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Si va delineando la “Carta di qualità Expò”

cuore della puglia

35 Comuni per un solo cuore, quello della Puglia in vista di Expò 2015. Ma quali sono i criteri che stabiliranno quali aziende parteciperanno e quali no? L’Associazione Cuore della Puglia ha costituito a riguardo un tavolo tecnico ed al nostro consigliere di maggioranza Antonello Palmisano è stato dato l’incarico di redigere una “carta di qualità”, una sorta di vademecum che restringerà il cerchio, indicando le caratteristiche che ogni produttore dovrà possedere per non lasciarsi sfuggire questa importante occasione.

“Procedere in tal senso non è così facile come sembra” – ci spiega Palmisano, il quale sembra sempre più orientato ad analizzare i diversi momenti dell’evento milanese e per ognuna di queste fasi, studiare specifici criteri di partecipazione: “Il segreto sta nel capire quali sono i momenti e quali gli obiettivi che si vogliono ottenere, poiché tutte le aziende meritano di partecipare ad Expò”.

Partiamo dal momento espositivo. “Qui – ci spiega il consigliere – bisogna essere autentici, bisogna presentare il nostro miglior prodotto autentico”. E infatti, tra gli obiettivi centrali di Cuore della Puglia, che l’agricoltura del meridione dovrebbe percorrere, non vi è soltanto la mera vendita di prodotti enogastronomici o di frutta e verdura. Questi prodotti devono anche essere arricchiti con un bagaglio di cultura, di tradizioni, di storia, così da darne un immenso valore aggiunto. “Le ciliegie o le cipolle, ad esempio, sono dappertutto. Però se dietro la cipolla o la ciliegia ci metti una storia, delle tradizioni, una cultura, le buone pratiche, allora questi prodotti acquistano un valore. Non saranno più destinati alla grande distribuzione, ma a chi cerca quel qualcosa in più. Questo avrebbe un’importante ricaduta d’immagine sul territorio: non si espone solo il prodotto, ma tutto il territorio e tutto ciò che sta sul territorio, dalla ristorazione alle strutture ricettive, alle spiagge e così via”.

Oltre ai momenti espositivi, Expò ha previsto anche uno spazio dedicato alla vendita, che si svolgerà all’interno della Cascina Triulza. Anche questa fase va trattata con estrema delicatezza, poiché si potrebbe incorrere nell’errore di “dare visibilità ad un produttore che non è capace di affrontare un discorso di vendita, di commercializzazione, di esportazione: questo significherebbe togliere visibilità a chi quell’opportunità potrebbe coglierla davvero” – spiega Palmisano. In questo modo non ci perderebbe solo l’agricoltore, ma tutto il comparto che si dimostrerebbe inadeguato. Per questo ,anche in questo caso, bisogna ragionare per obiettivi: cosa si vuole vendere a Cascina Triluza? Autenticità o prodotti industriali? Rispondendo a queste domande, il cerchio inizia a delinearsi sempre di più, fino a chiudersi. “Nel business to business si dovranno portare persone capaci di affrontare quel discorso, che siano in grado di garantire le quantità richieste dalla grande mercato. Siamo tutti d’accordo all’interno di Cuore della Puglia che non c’è una seconda possibilità per fare una prima buona impressione”.

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