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La Codiretti a Bari per difendere il “Made in Italy”

La Coldiretti Turi a Bari per lo sciopero nazionale

La Coldiretti in piazza del Ferrarese

Lo scorso venerdì 6 febbraio, anche la Coldiretti Turi ha risposto alla proposta di scendere in piazza per difendere i diritti degli allevatori italiani. ‘Un giorno da allevatore’, il nome della protesta, che ha chiamato in piazza del Ferrarese, a Bari, migliaia tra allevatori e associazioni di categoria pugliesi e lucani, per protestare nei confronti dei una politica che continua a penalizzare ed appesantire le già precarie condizioni degli allevatori italiani.

Da Turi, un pullman di allevatori ha raggiunto la famosa piazza barese, indossando i colori della Coldiretti, giallo e verde e protestato nei confronti delle azioni governative che avversano il settore lattiero-caseario pugliese.

Mingo e Schittulli

La manifestazione, organizzata da Coldiretti Puglia in collaborazione con l’Associazione Regionale Allevatori, rappresenta un segno di solidarietà, vicinanza e sostegno al lavoro che tutti i giorni svolgono gli allevatori italiani, per garantire latte fresco e grandi formaggi ‘Made in Italy’, ma anche biodiversità e presidio del territorio, anche nelle aree più difficili. L’obiettivo è di far conoscere da vicino il difficile lavoro degli allevatori e le insidie ai danni del settore lattiero-caseario, al quale hanno espresso vicinanza numerosi volti noti della politica e dello spettacolo pugliese. Da Mingo, Antonio Stornaiolo, al comico Alessio Giannone – in arte Pinuccio, ma anche il Sindaco di Bari, Antonio De Caro, il Presidente del Consiglio Regionale, Onofrio Introna, il Segretario regionale PD PUGLIA, Michele Emiliano, ma anche il Presidente nazionale LILT, Francesco Schittulli. Ognuno di loro ha anche indossato i panni dell’allevatore, immortalandosi nell’atto simbolico di mungitura nella ‘stalla a cielo aperto’ allestita per l’occasione e dove si è realizzata la più grande operazione di mungitura pubblica in contemporanea con altre 9 piazze italiane.

Michele Emiliano

Dall’inizio della crisi è stata chiusa una stalla italiana su cinque con la perdita silenziosa di 32mila posti di lavoro e il rischio concreto della scomparsa del latte italiano e dei prestigiosi formaggi, con effetti drammatici anche sulla sicurezza alimentare e sul presidio ambientale. È quanto emerso dal dossier “L’attacco alle stalle italiane” presentato dalla Coldiretti Puglia su Piazza del Ferrarese a Bari. In Puglia a fronte dei 1.939 allevamenti che producono 3,6 milioni di quintali di latte bovino, le importazioni di latte dall’estero raggiungono i 2,7 milioni di quintali, e i 35mila quintali di prodotti semi-lavorati quali cagliate, caseine, caseinati e altro, utilizzati per fare prodotti lattiero-caseari che vengono, poi, ‘manipolati’ e trasformati in prodotti lattiero-caseari “Made in Puglia”.

Antonio Decaro

“Oltre all’inganno a danno dei consumatori – spiega il Presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele – si tratta di concorrenza sleale nei confronti dei trasformatori che utilizzano esclusivamente latte fresco. Infatti, per produrre un chilogrammo di mozzarella si sostengono costi per il latte di almeno 3,5 euro/kg, per cui il prezzo al pubblico di un kg di mozzarella vaccina di qualità, non dovrebbe essere inferiore ai 7,5/8 euro/kg”.

A rendere ancora più drammatica la situazione, è il prezzo del latte alla produzione che, come sottolinea il Direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti “è oggi ben al di sotto dei costi di produzione del latte stesso. In particolare i mangimi (+9,1%) ed il costo energetico (+8%) hanno notevolmente appesantito il bilancio delle aziende zootecniche regionali e, ad oggi, si può calcolare un costo medio di produzione del latte nell’intervallo tra i 41 e 43 Euro/quintale alla stalla. I nostri allevamenti versano in una grave situazione, dovuta non solo alla crisi, ma anche e soprattutto a queste evidenti anomalie di mercato. Infatti, il prezzo del latte alla stalla è diminuito nell’ultimo semestre del 19%, (si è passati da 44,5 cent /litro a 36,00 cent/litro) mentre il prezzo del latte fresco alta qualità al consumo, è stato per tutto il 2014 sostanzialmente stabile con addirittura un leggero aumento, così anche per il latte UHT e la mozzarella vaccina esposte sugli scaffali della distribuzione”.

Una stalla a cielo aperto

Coldiretti Puglia chiede di:

• Indicare obbligatoriamente l’origine nelle etichette del latte (anche Uht), dei formaggi e di tutti gli altri prodotti a base di latte

• Garantire che venga chiamato “formaggio” solo ciò che deriva dal latte e non da prodotti diversi

• Assicurare l’effettiva applicazione della legge che vieta pratiche di commercio sleale

• Rendere pubblici i dati relativi alle importazioni di latte e di prodotti con derivati del latte, tracciando le sostanze utilizzate

• Un pronto intervento dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato contro le forme di concorrenza sleale e gli abusi di posizione dominante nel mercato del latte

• Attuare le misure di sostegno agli allevamenti italiani previste dal Piano Nazionale di Sviluppo Rurale

• Subordinare la concessione della licenza d’uso del Marchio ‘Prodotti di Puglia’ rilasciata dalla Regione Puglia ad una adeguata remunerazione del latte alla stalla pugliese, disponendo eventualmente la revoca di utilizzo del marchio nel caso di comportamenti non conformi dei caseifici

• Realizzare un piano organico di promozione (in Italia e all’estero) del latte e delle produzioni italiane, (in Italia e all’estero) del latte e delle produzioni italiane, a partire da Expo 2015

• Promuovere iniziative nazionali per il consumo del latte e dei formaggi di qualità, soprattutto nelle scuole e nelle mense pubbliche

• Semplificare le procedure burocratiche

• Garantire che le risorse previste dal “Piano latte” del Mipaaf vadano agli allevatori.

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