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Spada: don Giovanni non è il padrone di Turi

Leo Spada

Una “situazione disperata” – è con queste parole che il capogruppo di maggioranza Leo Spada ci introduce al problema, prima ancora di parlarcene. “Io che sono radicato sul territorio – prosegue –  un turese doc, dato che la mia famiglia vanta origini centenarie, provo fastidio quando vedo che le risorse e i beni di Turi non vengono rispettati”.
Dopo questa breve introduzione, passa velocemente al nocciolo della questione: “Il buon don Giovanni Amodio aveva garantito qualche mese fa di liberare la Cappellina di San Rocco dall’uso di camera di commiato”, ma dal “non può essere” che aggiunge subito dopo, capiamo che quanto richiesto, non sia stato fatto. E ci spiega che proprio quella Cappella è entrata nel progetto SAC, per cui deve restare aperta alle visite delle varie scolaresche provenienti da altri comuni. Cosa che non può accadere, se la cappellina è occupata da un defunto e i parenti che lo compiangono.  “Tutto il rispetto possibile al defunto e alla sua famiglia – sottolinea Spada – ma un bene culturale, come è la Cappellina di San Rocco, deve essere messa a disposizione della comunità”.
“Purtroppo don Giovanni continua a fare orecchio da mercante. E mi dispiace dirlo, perché un arciprete, un parroco, non può fare finta di nulla”. Secondo il consigliere, in quel luogo, non vi sarebbero nemmeno le condizioni igieniche per poter sostare a lungo: ad esempio, mancherebbe un bagno che sia a disposizione delle persone che assistono il defunto.
“Lui non può arrogarsi il diritto di fare il padrone di una struttura che è un bene collettivo. La cappellina non è sua, ma dei cittadini. È stata ristrutturata con i soldi dei turesi, non con i soldi suoi. La deve smettere. Adesso basta”. E da queste brevi affermazioni, intuiamo che la pazienza è ormai esaurita. “Poi mi deve spiegare – prosegue – perché per alcuni l’ha messa a disposizione, per altri no. La deve smettere. Lui non è il padrone di Turi, non comanda lui”. E conclude: “Il mio appello è che (don Giovanni ndr) metta fine a questa situazione. Il lucro lo facesse con altre cose e non con le strutture che non gli appartengono”.
E ricorda che il Comune mette a disposizione di tutti, gratuitamente, la camera di commiato giù al cimitero, specificando che si tratta di un luogo pulito, fornito di bagni e con una Chiesa vicino.

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