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Politica

“Mi sento un cittadino metropolitano. Non più cittadino barese!”

Da destra, Teofilo, Patroni-Griffi, Birardi e Topputi

Si è svolto lo scorso sabato, 14 marzo, presso la Biblioteca Comunale del Comune di Turi, l’incontro pubblico “Dalla Provincia all’Area Metropolitana: il cambiamento”, voluto dai consiglieri comunali Rocco Birardi e Fabio Topputi, e moderato dal giornalista direttore responsabile del network “La Voce del Paese” dott. Nicola Teofilo.

Apre l’incontro il sindaco di Turi Menino Coppi, il quale ha subito affrontato l’importantissimo tema della Città metropolitana, “partita un po’ in sordina”. “Bari è certamente la città leader – spiega – ma i nostri comuni ne costituiscono un valore aggiunto. Noi abbiamo un territorio, una storia, che dobbiamo valorizzare”.

Dopo gli interventi di Birardi, Topputi e di Emanuela Resta, “madrina” degli esponenti “moderati” turesi, che hanno dato così vita al gruppo di riferimento renziano e “michelaiano” di Turi (voteranno compatti per Emiliano alle prossime regionali), prendono la parola ospiti di grande rilievo, intervistati da Teofilo davanti a un folto pubblico.

In prima fila il prof. Resta, il prof Leogrande, il dirigente De Marinis, l'assessore Valenzano e tanti altri

Dopo l’intervento del primo cittadino turese, prende la parola il dott. Rocco Birardi, il quale procede alle presentazioni: “Questo evento è stato organizzato da me e da Fabio Topputi che siamo consiglieri di opposizione e abbiamo formato il gruppo Moderati con Turi, quindi continuiamo a far parte dell’opposizione perché durante le ultime amministrative eravamo in minoranza, però la nostra non è una minoranza aprioristicamente contro l’Amministrazione”. Dopo aver elogiato alcuni aspetti della maggioranza Coppi ed averne criticati altri, aggiunge: “Io e Topputi cerchiamo di fare un tipo di opposizione che sia giustificata dai risultati che un’ Amministrazione porge e non in maniera populistica. Il nostro intento è di dare a Cesare ciò che è di Cesare, se l’Amministrazione opera per il bene del paese noi non votiamo contro, se ci sono cose che necessitano di riflessione noi interverremo, con il dialogo. Siamo moderati”. A questo punto sottolinea la loro vicinanza al Premier Renzi: “ A noi personalmente piace molto la figura di Renzi, una persona che finalmente ha avuto il coraggio di fare le riforme e sta portando a termine questo lavoro nonostante molti gli stiano mettendo i bastoni tra le ruote”. E infine conclude: “Alle regionali non voteremo per il candidato del centrodestra, ma per quello del centrosinistra, fermo restando che, lo ribadiamo, noi non siamo del PD. Lo diciamo anche in risposta agli attacchi che ci sono stati rivolti e che ci accusavano di essere passati dalla destra al PD. Non è assolutamente così”.

Segue l’intervento della dott.ssa Emanuela Resta: “La mia presenza qui stasera è a testimonianza del continuo impegno verso i concittadini turesi che, seppur non ricopro un ruolo istituzionale, mi ritengono un punto di riferimento per le loro esigenze e i loro problemi, che il più delle volte, in base alle possibilità, si cercano di risolvere”. Confessa di essere molti vicina agli ideali del movimento I Moderati, di cui si sento “madrina”. Quegli ideali avrebbero secondo la Resta una “certa aderenza con colui che è il nostro leader nazionale Renzi”. Infine un pizzico di orgoglio viene manifestato nel veder crescere i moderati non solo a Turi e nei paesi limitrofi, ma anche a livello nazionale. Non manca l’appello al consigliere delegato della Città Metropolitana, Giuseppe Valenzano, per inserimento nelle strutture socio-assistenziali delle persone diversamente abili.

Breve è il discorso tenuto dal dott. Nicola Amoruso, anche lui moderato: “Non posso fare altro che accodarmi alle parole di Emanuela. Siamo un gruppo, stiamo lavorando e siamo sempre pronti ad accogliere le vostre problematiche per cercare di risolverle”.

Ultimo intervento, prima di entrare nel vivo del convegno pubblico, è quello di Fabio Topputi, il quale si è reso promotore, con il gruppo Con Turi, di una battaglia a favore dei giovani al di sotto dei 35 anni che vogliano aprire attività commerciale, affinché possano avere una riduzione del 90% sui tributi locali: “Spero di raggiungere un risultato favorevole perché troppi giovani lasciano Turi”. L’iniziativa vuole essere dunque un incentivo a restare. “La Città metropolitana – conclude – potrà certamente rappresentare un’opportunità per poter ottenere finanziamenti”, facendo riferimento anche all’Unione di Comuni, a cui la stessa Turi ha deciso di aderire: “Non dobbiamo aver paura del cambiamento, ma essere protagonisti dello stesso”.

