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Quel che era un Punto Sport

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L’estate, si sa, è la stagione preferita per tutti gli studenti. Terminano le lezioni, non si hanno più compiti a casa o da preparare intrrogazioni, si ha più tempo per stare all’aria aperta con gli amici, vincendo il caldo e l’afa che appesantiscono le giornate.

È così che i luoghi più frequentati, in una cittadina come la nostra, che non si affaccia sul mare o non è dotata di una struttura comunale pubblica dove l’acqua la fa da padrona, sono i parchi o le aree gioco o di sport.

Simao andati così a curiosare in via Casamassima, proprio in quel Punto Sport che si affaccia sulla strada. Quella struttura tra transito di vetture e abitazioni, circondata da una rete a tratti logora e che a tutto fa pensare, tranne che è stata “donata” alla comunità da soli 5 anni.

Palese notare lo stato di degrado che regna nel Punto Sport, dove erba alta mista ad immondizia e brandelli di tessuto di un verde ormai sbiadito convivono sereni aspettando l’arrivo dei ragazzi.

Per non parlare delle reti dei canistri, delle recinzioni di legno ormai salttae o rotte. È questo lo spettacolo che si incontra arrivando a Turi. È questo quanto la nostra comunità può avere e usare. È questo lo stato in cui le cose comuni raggiungono quando all’incuria del tempo, si uniscono la scarsa attenzione e la maleducazione che nel quotidiano mostriamo ai nostri figli e loro riportano in pratica.

 

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