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Turi con il Movimento “Riscatto”

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Lo avevano annunciato e non hanno ritirato la promessa. Sono gli agricoltori del Movimento Riscatto, tra i quali la rappresentanza turese di Protesta Agricola, che nella giornata di giovedì 21 maggio si son dati appuntamento in Montecitorio.
Un fiume di bandiere, fasce tricolore, slogan e cartelli per far sentire la propria voce e il proprio contrasto all’Imu agricola.
Sindaci, amministratori comunali, associazioni e soprattutto tantissimi agricoltori per dire ancora una volta NO alla tassazione degli appezzamenti agricoli. A portare il no di Turi, anche Antonello Palmisano, che ha indossato la fascia di rappresentanza e ha condiviso la necessità di abolire l’Imu agricola
Chiare le richieste: la moratoria dei provvedimenti in corso e il ripristino della situazione precedente al provvedimento IMU sui terreni, l’apertura di un confronto per una soluzione equa sostenibile e non punitiva per comuni, agricoltori e cittadini, e infine il reintegro delle somme sottratte.
“L’agricoltura è il settore trainante della nostra economia locale – è stato più volte gridato – aumentare l’incidenza della tassazione, in un periodo di grave crisi e nonostante la recente introduzione di altri balzelli per altri servizi, ha significato affossare il settore, con ricadute negative anche sotto il profilo occupazionale”. Intanto martedì scorso, 19 maggio, i responsabili del movimento lucano “Riscatto” hanno tenuto a Roma una conferenza stampa nel quale hanno presentato le richieste che saranno formalizzate dai Consiglio comunali.
Nello specifico chiedono “di 11143316_10206469528561590_3051732248652186150_navviare un percorso unitario e partecipato di cittadini, agricoltori, sindaci e associazioni civili che, coinvolgendo i 4.528 comuni e comunità direttamente interessate e gli altri che compongono il territorio rurale italiano in crisi, finalizzato ad ottenere che Governo e Parlamento cancellino il provvedimento sull’IMU agricola”. Tra gli obiettivi: “la condivisione del documento e la piattaforma unitaria NO-IMU agricola su cui chiedere l’apertura di un confronto con il Governo e il Parlamento; l’avvio di una campagna nazionale di informazione, controinformazione e sensibilizzazione; l’avvio di una mobilitazione nazionale per la disobbedienza civile”.
Inoltre sono state annunciate due giornate unitarie di mobilitazione per il 9 e il 10 giugno e una di manifestazione per il 17 giugno in occasione della convocazione della seduta in cui il TAR del Lazio prenderà in esame le centinaia di ricorsi dei comuni e delle Anci Regionali.
“La norma voluta dal Governo con il decreto sull’IMU agricola – tuonano dal movimento Riscatto – sta colpendo in maniera diretta la già fragile economia di 4.528 comuni rurali cui sono stati sottratti circa 350 milioni di euro di trasferimenti ordinari da parte dello stato per il 2014 e si prevede vengano tolti altrettanti per il 2015. Una tassa che colpisce il territorio a macchia di leopardo dividendo i cittadini in appartenenti a Comuni di serie A e di serie B e costringendo molti dei loro Comuni al dissesto finanziario. Una tassa ingiusta e fondata su previsioni su calcoli sbagliati e pasticciati dai forti profili di illegittimità e incostituzionalità che colpisce le aziende agricole e i cittadini possessori di terra, le comunità costrette a vedersi tagliare trasferimenti e dunque servizi. I comuni ridotti a gabellieri dello Stato”.

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