Per primo, interviene il dott. Matteo De Marinis, dirigente della Prefettura di Bari e promotore di un’organizzazione che sta prendendo sempre più piede nei territori del barese, il Movimento Rivoluzione e Sviluppo Metropolitano, che nasce principalmente con lo scopo di creare informazione di fronte a un oggetto ancora sconosciuto dai cittadini, quale, per l’appunto, la Città Metropolitana. “Il movimento nasce soprattutto all’interno dell’Università” – fa notare De Marinis – “Abbiamo cercato di mettere insieme un gruppo di pensatori per fare dell’attività politica legata alla risoluzione dei bisogni e dei problemi dei cittadini. È su questo che stiamo puntando”. Il Movimento, che ha già alle spalle varie iniziative ed eventi, ne ha previsti due per le prossime settimane: il primo, il 18 aprile, si occuperà di affrontare un argomento spinoso, quello della sanità, grazie anche alla partecipazione di personalità di rilievo. La manifestazione sarà organizzata in collaborazione con l’Università di Bari, che festeggerà i novant’anni dalla sua nascita. Successivamente, l’11 maggio, ci sarà un altro incontro che riguarderà i moderati. Invito la gente– conclude De Marinis – che vuole dare il proprio contributo legato al concetto di politica nel senso puro, ad avvicinarsi al movimento attraverso Onofrio Resta”.

Giuseppe Valenzano, consigliere delegato ai Servizi Sociali e Formazione Professionale, viene presentato come “assessore” metropolitano, anche se tecnicamente non è così.

Dopo gli interventi del consigliere delegato della Città Metropolitana, Giuseppe Valenzano, e dell’ex. Assessore provinciale, il prof. Onofrio Resta, è il turno della dott.ssa Arianna Gasparro, consigliera di maggioranza del PD a Turi, la quale concentra la sua attenzione sul “cambiamento che ci attende” e si rifà alle “trasformazioni antropologiche” che si starebbero vivendo anche nel PD.

Segue l’intervento del dott. Mimmo Leogrande, professore universitario di statistica. “La Città Metropolitana risolverà i problemi della gente? Chi ha questa responsabilità deve fare il possibile perché questo territorio possa crescere” – esordisce così Leogrande, mettendo a nudo le difficoltà di una simile ambizione: “È difficile – afferma – perché chi amministra sa che non è così semplice trovare una soluzione”. Il suo intervento mira a “portare spunti di riflessione per chi si appresta ad amministrare questo nuovo Ente” e pone l’accento sulla parola “cambiamento”, ritenuta fondamentale. L’intervento slitta poi sulla differenza tra Provincia e Città metropolitana: “Secondo me la differenza deve essere inquadrata in quella parola, cambiamento. Se i responsabili della nuova Entità hanno una visione delle problematiche aperta, io credo che molti problemi possano essere risolti”.

Il prof. Onofrio Resta non interviene anche in qualità di ex assessore provinciale, poi sostituito da Schittulli, ma dal punto di vista di chi ha contribuito alla nascita della Città Metropolitana e alla stesura dello Statuto, l’ossatura ancora fragile di un ente in fase tuttora costituente.

Ci sono in ballo 300 milioni di euro di finanziamenti europei che serviranno direttamente ai 41 comuni della Città Metropolitana, per la prima volta senza passare dal “filtro” della Regione. Ma senza un sentimento metropolitano, a poco servirà il nuovo ente. È come parlare di Unione Europea senza una Costituzione, senza un sentimento europeo, senza una comunanza culturale, prima ancora che economica.

Infatti, il presidente della Fiera del Levante e dell’Amgas Bari prof. Ugo Patroni-Griffi, appena prende la parola, annuncia: “Mi sento cittadino metropolitano. Non mi sento barese!”.

“La Città metropolitana – spiega il primo renziano di Puglia – è un esperimento di carattere economico e politico di estremo interesse. Dal punto di vista economico, la Città metropolitana non nasce per creare il nuovo ente politico. La Città metropolitana nasce da un imperativo economico. La logica del campanile rischiava e rischia di schiantare il Paese, di distruggere il Paese. Noi non ci possiamo più permettere la proliferazione di iniziative politico-amministrative ed economiche che abbiano l’orizzonte in una circonferenza, in un perimetro limitato a un micro paese, al micro interesse e alla micro area. Noi dobbiamo ragionare in termini di aree vaste, ma non perché è una scelta di Renzi. Il tema della Città metropolitana è molto antico, noi abbiamo perso il treno e adesso ci siamo attaccati all’ultimo vagone. Oggi il 40% dell’economia mondiale è concentrata in 40 città metropolitane. Questo è il dato economico e queste Città viaggiano ad altissima velocità. E chi non ragiona in termini di alleanze, l’alta velocità non la vedrà mai. Auspico che in futuro che il comune di Bari non esista più, che esista solamente la città metropolitana di Bari e il Comune di Bari come l’abbiamo inteso si vada a smembrare nel decentramento: questa è la logica alla base, non c’è più bisogno di avere due enti che si confrontano e si sottraggono e si contendono le risorse. Infine – conclude Patroni-Griffi – io non amo la logica della destra e della sinistra, della maggioranza e dell’opposizione, è una logica antica. La città metropolitana supera questa logica. Nella città metropolitana non c’è una giunta: il suo organo sovrano non è il sindaco, bensì il consiglio metropolitano. Questa diversità strutturale non è stata ancora assimilata dai cittadini. Nella città metropolitana tutti i sindaci, indipendentemente dallo schieramento politico, hanno uguale dignità e non rappresentano una fazione politica, ma fanno sintesi per raggiungere un obiettivo. Io mi auguro che noi iniziamo a comprendere i benefici di un processo concertativo”.

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