inoltre fatto fiorire improvvisamente e contemporaneamente le diverse varietà di ciliegie, comportando una sovrapposizione nella raccolta e un ulteriore danno economico.
Le novità non finiscono qua: dalla settimana prossima, presso l’Ufficio Agricoltura del Comune (al Suap, piano terra) saranno a disposizione dei cittadini i moduli per fare le segnalazione. “È importante che il cittadino che abbia subito un danno, o dalla grandine (per cu ci sono dei fogli di mappa ben definiti), oppure dai freddi e quindi dalle dimensioni ridotte delle ciliegie, faccia la propria segnalazione, compilando il modulo e andando munito di foglio di particella, per sapere dove si trova l’appezzamento di terreno” – spiega Palmisano.
Ovviamente per la grandine, quest’azione potrebbe servire per una questione di sgravi contributivi, ad esempio, dato che la calamità in sé è demandata alle assicurazioni, per cui solo chi è assicurato potrà ricevere un compenso per il raccolto perduto.
Per i freddi prolungati e inusuali, invece, è possibile che ci sia un riconoscimento di calamità, non essendo questi fenomeni inseriti nei piani assicurativi.