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Laera chiede un consiglio comunale sull’Imu agricola

Sandro Laera

E sulla questione dell’Imu agricola si stanno muovendo anche parte dei consiglieri di opposizione. Sarebbe stata presentata, infatti, tra giovedì 5 e venerdì 6 febbraio, la richiesta di un consiglio comunale, affinché si possa discutere della questione, cercando di valutare strade alternative che, seppure non esentino completamente dal pagare, possano magari togliere un macigno dalle spalle di chi non può togliersi altro denaro dalle tasche. Inoltre, seppure a Turi non siamo tutti agricoltori, va sottolineato il fatto che l’agricoltura costituisce l’attività prevalente del territorio e che un appezzamento di terra, piccolo o grande che sia, ereditato o meno, lo abbiamo più o meno tutti.

A formulare e portare materialmente la richiesta in comune è stato il consigliere Sandro Laera, che ai nostri microfoni dichiara che già da tempo aveva chiesto che della questione se ne facesse un punto all’ordine del giorno: “In uno degli ultimi consigli comunali, quando si parlò dei valori venali, espressi la volontà di un ordine del giorno ad hoc sull’Imu dei terreni agricoli. Ovviamente di questo non se ne è più parlato. È chiaro che questa tassa, seppur in maniera residuale, perché gli importi non sono altissimi, influisca sulle tasche dei cittadini con tutto il resto della tassazione che ci ha coinvolti. Sento la necessità di discutere, di capire se hanno intenzione, adesso o in futuro, di applicare delle riduzioni o delle esenzioni, magari per alcune categorie particolari. Naturalmente noi contiamo di arrivare, qualora lo dovessimo fare, al consiglio con una proposta concreta, fattibile, anche dal punto di vista economico”. L’opposizione lascia intendere dunque che sta già lavorando ad una proposta da poter presentare in consiglio, qualora venisse fatto.

Ma se lo Stato ha già introitato la somma pari a circa 360 mila euro e il Comune di Turi dovrà incassare quella stessa cifra dalla riscossione di questa imposta, come si potrebbero trovare delle soluzioni alternative? “Dobbiamo essere realisti – ci risponde Laera – Non pagare del tutto è impossibile. Non possiamo chiedere l’esenzione totale, perché verrebbero meno queste risorse. Si potrebbe però limitare il danno limando l’aliquota e inserendo misure compensative oppure procedendo a scaglioni. Le somme si dovranno introitare, bisogna capire in che modo e da chi, se il disoccupato deve essere più privilegiato di altri o se è possibile adottare altri tipi di meccanismi”.

Un atteggiamento questo, che dall’altra parte abbia rispecchiato solo il pensiero del consigliere Palmisano, il quale avrebbe manifestato l’intenzione di mobilitare qualcosa, ma non sarebbe riuscito nell’impresa, non avendo ricevuto alcun tipo di reazione alle sue segnalazioni in tal senso. Per questo, conclude Laera, “arriveremo con delle proposte concrete che stiamo studiando in questi giorni, anche con il gruppo di Fratelli d’Italia, per giungere ad una “soluzione palliativa”, che sia in grado di difendere almeno le categorie più deboli”.

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