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Politica

La nuova legge elettorale regionale affossa le donne?

Arianna Gasparro

Il 26 febbraio scorso il Consiglio regionale ha approvato la nuova legge elettorale pugliese, con la quale verrebbero “affossati”  – secondo alcuni esponenti di centrosinistra, tutti quegli articoli che miravano ad introdurre la doppia preferenza per garantire la parità di genere. Questa scelta ha fatto indignare il presidente Vendola, il quale ha addirittura abbandonato l’aula, mentre Emiliano ha parlato di “tradimento”, riferendosi probabilmente a quei consiglieri di centrosinistra che hanno votato a sfavore.
Ad esultare è stato invece il capogruppo di Forza Italia, Ignazio Zullo, il quale ha dichiarato che “proseguire nella votazione sulla doppia preferenza era innanzitutto fazioso, perché il Consiglio regionale si era già espresso a riguardo, ma era anche pericoloso, perché poteva consegnare la politica in mano ai poteri forti di tipo economico e criminale”.
Mariangela VolpicellaMa cosa ne pensano le nostre consigliere? Lo abbiamo ad Arianna Gasparro, unica consigliera del Partito Democratico in maggioranza, e a Mariangela Volpicella, unica donna all’opposizione.
“Premesso che non condivido l’idea generale che il sistema democratico venga diviso e pensato in maschile e femminile – afferma la Gasparro – ,  spesso accade che quel che viene spacciato per  parità di genere sottolinei una ulteriore discriminazione che le donne sono costrette a subire. E la discussione che si è tenuta in Consiglio regionale è la prova dell’idea che sia l’uomo a concedere qualcosa.
Nella pratica si assiste a politici che raddoppiano il proprio potere candidando la propria donna,  spesso  seguendo logiche che non sono esattamente quelle né di parità né di competenza.  Condivido ad ogni modo la rabbia di Emiliano  contro quei consiglieri che, giunti al termine del loro mandato, non hanno altri obiettivi che difendere le proprie posizioni di potere”.
“Se da un lato le donne in politica sono considerate come una specie in estinzione – spiega Mariangela Volpicella –, dall’altro, nella famiglia e nella società, ricoprono un ruolo importante e focale e, in una nazione basata sulla democrazia, credo che non ci sia bisogno di una legge elettorale che ci debba tutelare.
L’esistenza di una legge, presuppone un obbligo a fare qualcosa e il rischio è che, il più delle volte vengono candidate  donne senza le giuste competenze e senza la profonda passione per la politica, diventando così la candidatura un sacrificio e non un desiderio; questo è sotto gli occhi di tutti gli italiani poiché è una legge valida per le elezioni amministrative.
A poco a poco e a prescindere da leggi elettorali che impongono l’obbligo della presenza delle donne in lista, ci stiamo  facendo strada nell’ambito della politica. Io stessa, quando ho deciso di dedicarmi alla vita politica nel 2012, l’ho fatto senza che ci fosse una legge che imponesse l’obbligo della rappresentanza di genere: l’ho fatto per passione e spinta dalla voglia di impegnarmi nella società e nell’attività politica, al fine di creare un futuro migliore per noi e per i nostri figli e nipoti”.

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