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Politica

Il punto della situazione con Pino De Pasquale

Pino De Pasquale

Facciamo il punto della situazione sulla sanità e lo facciamo con Pino De Pasquale, da tempo in prima linea sulla questione.  A che punto siamo? “Sulla sanità  – ci risponde – sono in attesa dell’evolversi della situazione, sia a livello centrale, sia in Assessorato, per quanto riguarda l’assegnazione dei nuovi direttori generali. È tutto fermo per ora”. Segue la domanda sull’amministrazione regionale uscente, che ultimamente, in diverse occasioni a Turi, ha sottolineato di essere riuscita a riportare i conti della sanità in positivo. Ma quanto è costato questo più? Proprio come fanno una brava casalinga o un bravo manager, se ci sono dei debiti, si taglia il superfluo per “aggiustare” il bilancio famigliare o aziendale che sia. E secondo De Pasquale, sulla sanità sarebbe accaduto proprio questo, si sarebbe usata la forbice: 22 ospedali chiusi, di cui alcuni trasformati in poliambulatori o in distretti. E non finisce qui: “Le tasse che ci sono state, come l’euro sulla ricetta o i ticket che si pagano alle visite specialistiche e alle analisi strumentali, ci dicono molto, insomma. Per quanto riguarda l’euro sulla ricetta, mi auguro che la prossima amministrazione regionale riveda un po’ la questione, perché è umanamente impossibile far pagare un euro a un povero pensionato che prende una pensione minima. Questa cosa è indecorosa in un Paese civile nel 2014. Non mi sta bene”. L’Amministrazione regionale uscente ha anche parlato di un evoluzione in positivo della diagnostica nel corso dei due mandati, essendosi dotata ormai la nostra Regione di macchinari e competenze che non richiedono più il doversi spostare altrove. Ma “bisogna stare attenti – ci avverte De Pasquale – perché – da Roma si prevedono ulteriori tagli sulla sanità, che riguarderanno anche la Puglia: “Prenderà a malapena 160 milioni di euro” – ci spiega. E intravede una possibile soluzione: “Vorrei vedere come faranno a gestire la sanità pugliese, a meno che non si adotti un sistema di riorganizzazione di tutti i plessi ospedalieri e distrettuali. Se ne parla da circa cinque anni, ma non se n’è mai fatto nulla. Su quattordici distretti, per me dovrebbero bastarne cinque”. Secondo De Pasquale,  queste cinque macroaree, dovrebbero possedere  un’autonomia di budget e il principio che chi sbaglia deve andare fuori.  “Per quanto riguarda la ASL Bari – prosegue nella sua esposizione –  la proposta che si potrebbe fare è quella di suddividerla in due aree, area nord e area sud, in modo da avere una gestione accurata delle spese e di tutto il management organizzativo”. Ci si sofferma anche sul concorso relativo all’assunzione di personale, non ancora espletato: “Mi auguro che a breve escano i famosi concorsi per le duemilacinquecento assunzioni di tutto il personale, medici e infermieri, di tutte le branche. È il personale ospedaliero quello che attualmente sta soffrendo maggiormente. Lo constatiamo con la carenza, ad esempio, di anestesisti e infermieri. Va potenziato il territorio, che faccia da filtro all’ospedaliero, e con le macroaree si potrebbe avere questo controllo maggiore sulla spesa. Si potrebbero risparmiare un sacco di soldi”. E sul ruolo della politica provinciale e del suo presidente Schittulli cosa ne pensa? Si poteva fare di più? “La Provincia è a sé stante. Io rispetto Schittulli come professionista, però mi ha deluso un pochino. Chi prende il posto di comando deve essere una persona umile, umana e soprattutto saper fare management, cosa che in realtà non ho visto. Avrebbe potuto fare di più”. E a questo punto si sofferma su una piccola riflessione, da cui si evince che non crede possa ricavarsi tutto questo risparmio dall’abolizione delle Province. Cosa ha significato questa politica sulla sanità per Turi? “In questi ultimi otto anni c’è stato il declino della sanità turese. Il primo approccio che ebbi in questo senso, fu nel 2005 con De Grisantis che si dette l’anima per trasferire il poliambulatorio in una struttura più consona. Poi, non so perché, non ne è stato fatto più niente”. Ma qualche bella notizia si intravede all’orizzonte. “Per il poliambulatorio c’è qualcosa di concreto: a gennaio si dovrebbero sbloccare dei fondi persi per la realizzazione di una nuova struttura nella zona di via Conversano, dove verranno inseriti i servizi di 118, guardia medica, poliambulatorio. Inoltre, se si raggiunge un accordo tra i medici di medicina generale, si potrebbe realizzare una struttura per le emergenze, un piccolo ospedale territoriale con pochi posti letto di controllo”. E sulla presenza di medici specialisti nel nostro paese, a che punto siamo? Così ci risponde De Pasquale: “Per le visite specialistiche, l’ultima notizia che ho è che la Regione sta vedendo di risolvere un piccolo problema che è sorto all’epoca della Gentile, durante la quale fu imposto il blocco delle visite specialistiche sul territorio. Mi auguro che con la nuova legge si risolva questo problema e si risolva anche la situazione del pediatra”. Ci spiega che sia il poliambulatorio, sia la postazione del 118 non sono luoghi idonei. “Purtroppo altri locali non ci sono. Per quanto riguarda l’ambulanza, rimarrà il medico a bordo. Tra non molto avrò un incontro con i responsabili e siamo in attesa delle indicazioni che darà il nuovo direttore generale quando verrà nominato”. In questi anni si è fatto molto,ma c’è da lavorare ancora tanto. “Io ce l’avrei la pillola  – afferma – ma è troppo amara. Bisogna prendere la sanità di petto, bisogna essere determinati, fare una buona riorganizzazione del personale e di tutti i servizi, allora sì, si può parlare di sanità. Ma fino a quando sarà il bancomat della politica, non andremo da nessuna parte. Io mi auguro che il nuovo governatore della Regione Puglia si circondi di gente che sappia riorganizzare”. Insomma, un po’ la politica, un po’ l’incompetenza nel management, ci hanno portato a questo “sfascio” – come lo ha definito. “La politica deve stare fuori dalla sanità, se vogliamo vedere dei miglioramenti, per  evitare le solite situazioni di corruzione, clientelismo e via dicendo. Mi auguro che nei prossimi mesi ci sia qualcosa di innovativo. Aspettiamo gli eventi”. Infine l’ultima domanda la facciamo sull’Amministrazione Coppi e sulle tasse. Cosa ne pensa? “Non è che si poteva fare diversamente – ci risponde–. Bisogna dare alla nuova Amministrazione la possibilità di lavorare. Stanno lavorando bene, anche se secondo me va migliorata la comunicazione con i cittadini. Le tasse sono arrivate da Roma, non è stato il Menino Coppi di turno a farle applicare. Tutti i comuni si sono dovuti adeguare, così anche Turi”. E sulle possibili soluzioni a una situazione di crisi generale che sta vedendo diversi commercianti in ginocchio risponde: “Dovrebbe essere fatta una politica buona per quanto riguarda il commercio o il turismo. Io so che l’amministrazione ci sta lavorando su, ma ci vorrà un po’ di tempo. Sarei positivo se tutti i cittadini dessero una mano. Poi se ognuno di noi si butta pena addosso, non si va da nessuna parte”.

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