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2 giugno: la Festa della Repubblica

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“Il Silenzio” ha rotto il rumore della parata e tutti sull’attenti hanno reso omaggio ai caduti in guerra.
È questa l’immagine che, come ogni anno, si rinnova nella festa della repubblica, nella serata del 2 giugno.
L’amministrazione Comunale, preceduta dalla Banda Musicale Cittadina “Maria SS. Ausiliatrice” e dalle rappresentanze dei corpi militari, ha deposto una corona di alloro alla statua del milite ignoto, omaggiando, in maniera simbolica, quanti hanno perso la vita per la nostra libertà.
Ma prima di spiegare alla piazza le motivazioni della serata, il sindaco Menino Coppi ha letto una lettera, quella inviata dal Capitano Umberto De Natale al Sindaco di Turi, a fine giugno 1915. una breve lettera, molto emozionante, rinvenuta dal lavoro di ricerca del comitato della Grande Guerra e nella quale il Capitano annuncia, tristemente,  la morte del soldato Giammaria Pascalicchio, esortando, così, di darne notizia alla famiglia.
Come il milite Pascalicchio, tanti furono i soldati che persero la vita durante le guerre e tanti dovrebbero essere le nostre riconoscenze nei loro confronti, nei riguardi di coloro che resero l’Italia una Repubblica Democratica.
Il 2 giugno, infatti, ricorre il referendum istituzionale indetto a suffragio universale il 2 e il 3 giugno 1946 con il quale gli italiani vennerochiamati alle urne per esprimersi su quale forma di governo, monarchia o repubblica, dare al Paese, in seguito alla caduta del fascismo. Una data fondamentale della nostra storia. Una data che è memoria di un passato e memoria di passati, di vite che hanno combattuto per la Patria, per la Nazione, per la libertà dei loro figli.

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Lettera inviata al Sindaco di Turi a fine giugno 1915

Pregiatissimo Signore,
pur non essendo particolarmente di mia spettanza, compio il dolorosissimo ufficio di comunicare a VS la morte del soldato Giammaria Pascalicchio avvenuta il giorno 5 corrente, in una avanzata per l’occupazione di una località. Il povero Pascalicchio, milite della mia compagnia, fu colpito da una pallottola di granata, ed ebbe spenta la vita all’istante, nelle braccia del suo tenente. Il Comando del Reggimento avrà forse già provveduto alla partecipazione ufficiale, ma io ho voluto ugualmente scrivere alla SV perché penso che la famiglia del Pascalicchio non dev’essere stata ancora avvisata, stante che ancora oggi è pervenuta qui all’indirizzo del defunto una cartolina della di lui moglie Domenica Di Lauro, in data 20 corrente. Sono certo che la SV saprà tutta la cautela per comunicare alla famiglia del soldato la triste notizia, senza procurare scosse, e coprendo la loro sciagura con le parafrasi della gloria immortale toccata all’ottimo soldato perito, e della grandezza dell’Italia nostra, che vuole questi ed altri sacrifici.
Con l’espressione della mia stima, mi creda

Capitano Umberto De Natale
  10° fanteria 3° compagnia

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